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5° Olimpiade dele Clanfe all'Ausonia - 28 Luglio 2012


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Uno degli appuntamenti più divertenti dell'estate triestina, già sulla breccia dell'onda nelle passate edizioni, è ormai alle porte. Cominciate ad allenarvi, a breve si riaccenderanno i riflettori sulla 5° Olimpiade dele Clanfe!

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Per maggiori dettagli, consultate il sito http://www.spiz.it/ dove potrete trovare dati, spunti, articoli, immagini, video e curiosità su questo evento e sulle edizioni passate.

Inoltre, per l'iscrizione, sarà sufficiente cliccare al seguente link: http://www.spiz.it/olimpiadi-dele-clanfe/5o-olimpiade-dele-clanfe-2012/iscrizione-2012

Ecco il comunicato stampa dell'evento!

Torna il 28 luglio 2012, allo stabilimento balneare Ausonia di Trieste, la tanto attesa Olimpiade delle Clanfe, ovvero la competizione di tuffi, tipicamente triestini, nati allo scopo di produrre lo schizzo più alto possibile. Un evento annuale nel quale tutti i migliori “clanfadori”, ma anche i peggiori, si radunano per dare sfoggio della loro abilità, o se non altro del loro “morbìn”, la voglia di divertirsi e stare assieme.

L’etimologia della parola clanfa è discussa. L’interpretazione più realistica è che derivi dal ferro di cavallo, che ha appunto una forma simile a quella del tuffo poco prima di entrare in acqua. Ma la clanfa era anche un ferro usato per puntellare le travi nonché, nel gergo scolastico, un brutto voto, probabilmente per la forma del 5, o anche un madornale sbaglio. Ora però a Trieste il termine è inconfondibile. La clanfa per antonomasia è il tuffo col quale ogni estate generazioni di triestini si divertono a schizzare gli altri bagnanti in spiaggia.

Una perfetta clanfa si esegue lanciandosi verso il mare come se si volesse prendere una sonora panciata. Prima che sia troppo tardi però, è importante chiudersi assumendo una posizione “ovoidale”, per citare il cestista professionista Andrea Pecile, uno dei massimi ambasciatori della clanfa nel mondo. Chiusi in tal modo, la panciata viene evitata. Per produrre lo schizzo, tuttavia, è necessario un altro gesto tecnico: una volta in acqua, bisogna riaprirsi e dare un bel colpo di reni (definito sempre dal Pecile “movimento zifonella delle culatte”) in modo da produrre una forza d’urto che scaglierà l’acqua verso l’alto. Questa è la clanfa triestina.

La sua origine è ignota, in molti si stanno interrogando se sia effettivamente un endemismo del capoluogo giuliano o se sia stata importata o addirittura da qui esportata. Tant’è che la si trova anche in altre parti del mondo con diversi nomi, il più significativo dei quali probabilmente è l’americano “suicide”.

Trieste però è sicuramente l’unica città che le dà più importanza tanto da farla diventare una caratteristica tipica del luogo, al pari della “jota” e del “capo in b” (caffè macchiato in bicchiere, da non confondersi col cappuccino italiano, che a Trieste si chiama caffèlatte). Volendo giocare a fare gli accademici, c’è anche chi, come il biologo Diego Manna, si è inventato una finta rivista scientifica chiamata Monon Behavior, all’interno della quale i papers sull’origine e sul significato evolutivo della clanfa si sprecano.

L’Olimpiade delle Clanfe nasce nell’estate 2008, grazie a un’intuizione di Mauro Vascotto. In pochissimi giorni chiama a raccolta alcuni amici per organizzarla assieme e, detto fatto, il 23 agosto l’evento, che trova una cornice perfetta nello storico stabilimento balneare Ausonia, riesce ad attirare l’attenzione di oltre 60 partecipanti, divisi per categorie in base all’età (fioi e pice, muleti e mulete, muli e mule, muloni e babe, e vece bobe e vece marantighe) e fin da subito si vede che, a fianco dei comuni clanfadori da Topolini (gli stabilimenti balneari dove gran parte dei giovani triestini passa le giornate estive), gareggiano anche tuffatori professionisti, che mettono la loro tecnica al servizio della clanfa.

La risposta del pubblico e dei media alla 1ª Olimpiade è notevole e in città si saluta con entusiasmo la notizia che ci sarà una seconda edizione. Poco dopo si costituisce l’Associazione di Promozione Sociale SPIZ (www.spiz.it), che da quel momento curerà ogni anno l’organizzazione dell’evento.

Ora, nel 2012, si è giunti alla Quinta Edizione, in programma sabato 28 luglio sempre all’Ausonia, dalle 14 in poi. I numeri della manifestazione sono cresciuti di anno in anno e tutto fa presupporre che gli iscritti raggiungeranno presto quota 200. Duecento tuffi, uno a testa, come recita il regolamento. Lo stile va dichiarato al momento dell’iscrizione, perché ciascuno ha il proprio coefficiente di difficoltà e conseguente bonus per il punteggio. Si può partecipare eseguendo una clanfa, una bomba o un kamikaze, altri due tuffi molto ben conosciuti nel litorale giuliano. Ciascuna delle tre tecniche ha poi molte varianti, si va da semplici “caminade” in volo, ai salti mortali, agli avvitamenti, ai movimenti di bacino prima di entrare in acqua nella cosiddetta “taconeti”, alla “biancabalena” eseguita tirandosi giù gli slip, al “mortaio”, che consiste nell’utilizzo dello schizzo per sparare in cielo un pallone. Notevole il lavoro della Giuria nel valutare tutte queste componenti in un punteggio solo. Con il passare delle edizioni infatti le modalità di votazione si sono evolute, raggiungendo quest’anno forse l’equilibrio perfetto: Cinque giurati votano prima lo stile dell’esecuzione del tuffo, del quale è stato calcolato il coefficiente di difficoltà, poi si vota l’entità dello schizzo, e infine un sesto giurato vota “el morbìn”, la presenza scenica. O forse sarebbe meglio definirla “scemica”. Il tutto viene sommato per ottenere il punteggio finale.

E come tutte le manifestazioni che si rispettino, l’Olimpiade delle Clanfe ha anche il proprio inno, gentilmente ideato ed eseguito dal giovane genio musicale triestino Massimiliano “Maxino” Cernecca, divenuto famoso universalmente per “L’Italia va in wacca”, parodia del “Waka Waka” di Shakira inno dei mondiali di calcio sudafricani del 2010. Il video, che si chiama “Tira una clanfa”, è visibile su youtube.

Aspettiamo il 28 luglio, e nel frattempo, tira una clanfa!

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