SandroWeb Posted November 19, 2020 Report Share Posted November 19, 2020 GIOVEDÌ 19 NOVEMBRE 2020 - L'emergenza Covid non è andata leggera con lo sport triestino. Lo scrive Roberto Degrassi su "Il Piccolo", quasi una quarantina di positività complessive e dieci partite rinviate, prendendo in esame le quattro principali realtà sportive: Triestina, Allianz Pallacanestro Trieste, Pallamano e Pallanuoto Trieste. Tutto questo in un paio di settimane.Triestina a parte (nonostante i dieci casi ha dovuto saltare solamente la trasferta a Gubbio), per il resto è da quasi un mese che non si assiste a Trieste a un evento agonistico. L'Allianz è ferma dal 25 ottobre scorso, il giorno della sconfitta interna contro l'Happycasa Brindisi. A causa delle positività di giocatori delle formazioni avversarie, i biancorossi hanno visto rinviare i successivi confronti con Cantù, Reggiana e Umana Venezia mentre in seguito al contagio nel proprio gruppo squadra chiedono il rinvio della partita con Treviso in programma sabato sera all'Allianz Dome.La Pallamano Trieste è ferma dal 24 ottobre, sconfitta dall'Eppan. Fino a quel momento era l'unica formazione a non essersi mai fermata. Da allora non ha più disputato un incontro, tra due rinvii, un turno di riposo imposto dal calendario e la pausa per la Nazionale.Ancora peggio è andata alla Pallanuoto Trieste: i campionati di serie A1 sono cominciati ma i ragazzi di Bettini e le orchette di Ilaria Colautti non sono ancora scesi in acqua. Sono stati registrati complessivamente una decina di casi tra maschi e femmine (la società ha deciso di non rendere noto un numero definito) con tre partite rinviate.Quasi paradossale il caso dell'Allianz. Per ritrovare il clima partita e reagire ai tre stop forzati nei giorni scorsi erano state disputate partitelle in famiglia. Manca naturalmente la riprova ma potrebbe essere stata proprio quella - con contatti più ravvicinati e frequenti - l'occasione più a rischio contagio. Domani i pochi giocatori risultati negativi e lo staff si sottoporranno a una nuova serie di tamponi sperando di poter riaprire le porte dell'Allianz Dome agli immuni per riprendere il lavoro individuale. Paolo Bergagna, presidente dell'Associazione dei medici sportivi, è l'interlocutore più qualificato per fare il punto della situazione. Quasi una quarantina di casi in un paio di settimane e 10 rinvii sono numeri che fanno impressione....«Sono numeri che fanno effetto ma c'è una spiegazione: nello sport di vertice gli atleti sono sottoposti a controlli molto più frequenti, devono sottoporsi a tamponi regolarmente e di conseguenza i casi vengono immediatamente ravvisati. Nella quotidianità, fuori da questo contesto, ci sono positività asintomatiche che non sono sottoposte a verifiche e di conseguenze contribuiscono al contagio» spiega il dottor Bergagna.Il responsabile dei medici sportivi mette in guardia chi pensa a una ripresa agevole uscito dalla positività. «Prima di tornare a giocare un atleta deve riottenere l'idoneità agonistica: esami del sangue, radiologici, test cardiologici e sottoporsi a una visita da un pneumologo. Andiamoci piano, chi esce dal Covid non può pensare che l'indomani torna subito a giocare».La decisione di aver sospeso l'attività dilettantistica del calcio e dei campionati minori di basket e volley trova lo specialista triestino completamente d'accordo. «Non ha senso continuare se non ci sono le condizioni per effettuare controlli costanti e allenarsi in sicurezza. Attenzione: non sto dicendo che quegli sportivi devono fermarsi, anzi. Gli allenamenti sono necessari per mantenersi in forma ma vanno fatti in solitario, almeno finchè non si sarà conclusa questa guerra contro un nemico invisibile». - n pandemia, come nei tempi di vacche magre, "si fa il massimo con quel che si ha". Lo sa bene Carmine Gautieri che prima di calcare i campi della serie A non ha avuto una vita da "nato con la camicia". Nessun alibi alle prestazioni altalenanti della sua squadra, ma l'emergenza negli uomini disponibili è un dato di fatto. E c'è ancora nonostante il rientro dei negativizzati sia un fatto molto positivo. «Vediamo una luce in fondo al tunnel in primo luogo perché i ragazzi guariscono. Ligi, Tartaglia, Boultam e Sarno si sono già allenati e speriamo di riavere al più presto Litteri, Granoche e Valentini. E soprattutto speriamo che non ci siano altri contagi» dice il tecnico alabardato. Come ha trovato i ragazzi post-Covid?«Dobbiamo farli lavorare con gradualità e avranno tolto la ruggine tra 10-15 giorni. Ma vederli in campo è già molto positivo».Le loro condizioni atletiche son un po' come a giugno dopo il lockdown?«A metà strada. In quell'occasione erano stati fermi per più di due mesi ma si erano allenati a casa. In questa circostanza lo stop è stato di 15-20 giorni ma senza attività. L'aspetto più importante e che devono riabituare la mente all'allenamento e poi alla partita. Succede così anche dopo gli infortuni».E poi ciascuno reagisce in modo diverso.«Tartaglia e Ligi sono affaticati ma mi sembrano già al 60%. Sarno avrà bisogno di più tempo e non credo possa giocare nelle prossime due partite. Per gli altri invece credo sia possibile cominciare ad inserirli magari parzialmente anche nell'ottica del turno infrasettimanale».Davanti c'è un trittico al termine del quale sarà importante restare a contatto con la vetta.«Finora nonostante tutto ci siamo riusciti anche grazie alla volontà e allo spirito di sacrificio dei miei ragazzi. Certo si poteva anche fare di più e meglio ma in fondo con una gara in meno siamo a ridosso delle prime. Da quando ci è scoppiato il Covid in casa sono arrivate 3 vittorie, 2 pareggi e una sconfitta. Nelle ultime settimane chi ci sta davanti come Padova, Perugia e Südtirol hanno avuto pochissimi contagi (2 gli umbri, 1 gli altoatesini e nessuno il Padova ndr).Nell'unica sconfitta, ma anche nei due pareggi, cosa non ha funzionato?«Ho analizzato assieme alla squadra al video la partita di Salò. I gol subiti sono imputabili a errori individuali e così era successo anche con la Virtus e ad Arezzo. Possono succedere ma dobbiamo sforzarci e allenarci a essere più concentrati e pratici. Perché le partite si vincono o si perdono anche per i dettagli».La squadra talvolta però sbaglia approccio o va in bambola.«Non ci si può abbattere come talvolta è successo quando si va in svantaggio anche se in queste settimane non abbiamo potuto lavorare su quel gioco e quell'identità che abbiamo mostrato già in passato e anche nel secondo tempo di Salò. Serve mentalità vincente e cattiveria anche dopo qualche errore».Non c'è purtroppo il pubblico sugli spalti ma dopo ogni sconfitta parte della piazza apre un processo a tecnico e squadra. Quanto influisce?«Le critiche ci stanno se non sono ispirate da pregiudizi. Altrimenti si crea un clima pesante che i ragazzi avvertono. I continui sbalzi d'umore non aiutano anche se fanno parte del nostro mestiere. Il gruppo c'è ed è in armonia. Serve equilibrio e lavorare duro con la massima serenità. Così sul medio periodo i risultati e le soddisfazioni arrivano». Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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