SandroWeb Posted February 4, 2021 Report Share Posted February 4, 2021 GIOVEDÌ 4 FEBBRAIO 2021 "Il successo dell'Allianz al Forum è una medaglie con due facce. La prima è naturalmente la sensazione di aver centrato un risultato storico. L'altra è il rimpianto di non aver potuto condividere quel momento con i nostri tifosi". Così parla Andrea Coronica, capitano della Pallacanestro Trieste, nell'intervista di Roberto Degrassi. "Mi ricordo la partita di due anni fa, decisiva per la nostra qualificazione ai play-off. Mezzo Allianz Dome trasferitosi nella curva di Assago, per sostenerci. Perdemmo ma riuscimmo comunque a entrare nel tabellone. Ricordo il saluto della squadra impazzita di gioia che saltava davanti ai tifosi. Di domenica scorsa resterà il salto di Cavaliero sulle spalle di Fernandez intervistato. Quanto sarebbe stato bello dividere una felicità simile con la nostra gente?»Un campionato così Andrea Coronica avrebbe una voglia matta di viverlo davanti al proprio pubblico. Lui, che ha una carriera cestistica cresciuta esclusivamente in biancorosso, conserva l'animo del tifoso. «Ho detto a Delia: sappi che all'Allianz Dome se Trieste deve giocarsi una partita punto a punto non perderà mai, perchè noi in quei momenti non giochiamo in cinque ma in oltre seimila - racconta il capitano - Marcos mi fissa con gli occhi sgranati. A lui e agli altri giocatori arrivati in questa stagione abbiamo fatto conoscere la città ma non hanno ancora mai potuto vivere l'emozione del nostro palazzo pieno e colorato di biancorosso. Nè il piacere di venir abbracciati dai tifosi per strada. Mi auguro che almeno per un incontro i miei compagni di squadra possano giocare per l'applauso dell'Allianz Dome esaurito».Magari la stagione potrebbe avere una coda dopo la fase regolare...La salvezza è sicura, intanto.Ah, no, io ragiono step by step. Prima raggiungiamola davvero. Io penso che bisogna sempre guardare avanti ma dando un'occhiata anche alle spalle.In un mese siete passati dalle difficoltà del postCovid al trionfo contro Milano, dopo aver battuto a domicilio anche Cremona e Fortitudo. Cosa è successo?Siamo stati bravi a non mollare. Dopo la lunga sosta, scarichi e convalescenti, avremmo potuto presentarci con la faccia sbagliata, sfiduciati. Invece abbiamo sempre pensato che sarebbe arrivato il nostro momento, bisognava restare sul pezzo. Questa è una squadra che ha bisogno di avere fiducia nei propri mezzi. Quando ha questa tranquillità si esalta. E non ha paura di faticare. Il primo nome che mi viene in mente è Teo Da Ros. Lui è l'esempio di questa Allianz. Io lo vedo allenarsi da cinque anni, so quanto ha lavorato. Con la sua bravura nella lettura del gioco è diventato un punto di riferimento anche del nostro attacco. In serie A.Ha accennato alla Pallacanestro Trieste di due anni fa. Si può dire che quella aveva alcune individualità di maggior talento come Wright, Peric e Dragic mentre questa ha una maggiore identità di gruppo?Non sono completamente d'accordo. Certo, quella squadra aveva nomi più importanti, Dragic è un signore da Eurolega, ma di talento ce n'è tanto anche adesso. Abbiamo portato Alviti in azzurro e Grazulis nella nazionale lituana. Doyle è la nostra punta di diamante ma sta dimostrando che sa giocare anche per i compagni. La forza del nostro gruppo parte da lontano.Il nucleo storico Coronica, Cavaliero, Da Ros, Fernandez.E la struttura che c'è attorno. Il calore della città. Quando arrivi in una realtà così non puoi non aver voglia di lottare per vincere. Il gruppo contagia tutti. Se ripenso a quella partita di due anni fa al Forum, ad esempio, ricordo Peric che dopo aver segnato una bomba stringe i pugni e si rivolge alla nostra panchina gridando Dracarys come in "Game of Thrones".Domenica arriva Brescia.La Germani è forte e presumibilmente arrabbiata visto com'è andata a finire l'ultima partita. Noi dobbiamo farci trovare pronti e cattivi. Mi sembra chiaro che d'ora in poi non potremo più permetterci di perdere in casa se vogliamo arrivare in fondo.Il suo obiettivo in questa stagione?Continuare a cercare di allenarmi nel migliore dei modi. Ringrazio Legovich con cui lavoro per migliorarmi e ringrazio Dalmasson che nonostante la necessità di allenarci sodo mi ha permesso di assentarmi per sostenere due esami universitari. Io continuo a fare quello che ho fatto finora. Allenarmi con intensità, nel sottobosco, per farmi trovare pronto - Un fatto ormai è acquisito. La Triestina di Pillon non ha un gioco spumeggiante ma con le big del girone non perde quasi mai. Lo scrive oggi Ciro Esposito: a dir il vero anche lo score della gestione precedente indica quale unico neo il ko "rubacchiato" contro la Feralpi dell'ex Pavanel. Da quando c'è stato il cambio della guardia con l'arrivo dell'allenatore trevigiano, tolta la sconfitta nell'esordio con la Samb, l'Unione ha impattato con Padova, Mantova e Modena e messo in riga Perugia, Südtirol e Cesena. Questo merito ha consentito alla Triestina di restare aggrappata alla zona playoff.I risultati sono spesso figli di episodi favorevoli che bisogna comunque esser capaci di sfruttare (e gli alabardati lo sono stati) ma una sequenza così lunga è legata da un filo conduttore. Per necessità (l'infermeria è sempre piuttosto affollata) o attitudine Pillon sembra molto attento a evitare sbilanciamenti della squadra. Non è un caso che in quasi tutte le prestazioni con le big, la mediana sia stata affidata ai migliori incontristi aiutati anche da un trequartista più o meno propenso a coprire (Boultam o Petrella). Con il Modena, che a sua volta Mignani ha forgiato con un assetto difensivo organizzato e con le sortite d'attacco affidate alle percussioni dei terzini o alle invenzioni di Sodinha, è venuta fuori una gara con pochi sussulti. I canarini hanno costruito qualche occasione in più dell'Unione che obiettivamente ne colleziona sempre pochine.Il punto è proprio questo. Finora la Triestina nelle gare in cui ha dovuto prendere in mano la partita ha fallito. Non solo perché non è stata capace di trovare la via del gol ma soprattutto perché, nella ricerca a volte con ansia di sbloccare la partita, si è sbilanciata lasciando campo libero agli avversari (vedi Fano e Matelica). Non solo questo è un problema da risolvere ma è il problema. La società ha ancora l'obiettivo di entrare ai playoff in buona posizione posto che la vetta, dopo la vittoria di ieri del Südtirol è a 11 punti. Per farlo e non gettare una stagione non deve più fallire nelle prove contro le squadre che stanno dietro. Pillon è stato chiamato proprio per aumentare il passo e questo è l'obiettivo. Nelle prossime settimane ci sono 6 occasioni (tolta la Viertus e prima dello scontro diretto con la Feralpi al Rocco) da non perdere. Certo il centrocampo è un in affanno e lo si è visto martedì al momento dell'infortunio di Maracchi (Palmucci comuqnue ha fatto il suo) e si aspetta come un Messia il ritorno di bomber Litteri per dare sostanza all'attacco. Se da una parte Boultam è stato sacrificato sull'altare del bilancio economico sono arrivati due terzini Lopez e Lepore che ieri hanno sostenuto il primo allenamento. La loro carta d'indentità ha fatto sorridere la tifoseria (l'età non si cancella, negli ultimi anni però sono sempre stati in campo anche in B) ma Bepi Pillon è tecnico d'esperienza e non è un'integralista. Insomma il mister ha certamente nelle corde la capacità di trovare le soluzioni che più si adattano ai giocatori a disposizione. Potrebbe provare un 3-5-2 (con i nuovi arrivati, ma anche Brivio o Rapisarda ai lati) o il 4-2-3-1 fino a quando alcuni centrocampisti sono acciaccati. Si tratta di adattare la squadra al meglio in ciascuno dei prossimi impegni e soprattutto di non "bucarli" sapendo che in C è tutt'altro che semplice. Ma questa è la sfida da vincere con il lavoro quotidiano. Per dare un senso al campionato e anche alla scelta tecnica fatta da Milanese a fine novembre. Si comincia domenica con il Legnago. C'è da cancellare l'unico ko per 3-0 subito finora in questa stagione. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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