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I suntini sandrini di lunedì 28 giugno 2021


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LUNEDÌ 28 GIUGNO 2021

- La strana estate di Bepi Pillon. Lo scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo": il tecnico alabardato, arrivato a Trieste nel novembre scorso al posto di Carmine Gautieri, ha un altro anno di contratto, Milanese non ha mai parlato di esonero, ma è stato sempre evasivo sulla conferma che nel prossimo campionato sulla panchina alabardata ci sarà ancora l'allenatore veneto. Ma intanto Pillon ha le idee chiare su cosa manca per rendere questa Triestina vincente, le ha già rese note a Milanese e vuole restare alla guida dell'Unione per centrare l'obiettivo fallito la scorsa stagione. Pillon, come sta vivendo questa situazione un po' anomala? «Cerco di viverla serenamente: quando ho firmato un contratto di un anno e mezzo è anche per portar avanti un progetto da completare in un dato periodo. Pertanto mi scoccerebbe lasciare con il ricordo dell'ultima partita con la Virtus e non avere la possibilità di rifarmi potendo lavorare fin dall'inizio con la squadra».Quanto conta plasmare la squadra fin dal ritiro?«Quando si subentra è sempre un'incognita, a volte va bene, altre no. Lavorando fin dal ritiro, c'è la possibilità di programmare bene. Io sono venuto qui con un obiettivo nella testa da raggiungere in un anno e mezzo, e lo voglio ottenere: sono determinato, sono un testardo, uno che non molla mai perché così ho imparato dalla vita. E ora potrei sfruttare anche la conoscenza dell'ambiente avuta nei primi mesi».Ma nei colloqui con Milanese cosa vi siete detti?«Abbiamo fatto sempre discorsi propositivi in prospettiva, parlando di tutto, in un normale rapporto tra dirigenza e allenatore: giustamente la società fa notare dove si può migliorare, cosa ha visto di giusto e cosa di sbagliato. E io ho detto la mia idea e cosa farei io, Mauro sa cosa ho in testa. Sono sicuro che se si parte con una certa identità le cose cambiano, ho tutto chiaro nella mia mente, per questo mi piacerebbe lavorare con la squadra fin dall'inizio». Per lei cosa serve alla squadra per fare un salto di qualità? «Per me l'ossatura è già buona, e partendo da una precisa idea di come vogliamo giocare, non è che servono stravolgimenti, bastano 4-5 innesti giusti e diventiamo molto competitivi. E ho anche molta fiducia nei giocatori che già ci sono, possiamo fare di più e giocare molto meglio. Mi piacerebbe che i tifosi vedano la vera faccia di questa Triestina, modellata fin dall'inizio». Questa precisa idea di gioco quale sarebbe? «La mia idea generale, se riusciamo ad acquisire i giocatori giusti, è il modulo che mi ha consentito di vincere dei campionati, ovvero il 4-4-2. Mi piacerebbe partire così, per come lo intendo io serve solo qualche ritocco, ma poi dipende dai giocatori. Infatti non sempre si riesce a prendere chi si vuole, quindi poi mi baso sulle caratteristiche di chi c'è e mi adatto, non sono certo un integralista». Della passata stagione cosa vuole dire? «Abbiamo avuto troppi alti e bassi, si poteva fare molto di più, io ho fatto degli errori ma sempre in buona fede, cercando di fare il meglio. Ma ripeto, non voglio lasciare un brutto ricordo a Trieste, una piazza e una società a cui tengo molto. Poi c'è un altro rammarico».Quale?«Non aver avuto il pubblico è stato un grande dispiacere. Credo che sarebbe stato importante, sono sicuro che avremmo vinto qualche partita in più e che l'ultima non l'avremmo persa, Giocare in uno stadio così senza tifosi non si può, spero di averli il prima possibile».L'altro rimpianto è che avete dimostrato sul campoi di valere quel Padova arrivato poi a un rigore dalla promozione in serie B. «Con tutte le grandi abbiamo sempre fatto bene, mettendole in difficoltà. Anche a Perugia, dove poi abbiamo buttato via la partita. La squadra le potenzialità ce le ha, drobbiamo solo modificare qualcosa come è nella mia testa. Con gli innesti giusti, possiamo dire la nostra, non ho nessun timore a dirlo. Ci credo davvero».

- Decolla il mercato dell'Allianz, operazioni che cominciano a dare alla Trieste della prossima stagione una precisa fisionomia. Definito il pacchetto lunghi, le prossime mosse saranno decisive per definire la squadra che Franco Ciani ha in testa. Con il nuovo tecnico facciamo il punto della situazione a poche settimane dal suo insediamento sulla panchina biancorossa. Qualche settimana di attesa poi le prime operazioni in entrata hanno portato a Trieste Lever e Konate. Motivazioni che vi hanno spinti a sceglierli? «Lever lo conosco per averlo avuto in nazionale under 20, ho apprezzato il suo atteggiamento credo sia uno dei giovani più interessanti nel panorama nazionale. Ha grandi potenzialità e margini di miglioramento e questo ci dice che è un ragazzo sul quale vale la pena investire. Konate arriva nel contesto dell'operazione Delia. Sul "5" avevamo profili diversi, una volta avuta la conferma di Marcos ci siamo buttati su di lui. Avevamo bisogno di una presenza fatta più di atletismo e dinamicità che di tecnica». Pacchetto lunghi definito con la conferma di Grazulis?«Siamo in contatto con i procuratori. Di Andrejs ma anche di Matteo Da Ros. Tra oggi e domani è prevista la decisione definitiva». La partenza di Alviti e la necessità di coprire il ruolo di ala piccola con gli italiani ha propiziato l'arrivo di Campogrande. Per i tifosi una sorpresa gradita, per voi un obiettivo centrato?«Su Campogrande ci stavamo muovendo, neppure troppo timidamente, da tempo. Ma c'era la necessità di rispettare il contratto con Venezia. Abbiamo avuto pazienza, siamo rimasti in contatto con il suo procuratore aspettando che i tempi fossero maturi. Luca è un ragazzo che ha grande voglia di lavorare, crescere e migliorarsi, è un under ma non arriva a Trieste per questo. Ha doti che possono esserci molto utili nell'idea di squadra che stiamo costruendo». Possiamo dire che per completare il ruolo non le dispiacerebbe riabbracciare Mian?«Mian è un giocatore che ho avuto e con il quale ho un rapporto eccellente. E' impegnato con Udine e in questo momento ha cose più importanti a cui pensare. Se nei prossimi giorni si creeranno i presupposti sicuramente è un'opzione molto gradita. Diciamo che Fabio è un giocatore che non mi lascia indifferente». Con la conferma di Fernandez e quella probabile di Cavaliero, i tasselli mancanti sono play e guardia americana. Ruoli fondamentali per definire il potenziale della nuova Allianz? «Con Daniele devo parlare per capire cosa vuole fare ma diciamo che visto il tipo di squadra che sta nascendo si va verso un consolidamento della scelta. Su quelli che definite "tasselli mancanti" stiamo lavorando, con grande attenzione, nella consapevolezza che saranno determinanti negli equilibri del gruppo. Il fatto di non giocare la coppa ci ha creato delle difficoltà ma per entrambi i ruoli abbiamo idee precise. Se le condizioni tecniche ed economiche saranno quelle giuste potremmo firmare già nel breve periodo». 

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