SandroWeb Posted August 27, 2021 Report Share Posted August 27, 2021 VENERDÌ 27 AGOSTO 2021 - Se mai un allenatore fosse stimolato dalle sfide quello della Triestina è il palcoscenico giusto. Perché rinverdire l'entusiasmo in un ambiente rimasto scottato emotivamente dalla scorsa stagione è una vera impresa. Non solo ma, dopo la famigerata finale play-off con il Pisa, ci hanno provato in tre senza riuscirci. Eppure Cristian Bucchi, intervistato oggi da Ciro Esposito su "Il Piccolo", è arrivato a Trieste con entusiasmo. Le esperienze di vita e professionali lo hanno forgiato. Ma in fondo la voglia di fare e la capacità di vedere le vicissitudini umane in modo positivo uno le ha dentro. Ecco perché non ha esitato a mettersi in auto dopo la chiamata dell'amico ed ex compagno Milanese e adesso, dopo quasi due mesi di lavoro, comincia la sua avventura.Bucchi, appena arrivato lei ha dichiarato che quando ha seguito il cuore più che la ragione non se n'è mai pentito. Quella alla Triestina è una grande sfida per un allenatore?«Senza la forza che ti viene dal cuore, dalla parte emotiva non trovo le motivazioni giuste. Nel calcio poi le variabili sono tante: non bastano la tecnica e la tattica, la condizione fisica e mentale, le giocate efficaci. Ci sono gli avversari, gli arbitraggi, gli episodi, gli infortuni. Per superare tutti questi ostacoli serve quell'energia interiore in grado di farti superare gli ostacoli».Come trasmette questa energia alla sua squadra?«Metto in gioco tutto me stesso. Le squadre riflettono quello che è l'allenatore. Io dico sempre ai ragazzi che ero in Eccellenza e in pochi anni mi sono trovato a giocare in serie A. Quella che il mondo del calcio ci offre è una grande opportunità per tutti.».Infatti lei insiste sul concetto di mentalità del gruppo. I suoi giocatori come rispondono?«Siamo già a buon punto. Si costruisce di giorno in giorno lavorando duro e lealmente sul campo».Uno dei compiti è quello di superare lo scetticismo di un ambiente reduce da parecchie delusioni.«So che è una sfida difficile in un ambiente che tende a negativizzare. Ho affrontato l'argomento con i giocatori, dobbiamo convincere i tifosi invertendo la rotta soprattutto con l'atteggiamento in campo che deve essere sempre aggressivo e propositivo».La società le ha affidato un piano biennale. È stato l'aspetto decisivo per convincerla?«Prima viene l'amicizia con Mauro, poi è evidente che il lavoro che sto imponstando sul gruppo è sul medio termine. Del resto gli investimenti che fa la società, grazie al presidente Biasin, finora dimostrano che c'è un obiettivo da raggiungere e il club sta continuando a lavorare nel tempo»E quest'anno hanno investito molto sullo staff tecnico. Non si vi sentite addosso troppe responsabilità?«No, la responsabilità sia nei confronti della società che dei tifosi non deve diventare un peso ma uno stimolo in più. Il gruppo è competitivo e ben assortito e dobbiamo dimostrarlo sul campo. Se saremo bravi penso che, pandemia permettendo, potremo tornare a giocare nello splendido Rocco davanti a un pubblico che ci sostiene e si diverte. Avere in serie C uno staff affiatato e di grandi professionisti è una straordinaria opportunità che ci hanno offerto Mauro e il presidente Biasin. Il vantaggio è che la trasmissione di idee, concetti e meccanismi alla squadra è più rapida».E a che punto siete? «Sono molto contento delle risposte del gruppo. Ci manca un po' di brillantezza ma una volta smaltite le fatiche fisiche e mentali dell'estate arriverà. Anzi l'ho già vista in alcuni frangenti anche con il Trento».Iniziare con una sconfitta non aiuta.«Ci tenevamo a superare il turno ma abbiamo giocato una partita discreta anche se con errori che vanno corretti. La nostra capacità deve essere di far tesoro di quanto successo senza abbatterci. E così sarà anche nel corso del campionato».Meglio i risultati o fare un gioco divertente?«Io non ho dubbi: sono un amante del calcio inglese, non di quello speculativo. Da giocatore è decisivo divertirsi. Per farlo serve avere un'idea di gioco, fare sacrifici per tardurla sul campo e alla fine così facendo si trova quella continuità che porta ai risultati. E all'entusiasmo».Lo spirito di squadra conta più dei singoli?«Serve la voglia di tutti per formare una squadra nella quale si esaltano le qualità dei singoli»Finora il modulo base è il 4-2-3-1. Quanto conta la sua idea di gioco e quanto i giocatori a disposizione?«Credo che un allenatore ha il compito di utilizzare e valorizzare al meglio i suoi giocatori. Questo modulo mi sembra il più adatto a questa Triestina ma sono pronto a variare l'assetto nel tempo e anche in ogni singola gara».Quali squadre teme di più in questo girone?«Sulla carta sappiamo dello spessore di Padova e Sudtirol ma ce ne sono anche altre. Ma quel che conta di più è la singola partita e in quest'ottica tutte sono temibili. Bisogna affrontarle tutte con umiltà e concentrazione. Molto dipende dal nostro atteggiamento» - Adrian Banks sulla strada del recupero dopo la positività al Covid emersa nel ritiro di Lasko. Quasi una settimana di isolamento: il tampone eseguito mercoledì sera ha tranquillizzato tutti evidenziando come il giocatore abbia sconfitto il virus tornando negativo. Ieri Banks si è sottoposto alle prime visite mediche che hanno dato tutte un esito confortante, oggi completerà il ciclo di esami previsto e se tutto sarà a posto la guardia statunitense tornerà a disposizione di coach Franco Ciani. «Ci vorrà un po' di tempo e la necessaria prudenza - sottolinea il presidente Mario Ghiacci -. Banks è uscito bene da questa situazione ma dobbiamo rispettare i suoi tempi. Ricomincerà gradatamente ad allenarsi ma è già importante che possa rientrare nel gruppo». Squadra tornata a lavorare sul parquet dell'Allianz Dome dopo l'amichevole disputata a Cividale contro gli austriaci del Kapfenberg. Successo che fa morale ma, vista anche la netta affermazione ottenuta da Treviso contro i Bulls, da prendere con le molle dando il giusto peso alle impressioni ricavate nel corso dei quaranta minuti. «Sono partite che ti servono per conoscerti, giocare assieme e migliorare l'intesa - continua Ghiacci -. Il senso dell'amichevole di martedì è stato questo poi è vero che in alcuni momenti della partita abbiamo fatto vedere delle cose interessanti ma l'attenzione va posta sulle cose che dobbiamo migliorare. In attacco e in difesa ci sono situazioni da perfezionare, credo sia normale a neppure tre settimane dall'inizio della preparazione». Un concetto, quello legato alla necessità di continuare a lavorare per migliorare e crescere espresso anche da Juan Fernandez, uno dei punti riferimento dell'Allianz nella prossima stagione. «Contro Kapfenberg ho visto un team che ha giocato a ritmi alti - sottolinea il Lobito - cercando di condividere la palla in attacco e proponendo una fase difensiva basata sull'intensità. Un sistema offensivo con innumerevoli soluzioni e una difesa asfissiante saranno sicuramente le chiavi della nostra stagione. In questo periodo, comunque, conta provare già a mettere in campo questi elementi che nelle prossime settimane, crescendo fisicamente e tecnicamente a livello individuale, verranno ulteriormente sviluppati». Prossima uscita dell'Allianz programmata la prossima settimana, mercoledì primo settembre a Lasko, contro i tedeschi del Mitteldeutscher. Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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