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SABATO 20 NOVEMBRE 2021

- In 11 anni il pubblico triestino ha imparato a conoscerlo. Eugenio Dalmasson - intervistato oggi da Roberto Degrassi su "Il Piccolo" - raramente lascia dare libero sfogo alle sue emozioni. Mai sopra le righe. Domani al Taliercio, tuttavia, non assisterà a una partita di basket qualsiasi. Il duello Umana-Allianz significa mettere di fronte le società di 15 anni della sua carriera. Anche se ora il mestrino ha lasciato la panchina ed è dirigente della Reyer e dovrà fare un tour de force nel weekend per seguire la squadra femminile e rientrare in tempo per essere al Taliercio.In questi mesi ha ricevuto offerte per tornare ad allenare? "Sono arrivate richieste al mio procuratore ma gli avevo già anticipato che volevo vivere un'esperienza diversa". Reyer Venezia, un ambiente che le è familiare: una società che conosce, a pochi chilometri da casa. Quanto ha influito questo nella scelta? "Non è stato determinante anche se sarebbe ipocrita negare che qui trovo condizioni favorevoli. Ma mi interessava soprattutto un'esperienza in una società attrezzata ad alto livello, su più fronti. Da questo punto di vista Venezia è all'avanguardia in Italia". Domani vivrà il confronto tra le due società cui è più legato. Con quale spirito "?Credo che se mi fossi trovato in panchina l'impatto sarebbe stato molto forte emotivamente. Vissuta da bordo campo, invece, seguirò la partita con serenità e con il piacere di rivedere tante persone alle quali sono affezionato. Sarà comunque una grande emozione". La classifica vede l'Allianz davanti all'Umana. "Trieste è partita molto bene, i 10 punti lo confermano. Venezia ha avuto qualche problema, sta trovando continuità solo adesso ma le formazioni di De Raffaele vengono fuori alla distanza. Questo, del resto, è un campionato diverso dalle altre stagioni". In che senso? "Di solito, dopo 7/8 giornate si delineavano i valori, si cominciava a intuire quali sarebbero state le squadre in corsa per i play-off e chi avrebbe dovuto lottare sul fondo. A parte Milano, invece, stavolta il livellamento è notevole, la stessa Virtus Bologna ha accusato qualche battuta a vuoto, le due neopromosse sono molto competitive, apparentemente Pesaro pare avere qualche difficoltà in più rispetto alle altre ma deve ancora far vedere l'impronta di Banchi". Umana-Allianz sarà anche un confronto tra singoli. E le loro storie. Ritrova tra gli altri Daniele Cavaliero. Una delle sue ultime fotografie triestine al Dome la ritrae proprio insieme all'attuale capitano". La sua passione è anche il suo elisir d'eterna giovinezza. Continua a giocare con lo spirito di un ragazzino, fa da chioccia ai più giovani, con la sua esperienza è un aiuto per l'allenatore, dà sempre il suo apporto quando viene chiamato in causa". Divide il ruolo di guardia con un certo Adrian Banks... "In questa fase della stagione nell'Allianz sono arrivate buone prestazioni da parte di tutti ma il suo innesto ha dato una fisionomia diversa rispetto alle annate precedenti. Si è scelto di puntare su un elemento di grande qualità, una prima punta, anche se il roster e le rotazioni rimangono ampi. La profondità della panchina anche in tutti i miei anni è stata un punto di forza. Quest'anno li ho visti giocare in 10, anzi 11, visto l'apporto di Deangeli". A Venezia ha riabbracciato Stefano Tonut, lasciato dopo la sconfitta contro Brescia nei play-off A2 nel maggio di sei anni fa. "Ora è un giocatore affermato. Nonostante un'estate difficile per l'impegno olimpico e per essersi ritrovato uomo-mercato, ha approcciato la nuova stagione benissimo. In fondo ha steccato solo contro le Virtus Bologna in Eurocup e conoscendolo avrà voglia di rifarsi". Quale sfida tra Trieste e Venezia ricorda con più piacere? "Due, il primo anno del ritorno in A. Prima il successo al Taliercio che seguiva quello a Reggio Emilia e poi al ritorno all'Allianz Dome segnando 60 punti nel primo tempo ed esprimendo un basket che ricordo con orgoglio".

- La discontinuità, la mancanza di istinct killer, la fastidiosa tendenza a pagare carissima ogni piccola disattenzione: di difetti a questa Triestina se ne possono certamente trovare molti. Sta di fatto però che senza quel primo mese pagato al rodaggio di una squadra che era stata largamente modificata all'ultimo giorno di mercato, l'Unione sarebbe adesso quarta, a soli quattro punti dal terzo posto, perfino ancora a stretta gittata con chi ultimamente ha tenuto ritmi quasi perfetti (sarebbe a 6 punti dalla Feralpi e a 8 dal Sudtirol), e addirittura davanti al Padova.Una tendenza che la squadra alabardata dovrà assolutamente portare avanti anche nel posticipo di lunedì a Legnago (inizio ore 21, diretta Raisport), possibilmente con i tre punti per compensare il pareggio interno con il Trento. In quel primo mese di campionato, con i problemi di una squadra rinnovata a stagione già avviata, e in aggiunta una lunga sequenza di infortuni, l'Unione riuscì a raccogliere appena 2 punti in quattro partite: pareggiò in casa con Seregno e Piacenza, perse in trasferta con Juve Under 23 e Padova. Un inizio choc dal quale però la squadra di Bucchi seppe riprendersi, trovando via via la quadratura giusta.Certo, non c'è stato ancora il salto di qualità decisivo, il filotto di vittorie che potrebbe consentire di accorciare dal quartetto di testa ed emergere da quella palude che al momento vede invischiata la Triestina attorno al quinto-sesto posto con Albinoleffe e Pro Vercelli. Ci sono ancora le scorie di un percorso oggettivamente in salita d la squadra, come ha sottolineato Bucchi, è ancora in una fase ibrida.Ma il cammino dopo il primo mese, quello delle ultime dieci partite, è tutt'altro che da buttare, anzi. La Triestina in questo spezzone di torneo ha fatto 18 punti, il che significa 1,8 punti a partita. È una media che portata sulla lunghezza del campionato significa una stagione da oltre 68 punti: tanto per capirne la portata, sono i punti che ha fatto l'Unione nell'anno che è arrivata seconda dietro al Pordenone perdendo poi la finale play-off col Pisa; e con quei punti avrebbe vinto il girone quattro anni fa. Si tratta di una media che potrebbe ragionevolmente portare la Triestina a lottare per il terzo o quarto posto, che per quanto visto finora, in attesa di ulteriori probabili miglioramenti, rispecchia l'attuale valore della squadra. Per questo la sfida di Legnago è fondamentale: l'Unione viene da 12 punti in 7 partite e il trend positivo va alimentato.Certo, anche lasciando da parte il primo mese, il Sudtirol sembra fuori portata (in questo lasso di tempo ha fatto 26 punti), mentre Feralpi e Renate dopo i loro super filotti ne hanno fatti rispettivamente 24 e 22, meglio degli alabardati ma non così lontani. Il Padova invece è addirittura a quota 16, due punti sotto la Triestina, anche se deve recuperare ancora una partita. Insomma già tenendo questo passo l'Unione alla lunga potrebbe emergere dal gruppone e consolidare il quinto posto, ma con l'atteso salto di qualità, o l'entrata a regime come l'ha definita Bucchi, questa Triestina potrebbe anche ambire alla quarta, se non addirittura alla terza posizione.

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