SandroWeb Posted October 16, 2022 Report Share Posted October 16, 2022 DOMENICA 16 OTTOBRE 2022 - Preoccupante passo indietro per la Pallacanestro Trieste, superata nettamente dalla Reyer in un derby senza storia. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo", Venezia ha comandato sul parquet dell'Allianz Dome al termine di un match tenuto saldamente in mano dalla palla a due iniziale e nel quale ha lasciato alla sua avversaria solo un paio di fiammate nei rari momenti in cui ha abbassato l'intensità difensiva. Coach Legovich si aspettava continuità dopo la buona prova offerta a Bologna: la sua squadra non ha saputo ripetersi consegnandosi a Venezia e mettendo in mostra gli stessi limiti tecnici e agonistici che avevano caratterizzato la gara d'esordio contro Pesaro. Pioggia di bombe sull'inizio di partita di Trieste. La Reyer parte 0-8 con Willis e Freeman a colpire dall'arco poi, dopo il time-out di Legovich e la reazione firmata Bartley e Davis, l'ulteriore parziale di 0-9 con i canestri pesanti di Granger, Bramos e Willis che firmano l'iniziale 5/5 veneziano e portano la formazione di De Raffaele sull 5-17. Vantaggio in doppia cifra conservato e incrementato proprio sulla sirena quando Granger, da tre, chiude un primo quarto praticamente perfetto portando l'Umana sul 15-29. Si allarga a venti punti la forbice in apertura di secondo quarto. Trieste muove il tabellone con due liberi di Bossi, dall'altra parte Spissu, De Nicolao e Tessitori portano il punteggio sul 17-37 per il nuovo minuto chiamato da Legovich. Ci prova la formazione triestina, Davis trascina i suoi, si sblocca Gaines poi sale in cattedra Vildera che con sette punti consecutivi firma il 33-48 con due minuti ancora sul cronometro della prima frazione. Ultimi centoventi secondi che riconsegnano all'Umana venti lunghezze di margine, primo tempo chiuso sul 35-55 grazie a uno strepitoso 9/12 dalla linea dei tre punti. Trieste rientra meglio dagli spogliatoi, approfitta di qualche forzatura reyerina e con un parziale di 11-4 rientra prima sul 46-59 poi, grazie ai liberi di Pacher e Vildera sul 54-63 con 2'44" sul cronometro. Sono di De Nicolao i punti che danno ossigeno a una Reyer che riprende un buon margine e chiude il terzo quarto sul 58-73. Volata finale senza scossoni, Trieste non ha più energie per tentare di scalare la montagna orogranata, Venezia controlla e chiude sul 78-95. - Rispetto a quello di tre anni fa, è un Massimo Pavanel che si sente migliore quello che oggi debutterà sulla panchina della Triestina nella sfida contro l'Albinoleffe ( al Rocco inizio alle 14.30). Lo scrive oggi Antonello Rodio: il tecnico non prevede stravolgimenti tattici, ma fin da oggi promette di cercare di accendere quella scintilla che possa creare emozioni ai tifosi.EMOZIONI. «Le esperienze ti fanno diventare più forte - dice il tecnico - e io mi sento diverso, maturato, più forte del Massimo che è andato via tre anni fa. Ho sempre cercato di dare alle squadre un gioco, ma quello a cui tengo di più è creare emozioni, e questo è il momento ideale per tirare fuori i propri sogni. L'aspetto più importante non è quello tattico, ma l'atteggiamento, il difendere e attaccare tutti insieme, aiutare i compagni: quello fa la differenza. Col tempo penso di aver valorizzato più questi aspetti che quelli tecnico-tattici».RICETTA. Pavanel prova a spiegare qual è la sua ricetta per rilanciare l'Unione: «La squadra ha avuto difficoltà anche logiche per la velocità con cui è stata costruita. Ha caratteristiche ben precise, quindi sul piano tattico non si possono fare stravolgimenti, ma bisogna lavorare sui principi e sul cuore. I giocatori devono tirar fuori tanto, non c'è più l'alibi dell'allenatore. La squadra deve giocare libera e di più assieme, andare di più in verticale, essere rapida nei ribaltamenti e avere fiducia nelle giocate. Più giocatori porti rapidamente nelle due fasi e più hai probabilità di vincere». RITORNO. Naturalmente il ritorno a Trieste gli ha creato sentimenti forti: «Il primo pensiero è andato a Billy Marcuzzi - confessa Pavanel - l'ultima avventura qui l'abbiamo vissuta insieme e mi emoziona pensarci. Quando mi ha contattato Romairone, ha toccato un tasto per me particolare, che va oltre le considerazioni tecniche: di fronte all'interesse della Triestina ho avuto un impeto d'orgoglio, ho pensato che il destino apre delle possibilità che devi cogliere al volo. E poi so come si sta muovendo la società: qui si può costruire qualcosa di nuovo, bello e duraturo. C'è un progetto serio abbinato a un blasone enorme: c'è la fila di giocatori e allenatori che vorrebbero venire qui». GRUPPO. Un pensiero viene speso anche per Andrea Bonatti: «Lo conosco e ha lasciato un gruppo coeso, sano e con voglia di fare bene. Lo ringrazio per il lavoro fatto ma sappiamo cosa significa fare l'allenatore. Anch'io vengo da un'esperienza tosta da digerire. Ma queste cose ti fanno diventare più forti e come detto io mi sento più forte di tre anni fa».PARTITA. Pavanel, che si porta Filippo Cristante come vice e Daniele Riganti come collaboratore tecnico, vuole che questa Triestina dimostri già da oggi quanto vale, anche se dovrà fare i conti con assenze pesanti: mancheranno infatti Ghislandi e Minesso, oltre a Lollo e allo squalificato Paganini. Ritornano però fra i convocati Lombardi e Ciofani: «L'Albinoleffe viene da una grande vittoria e sta bene - dice il tecnico - ma io penso solo alla Triestina, che ha grandi potenzialità non espresse e quindi margini enormi, ed è migliorabile sia in fase offensiva che difensiva. Pressioni? In carriera ne ho già affrontate ed è il momento in cui rendo meglio, ma non voglio pensarci. Conosco la città, so cosa vuole Trieste, cosa può dare e perché fischia. Il mio obiettivo, come l'altra volta, è cambiare quell'idea del "no se pol": Trieste questa voglia ce l'ha» Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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