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I suntini sandrini di giovedì 1° dicembre 2022


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GIOVEDÌ 1° DICEMBRE 2022

- «Sento un grande spirito di rivalsa, sento grande rabbia, sento la voglia di non mollare neanche un centimetro e di mettermi davanti a tutto il gruppo ed essere il primo al campo a fischiare l'inizio dell'allenamento». Come scrive oggi Guido Roberti su "Il Piccolo", sono le parole nette, chiare, inequivocabili con cui Massimo Pavanel dopo l'ennesima sconfitta della Triestina scaccia qualsiasi pensiero diverso dalla prosecuzione del lavoro per quella che è ormai la sua seconda pelle. «Io amo Trieste, amo la Triestina e sono il primo che vado avanti. Fin che ho un secondo, io penso che quel secondo sia il secondo della svolta. Devono venire con me». Chiaro il sottinteso ad un gruppo squadra cui sembra davvero impossibile diagnosticare il problema. Una squadra incapace di reggere 90 minuti con continuità. Incapace di risollevarsi alle prime avversità all'interno di quei 90 minuti. Spiega Pavanel: «È la fragilità che abbiamo in questo momento. Il primo tempo c'eravamo solo noi in campo ma la partita dura 95 minuti, e la squadra si attanaglia alle prime difficoltà e non ne viene fuori. Invece dobbiamo scrollarci di dosso queste difficoltà, lottare e giocare di più, alzare l'intensità del gioco. Siamo incompiuti in questo momento. Ma io combatto». Che sensazioni percepiva durante i tre giorni di ritiro? «Noi lavoriamo sempre bene, e questo mi fa arrabbiare parecchio perché anche oggi parliamo di un primo tempo di un certo tipo e alla fine di un'altra sconfitta. Dobbiamo invertire la situazione con tutte le nostre forze. Non cerco consensi, so quello che valgo e faccio, con tutto l'amore possibile, ma dobbiamo svoltare». Quale che sia il male di questo spogliatoio resta l'enigma più arduo da dirimere in vista di gennaio. «Non possiamo star lì a piangerci addosso, a entrare in questo loop mentale, non voglio lacrime a fine partita, ci vuole forza, essere uomini e dobbiamo lavorare moltissimo». Pavanel non ne fa nemmeno una questione di anagrafe, in un senso o nell'altro, per la reazione piatta della squadra. «Non c'è da fare un distinguo, è la Triestina in toto che deve diventare squadra, deve tirare fuori di più, ed io davanti a tutti perché la alleno questa squadra. Voglio che lotti, che non si abbatta perché subisce un gol. Non fosse così potremmo starcene a casa, e invece no, devi avere la forza di combattere. Il vincente è quello che si rialza, non quello che subisce». 

- È successo. In un colpo di valzer, una brillante Pallanuoto Trieste sbanca in eurovisione il Noisy Le Sec ed è ad una bracciata dai quarti di finale di Euro Cup. Lo scrive Francesco Bevilacqua: dopo 32 minuti di battaglia navale, il tabellone dell'Aquastadium non indica solamente 12-20, lo abbaglia. E riflette la partita perfetta della "équipe terrible" plasmata da Bettini (che pochi giorni fa ha festeggiato la nascita della terza figlia, Bianca). Un ballo travolgente, irresistibile e internazionale. Immune dal colosso transalpino e impermeabile ad un avvio in rincorsa. Tre sillabe che compongono una squadra vincente ma anche coesa, vivace, decisa. La miglior medaglia della Trieste sportiva si forgia a pochi chilometri da Parigi, nel bacino degli aspiranti campioni d'oltralpe, manovali della rapidità e cultori del bel gioco. Non ieri. Perché la squadra griffata Samer & Co. Shipping ha saputo smantellare le qualità dei padroni di casa demolendone poco a poco le speranze. L'avvio è shock con una tripletta di Petkovic che trasforma in rete le prime tre azioni in superiorità del Noisy, intervallato dalle conclusioni di Bini e Mladossich. Bowen mette i francesi sul 4-2 ma il resto di gara è incalzata dalla doppietta di Valentino, in evidente confidenza con il cloro transalpino, ed il 4-5 di Vrlic che manda Trieste in vantaggio all'ultimo respiro della prima frazione. Servono settanta secondi ai rossoneri per riportarsi in parità, questa volta con Do Carmo mentre Petronio fa 5-6 con una sassata delle sue. Valentino è presente anche sul +2 di Trieste poco prima del 6-7 di Do Carmo. Irrompe anche Inaba, con una tripletta che gli vale copertina e soprattutto la fuga per gli alabardati. Al cambio campo, il Noisy non c'è più; vola invece Podgornik che scolpisce il +5. Petronio di rigore doppia gli avversari e dagli stessi metri fa 6-13. Mladossich allunga di due mentre Bowen prova a defibrillare i suoi con l'8-15 che chiude il terzo periodo. Inaba, Petkovic e Vrlic accompagnano la sfida alle battute finali; Bowen porta i suoi in doppia cifra ma Mezzarobba senza contrasto segna anche il 10-18. Ci pensano Do Carmo e Petkovic ad addolcire il risultato al quale resta un retrogusto amaro perché Inaba fa 19, Bego 20 e Trieste può quasi stappare i quarti di finale. Tuttavia, anche con 8 gol di scarto, la cautela resta l'ingrediente migliore in vista del ritorno (in calendario mercoledì 14 alla Bianchi) la soddisfazione per questo successo straripante però non si può trattenere, come un valzer, per chi piace ballare. 

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