SandroWeb Posted June 18, 2023 Report Share Posted June 18, 2023 DOMENICA 18 GIUGNO 2023 Dopo oltre 300 presenze tra i professionisti, delle quali quasi un centinaio con la maglia alabardata, il mulo doc Federico Maracchi nell'ultima stagione è tornato a giocare fra i dilettanti, giocando con lo Zaule Rabuiese nel campionato di Eccellenza del Friuli Venezia Giulia. Il centrocampista (intervistato da Antonello Rodio oggi per "Il Piccolo"), che ha appena compiuto 35 anni, fa un bilancio della sua esperienza di quest'anno, assicura che vuole continuare a giocare, fa un pensierino anche a un possibile futuro da allenatore e racconta le sofferenze da tifoso della Triestina. Maracchi, qual è il suo bilancio di questa stagione? «Sicuramente positivo: mi sono divertito, avevamo fatto anche un super girone di andata che ci ha portati al quarto posto, il grande rammarico è che per poi per due mesi e undici partiti non siamo riusciti a vincere, perdendo il treno buono». E sul piano personale? «Una buona annata, ho trovato bellissimo gruppo, ho giocato tanto e fatto un discreto campionato. Avevo qualche dubbio all'inizio, visti i problemi fisici avuti in passato, ma facendo meno allenamenti rispetto ai ritmi dei professionisti, sono riuscito a gestirmi: ho avuto solo un infortunio muscolare, per il resto tutto bene». Ma con lo Zaule Rabuiese non si è accontentato solo di giocare... «Ho dato anche una mano a Nino Ludwig e Andrea Albrizio ad allenare i Pulcini: una bella esperienza anche questa, cercando di conciliare lavoro e famiglia. Lavoro in banca, per cui una volta finito correvo ad allenare i ragazzini e poi più tardi a mia volta avevo io l'allenamento con la prima squadra». E adesso cosa farà? «Continuo. Di sicuro il prossimo anno giocherò ancora con lo Zaule Rabuiese, poi vediamo come sto. Ma vorrei giocare ancora perché mi piace e mi sto divertendo». C'è anche la voglia di fare in futuro l'allenatore? «Questo non lo so ancora, tre anni fa ho fatto il patentino Uefa B. Devo dire che mi piacerebbe, ma bisogna vedere appunto gli impegni con lavoro e famiglia. Intanto penso a giocare». E della stagione della Triestina cosa ne pensa? «Che ho sofferto tanto per tutto l'anno, come tutti i tifosi alabardati. Essendo fuori dal giro, non so sinceramente i motivi di questa annata stranissima, i giocatori mi pare che c'erano, ma non si è mai trovato l'amalgama giusto. Meno male che alla fine è arrivata la salvezza altrimenti sarebbe stato un disastro. Ho visto anche poche partite giocando anch'io la domenica, ma all'andata dei play-out ero in Curva Furlan». Anche Pavanel, col quale siete stati a un passo dalla B nel 2019, non era riuscito a raddrizzare la rotta. «Quando ho visto che sarebbe tornato Pava, conoscendolo, ho pensato subito che sarebbe riuscito a entrare nella testa dei giocatori. Ma è stata un'esperienza negativa, strano che nemmeno lui abbia fatto andare bene la squadra, evidentemente c'erano grosse lacune in spogliatoio e nella rosa. Per fortuna, come detto, alla fine è arrivata la salvezza». E adesso cosa spera per l'Unione? «Che costruiscano una squadra che faccia qualcosa di importante. Spero in un progetto serio, la speranza è sempre quella di salire in serie B. Se ne parla da tanti anni, io stesso ci sono andato vicino qualche stagione fa». Resta il suo più grande rammarico? «Certo, come anche quello dell'ultima stagione in cui non ho giocato: ero l'unico triestino in quella squadra e star fuori e non poter dare una mano è stato difficile. C'era anche il traguardo delle 100 presenze che avrei voluto tagliare. Ma ho comunque tanti bei ricordi dell'avventura con l'Unione e preferisco tenermi le cose belle». Quote Link to comment Share on other sites More sharing options...
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