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I suntini sandrini di venerdì 11 agosto 2023


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VENERDÌ 11 AGOSTO 2023

- Attilio Tesser è riuscito a portare a 60 i minuti nelle gambe di parte della sua rosa, con l'intento di proseguire domani contro il Cjarlins la crescita di autonomia degli altri giocatori. Come scrive oggi Guido Roberti su "Il Piccolo", scherzando nel post partita ha ben precisato che il processo riguarda tutti gli effettivi senza etichette particolari. «Titolari non esistono, chi è partito dall'inizio mercoledì è arrivato a 60 minuti, tra qualche giorno contro il Cjarlins ne farà altrettanti chi magari a Capodistria ne ha fatti 30». Una rotazione per portare la squadra a fare i 90'. Una rotazione che ha consentito alla Triestina di tenere il campo lungo tutto l'arco di gara. «Contro il Koper hanno tenuto tutti bene per 50 minuti, poi ad inizio di secondo tempo siamo un po' calati per riprendere campo con i nuovi ingressi. A parte la Lazio che contava relativamente dopo due giorni di lavoro, questa era la partita più importante finora, in cui era prezioso vedere alcune trame, la condizione atletica e credo si sia visto qualcosa, niente di eccezionale ma c'eravamo». Il tutto senza sottostimare la differenza di preparazione con gli sloveni.«Nella prima parte noi un po' timorosi contro un avversario più avanti di condizione e dalle geometrie molto buone, ma abbiamo preso coraggio ed iniziato a fare qualcosa di positivo, siamo migliorati nel fraseggio prendendo fiducia e recuperando un po' di palloni in mezzo al campo per ripartire con pericolosità. Abbiamo trovato il gol e qualche altra occasione".
Celeghin è arrivato ed è stato subito gettato nella mischia. «Mi serviva vederlo, conoscerlo, metterlo in campo con i compagni dopo un giorno di allenamento. Però dobbiamo velocizzare i nuovi ingressi, lui è un ragazzo che si era allenato bene a Como quindi ha già una buona condizione, deve migliorare come tutta la squadra l'aspetto tecnico-tattico, ma a Capodistria mi è piaciuto come mi è piaciuto l'atteggiamento di squadra».
L'atteggiamento, la parola attorno la quale si vuole costruire l'identità di squadra? «A Capodistria eravamo presenti, non mollando mai sui contrasti, sulla corsa. Un bel segnale di quello che dicevamo in conferenza stampa, si può parlare di tattica o di tecnica, ma quello che conta è lo spirito della squadra».

- Carico, motivato, pronto ad affrontare la sua prima esperienza in Europa e a vestire la maglia della Pallacanestro Trieste. Lo scrive Lorenzo Gatto sul quotidiano locale odierno: Eli Brooks arriva in biancorosso con il giusto entusiasmo, consapevole del peso di una stagione che potrà essere fondamentale per la sua crescita. In questo senso la presenza sulla panchina di coach Jamion Christian sarà per la guardia americana una garanzia importante per ambientarsi al meglio e superare le iniziali difficoltà di un campionato tutto da scoprire.

BACKGROUND : «Vengo da una lunga carriera prima in high school e poi al college. Lì si gioca un basket che posso definire già professionale, ad alto livello, con ritmi molto alti sia in attacco che in difesa. Hard hedges (uscita dal blocco del difensore che rallenta il portatore di palla), "drop" e "pistol" sono all'ordine del giorno e rendono il gioco molto veloce. Mi sono trovato a giocare in molte situazioni diverse, con allenatori con diverse filosofie e questo credo sarà utilissimo per "tradurre" il mio modo di giocare per il campionato italiano. Già lo è stato nella mia crescita fino ad oggi. Sono stato capitano agli Wolverines e come leader in quel contesto ho sempre voluto guidare con l'esempio prima che con le parole, prendendo le decisione giuste al momento giusto, essendo un buon compagno di squadra e facendo tutto quello che è necessario per portare a casa la vittoria. Nelle ultime due stagioni a Michigan ho sicuramente rafforzato anche il lato "vocale" della mia leadership. In questo è stato importantissimo coach Juwan Howard, il rapporto con lui mi ha fatto crescere molto».

L'ARRIVO A TRIESTE : «Sono entusiasta di poter continuare il mio percorso professionale di crescita a Trieste, non vedo l'ora di iniziare la stagione. I primi contatti per vestire il biancorosso li ho avuto con coach Christian. In realtà da lui ho ricevuto diverso tempo fa la mia prima offerta in carriera per giocare in Division 1 di Ncaa. Alla fine il cerchio si è chiuso e quando lui ha ricevuto l'incarico a Trieste mi ha subito contattato per propormi questa avventura, dicendomi che per me sarebbe stata una grande opportunità, ne sono convinto. Non vedo l'ora di immergermi nella vostra cultura e di imparare la vostra lingua. Poter vedere tutte le città in cui andremo a giocare e immergermi in quell'atmosfera sarà fantastico. Ho visto i video di voi tifosi, ho sentito i vostri cori, i vostri tamburi, e ho ammirato le vostre bandiere sventolare, sarà magnifico».

LA SQUADRA : «Stiamo costruendo qualcosa di speciale: ci sono un sacco di tiratori da tre punti, e al contempo diversi veterani, con i quali non vedo l'ora di confrontarmi, per condividere le nostre visioni del gioco e imparare da loro. Da parte mia porto alla squadra la capacità di fare le scelte giuste, anche sotto pressione, la mia capacità di fare canestro e di difendere forte sempre. Io gioco sempre al massimo, senza mollare mai, spero davvero possiate apprezzarlo nel corso di questa stagione».

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