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MARTEDÌ 13 FEBBRAIO 2024

- Una squadra alla deriva, un campionato che appare compromesso, una piazza che ha ormai voltato le spalle a società, tecnico e giocatori. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", con la sconfitta contro la Luiss Roma, la Pallacanestro Trieste ha toccato il fondo. Risultati e prestazioni che entrano di diritto nella galleria degli orrori del basket triestino e che hanno scatenato la reazione di una tifoseria che, dopo mesi di paziente attesa, ha rotto gli indugi contestando pesantemente. Reazione dura come forse mai si era vista a Trieste, figlia di una delusione direttamente proporzionale alle aspettative che la società aveva creato alla vigilia di un campionato che doveva essere quello del riscatto dopo la retrocessione. Nel mirino Michael Arcieri, il responsabile di un progetto che non appare più credibile, naufragato per l'inadeguatezza di un coach incapace di adattarsi alle necessità di un basket troppo diverso dal suo e per una squadra troppo fragile per reagire di fronte alle difficoltà.

IL DESERTO BIANCOROSSO Sembrava impresa impossibile azzerare la passione di una città nella quale la pallacanestro rappresenta, da sempre, qualcosa di speciale. Era successo nel 2004, dopo il fallimento che aveva costretto la Pallacanestro Trieste a ripartire dalla B2. Eppure, nonostante lo choc di un ridimensionamento che aveva costretto la tifoseria a passare dalle sfide contro Olimpia Milano e Virtus Bologna a quelle contro Monfalcone e Corno di Rosazzo, lo zoccolo duro dei 2000 spettatori non era mai stato scalfito. Dal 2012, con la promozione in A2, il crescendo di risultati aveva riacceso un fuoco che covava sotto la cenere. Il red wall e i sold out che nelle stagioni griffate Alma avevano accompagnato la squadra al ritorno in serie A, le lunghe file ai botteghini di una tifoseria tornata a innamorarsi della sua squadra, il forte legame identitario che ha caratterizzato le stagioni nella massima serie sembrano oggi un lontano ricordo. I 1692 spettatori presenti sabato scorso sono un dato che deve far riflettere. Una sonora bocciatura da parte di una tifoseria che si è sentita toccata nel profondo e non pare più disposta a sposare le promesse di una società che alle parole e ai proclami, non sta facendo seguire i fatti.

LA CONTESTAZIONE I momenti difficili, nella storia del basket triestino, non sono mancati. Il duro confronto tra Virginio Bernardi e una parte del pubblico di Chiarbola nella stagione 1995/96, la crisi della Telit di Banchi e il ritorno di Pancotto che nel 2001/02 venne richiamato d'urgenza al capezzale di una squadra che stava pericolosamente scivolando verso la A2 poi, dopo la promozione del 2012, la dura presa di posizione del pubblico nei confronti della gestione Rovelli/Boniciolli accusati, dopo la rinuncia a Jobey Thomas e Brandon Brown, di aver tradito le promesse di inizio campionato. E, in tempi più recenti, il confronto tra una delegazione della curva e la squadra nella stagione 2019/20 subito dopo la pesante sconfitta a Trento nella stagione poi interrottasi per il Covid. Momenti difficili ma che mai erano trascesi negli insulti ascoltati sabato scorso. Al termine della gara, il confronto tra la Curva Nord e Arcieri non ha trovato un punto di incontro con il gm che si è limitato a chiedere pazienza e fiducia a una tifoseria che non sembra più disposta a concederla. La risposta, dopo la trasferta di sabato a Cantù, nel match casalingo del 25 febbraio con Agrigento. Il rischio di trovarsi con un palazzetto sempre più vuoto è reale.

VERONA VINCE Nel posticipo Verona batte Treviglio 68-67 e sale a 32 punti, 4 più di Trieste.

- «Sì, questa è una partita che dobbiamo assolutamente vincere». Mister Roberto Bordin parla chiaro e diretto e non nasconde che per la Triestina è arrivato il momento di tornare alla vittoria. Come scrive Antonello Rodio, stasera altro capitolo del lungo esilio a cui è costretta l'Unione in questa stagione: si gioca infatti ancora al Tognon di Fontanafredda (inizio ore 20.45, arbitra Di Reda di Molfetta). DI fronte ci sarà un Renate che oggettivamente sembra una squadra più malleabile rispetto a Mantova e Pro Patria, che numeri alla mano erano le più in forma del girone. I nerazzurri di Alberto Colombo vengono invece da tre ko consecutivi, per giunta interni, sono scivolati in una posizione pericolosa di classifica e tra l'altro hanno potuto riposare 24 ore in meno degli alabardati per questa infrasettimanale. Ma Bordin mette in guardia chi pensa che sia tutto semplice: «Nel calcio non esistono partite facili, le gare vanno giocate sul campo, non sulla carta. Quindi dobbiamo essere concentrati e vogliosi di fare un'ottima gara sotto tutti gli aspetti».

Detto questo, il tecnico alabardato afferma senza mezze parole che bisogna tornare ai tre punti: «È una partita che dobbiamo e vogliamo vincere. Sia perché dobbiamo riscattare il risultato della gara di venerdì, sia per recuperare i punti persi, sia per mantenere il terzo posto con un certo margine, per poi tentare di risalire la classifica puntando al secondo posto». Per farlo, però, servirà una Triestina migliore di quella vista a Mantova, dove pur la reazione c'è stata: «Tutti devono essere consapevoli che bisogna tirare fuori qualcosa in più, io per primo - dice Bordin - il gruppo in questi giorni dopo Mantova ha comunque lavorato bene guardando avanti nella stessa direzione. Dobbiamo essere più concreti, cercando di concludere di più e con più coraggio». Sul fronte formazione mancheranno ancora i due difensori centrali Malomo e Struna, con il primo che ha maggiori possibilità di rientrare in breve tempo. Rientra invece già tra i convocati Ballarini, che lavora in gruppo da un paio di giorni. Per la sfida con il Renate, anche se sorprese dell'ultimo momento sono sempre possibili, Bordin sembra intenzionato a confermare il suo 4-3-3, ma con rilevanti modifiche a livello di singoli. Correia e Vallocchia, che stanno attraversando una fase opaca, potrebbero stavolta restare fuori a beneficio di Fofana e Celeghin, mentre in difesa potrebbe rientrare Petrasso. Tirando le somme, davanti a Matosevic ci sarà ancora la coppia formata da Ciofani e Moretti, con Pavlev a destra e Petrasso favorito su Anzolin a sinistra. In mezzo al campo stavolta dovrebbe toccare a Fofana il ruolo di play, con Celeghin a destra e probabilmente ancora D'Urso a sinistra. Davanti conferma per le tre frecce dell'attacco alabardato che sperano di tornare a pungere: Lescano in mezzo, El Azrak sulla corsia mancina e Redan a destra.

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