SandroWeb Posted February 21, 2024 Report Posted February 21, 2024 MERCOLEDÌ 21 FEBBRAIO 2024 - L'aggettivo sceglietelo voi. Perdente. Deprimente. Demotivante. Come scrivono oggi Ciro Esposito e Roberto Degrassi su "Il Piccolo", ogni declinazione in negativo può andare bene perchè il 2024 per lo sport triestino ha portato finora quasi solo sconfitte. Una catena pressochè interminabile. La Triestina in un paio di mesi si è ritrovata da una classifica quasi a ridosso del Mantova capolista a scivolare a meno 20 rinnegando la scelta del più affidabile allenatore della categoria. La Pallacanestro Trieste, che invece il suo allenatore-scommessa non l'ha rinnegato mai, si è abituata tristemente a perdere e rincorre la speranza di un risveglio nei play-off. Unite in un presente nero, Triestina e Pallacanestro Trieste, ma legate anche da qualcos'altro in comune: proprietà americane ambiziose, giovani, che hanno fatto investimenti importanti e promettono di continuare a farli con l'obiettivo di riportare la Trieste dello sport più in alto. Chi lo promette senza giri di parole (il basket), chi lo programma più prudentemente nel tempo (il calcio). Il traguardo però è lo stesso. Sullo sfondo, c'è una Trieste che non può restare indifferente di fronte a esibizioni sportive negative ma che del resto non ha e non sa esprimere eventuali alternative per regalare un futuro stabile alle due principali realtà locali. Non ci sono le risorse, nè gli uomini, nè probabilmente la capacità di aggregarsi in modo credibile. E questo è un problema più pesante di una partita persa per un gol al novantesimo o per un ciuff sulla sirena. TRIESTINA Per i tifosi dell'Unione la prima stagione griffata dalla nuova proprietà americana sembrava essere finalmente quella del rilancio. L'arrivo di Ben Rosenzweig e del suo fondo americano aveva riportato il sereno dopo un'annata da dimenticare sia per le gesta sportive che per quelle societarie. L'ingaggio di un allenatore top come Tesser, di un bomber come Lescano, di tanti giocatori di livello con un passato in categorie superiori e quelli scoperti dal fiuto di Alex Menta erano delle ottime premesse. Ma soprattutto, dopo la prima fase altalenante, la Triestina aveva cominciato a girare, segnando come mai era successo negli ultimi anni e veleggiando nelle zone alte della classifica. Non era attrezzata magari per vincere il campionato ma per andarci vicino. A fine dicembre la sconfitta con il Padova aveva frustrato solo in parte l'entusiasmo di un gruppo capace di vincere ben 12 partite nel girone d'andata. Nel calcio i cali di forma e di rendimento sono sempre in agguato specie se si tratta di una squadra nuova e rifondata. Ma quello stesso gruppo di giocatori nel nuovo anno è caduto in un tunnel del quale non si intravvede ancora la via d'uscita. Buona la ripartenza nel 2024 con una vittoria a Trento striminzita nel punteggio ma devastante sul piano del gioco. Primo campanello d'allarme con l'Albinoleffe a Fontanafredda con una rimonta dei lombardi dallo 0-2 firmato dall'inedita doppietta di Celeghin. La prestazione vittoriosa di Vercelli in una delle più belle gare di questa stagione sembrava avesse cancellato il primo ko dell'anno. E invece l'altro mezzo passo falso sul campo di casa in esilio con la Pergolettese era solo l'anticipo dello tsunami. Caduta con la Pro Patria con una squadra irriconoscibile ed esonero di Tesser ancora incomprensibile soprattutto per le modalità. E con l'arrivo del nuovo tecnico Bordin esordiente su una panchina di C, gettato nel mattatoio con tre gare in 10 giorni, ecco che le sconfitte consecutive sono arrivate a quattro per uno score da brividi. Otto gare giocate, due vittorie, un pari e cinque ko con sette punti all'attivo. Il divorzio da Attilio Tesser ha accelerato una fase degenarativa. Il mercato di gennaio con l'uscita di Adorante, Pierobon e Finotto e gli ingressi di Vertainen, Petrasso e un Ballarini convalescente ha indebolito la squadra ma non certo tanto da giustificare un rendimento da retrocessione di una Triestina che, con gli stessi uomini, viaggiava a oltre 2 punti di media a partita con una proiezione finale da oltre 80 punti. I risultati non possono che indicare come la scelta del club sia stata tutt'altro che azzeccata. Nonostante l'imbarazzante impossibilità di giocare al Rocco e, pur dovendo disputare fuori casa (quasi) tutte le partite, il gruppo guidato da Tesser e con il sostegno della società aveva retto. Quella stessa società che aveva garantito e garantisce una stabilità finanziaria, un progetto a medio-lungo termine, la volontà di creare infrastrutture indispensabili per la crescita del club, si trova ora a dover fare i conti con una situazione delicati ssima da sbrogliare. Con i tifosi attoniti e arrabbiati e un trend negativo sul campo che, se non viene corretto, rischia di gettare al vento tutto quanto fatto di buono sul piano tecnico-sportivo nel 2023 e di non creare basi solide per la programmazione futura. Lunedì il presidente Rosenzweig sarà a Trieste a indicare la linea e le eventuali azioni che la società ha intrapreso o intende intraprendere. Il 2024 è cominciato malissimo ma per fortuna è appena cominciato. E anche gli autogol si possono rimontare. PALLACANESTRO TRIESTE La scorsa estate, dopo una dolorosa retrocessione, una promessa da parte del presidente Richard de Meo e di Cotogna Sports Group, il gruppo Usa che ha rilevato la proprietà della Pallacanestro Trieste: in A2 con una squadra da A1 per ritornare subito nella massima serie. Ma il campionato sta seguendo un copione diverso. In un torneo che vede roster costituiti per otto decimi da giocatori italiani l'identità della squadra è rimasta a stelle e strisce: italo-americano il general manager Michael Arcieri, Usa il coach Jamion Christian, la scommessa più ardita dell'anno visto che per risorgere è stato scelto un tecnico che prima d'ora non aveva mai guidato formazioni senior nè europee. Una scelta che non sta pagando. Dopo 24 partite tra prima fase e "orologio" Trieste è quinta e tale rimarrà fino ai play-off e di sconfitte ne ha già incassate dieci. Addirittura sei nelle ultime sette gare, sostanzialmente alla stregua di chi lotta per salvarsi. Da un mese e mezzo deve fare a meno dell'uomo di maggior impatto, Justin Reyes, ma non regge come alibi per un gruppo presentato da coach e dirigenza come composto da 10-titolari-10. A parole, incrollabile la fiducia del coach nel gruppo, incrollabile la fiducia del gm nel coach. E la sensazione sempre più crescente della distanza tra la mentalità sportiva americana e quella italiana. La serie perdente non viene drammatizzata rinviando qualsiasi verdetto al momento dei play-off, l'unico momento in cui in Usa si ritiene che si comincia a fare davvero sul serio. Ma in Italia ogni confronto conta. Velenoso perdere due derby regionali di fila. Demoralizzante vedere una squadra subire senza una reazione d'orgoglio due sconfitte casalinghe contro Rimini e una Luiss Roma composta prevalentemente da giocatori-studenti universitari. In Italia nello sport le correzioni di rotta hanno tappe obbligate: un confronto duro tra guida tecnica e squadra, tutti messi in discussione con l'allenatore primo a finire sul banco degli accusati. Nell'ultima gara di campionato i biancorossi hanno perso con onore in casa di Cantù. Per gridare alla ripresa però servono vittorie. E pensare di ottenerle continuando a subire oltre 90 punti da chiunque non è proprio la strada più semplice. Quote
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