SandroWeb Posted September 3, 2024 Report Posted September 3, 2024 MARTEDÌ 3 SETTEMBRE 2024 - Dopo la brutta serata contro la Clodiense, la Triestina avrebbe voluto avere più tempo per resettare, capire cos'è successo, recuperare i tanti infortunati e inserire meglio gli ultimi arrivati. Per questo confidava nella possibilità di chiedere il rinvio della partita con il Caldiero Terme, in programma domenica 8 al Rocco alle 18.30, sfruttando il fatto di avere almeno tre convocati nelle varie nazionali. Lo scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo": di giocatori papabili l'Unione infatti ne ha diversi: alla prova dei fatti Attys è stato convocato con l'Haiti, Vicario con la nazionale del Curaçao, Thordarson nelle giovanili dell'Islanda. Niente convocazioni invece per Krollis con la Lettonia e Jonsson con l'Islanda. Il problema è che i giocatori interessati devono aver giocato almeno il 30% del minutaggio per essere considerati tra quelli che consentirebbero un rinvio, requisito che manca invece a Thordarson, che nelle prime due partite di campionato è sceso in campo solamente per una manciata di minuti. Alla resa dei conti, quindi, nessuna possibilità di chiedere il rinvio del match con il Caldiero e prepararsi meglio alla sfida con un'altra neopromossa. Anzi, proprio a causa delle convocazioni di Attys, Vicario e Thordarson, una rosa già ridotta ai minimi termini (sabato in panchina c'erano solo cinque giocatori di movimento, oltre ai portieri) si impoverisce ulteriormente. E, giusto per rendere la pillola ancora più amara, i nuovi assenti hanno tutti lo stesso ruolo, ovvero sono esterni offensivi. Per fortuna Santoni potrà avere finalmente l'ultimo arrivato Olivieri e probabilmente riuscirà a recuperare alcuni degli infortunati: sicuramente Braima, poi forse qualcuno tra Bijleveld e Frare, più difficilmente Tonetto e Struna. Sta di fatto che sugli esterni è emergenza totale. Come se ne esce? Se Santoni vorrà mantenere lo stesso sistema di gioco, molte alternative non ce ne sono: dovrà utilizzare come esterni El Azrak e molto probabilmente Olivieri, anche se lo stesso tecnico ha detto di vederlo più come una punta. Questo lascerebbe intatto il resto dell'impianto, con Correia e Voca davanti la difesa, D'Urso sottopunta e uno fra Krollis e Vertainen come attaccante centrale, ma senza avere praticamente nessun ricambio sulle fasce. Altrimenti il mister dovrà ricorrere per una volta a un cambio di modulo, al momento piuttosto improbabile, che ad esempio preveda un terzetto a centrocampo (Braima, Correia e Voca), un trequartista (D'Urso) e due punte (Olivieri e una fra Krollis e Vertainen). Oppure ancora un albero di Natale con due trequartisti a supporto di una punta: e qua almeno fra D'Urso, El Azrak, Olivieri, Krollis e Vertainen, le alternative non mancherebbero. Ma si tratta di opzioni fin qui mai provate, perché fin dal ritiro l'impronta di gioco è stata chiara. Di sicuro, al di là di moduli, ruoli e posizioni in campo, quello che dovrà necessariamente cambiare sarà l'atteggiamento. Per far valere la maggior qualità, come ha spiegato lo stesso Santoni dopo Legnago, bisogna prima almeno pareggiare la contesa sul pianto della grinta, dell'agonismo e della voglia di vincere i duelli, insomma quella capacità di fare a sportellate che contro la Clodiense è mancata. E che contro un'altra neopromossa battagliera come il Caldiero Terme, bisognerà assolutamente ritrovare - È uno dei volti nuovi della Pallacanestro Trieste pronta ad affacciarsi, con grandi ambizioni, nel prossimo campionato di serie A. Lasciata Venezia, Jeff Brooks (intervistato da Lorenzo Gatto) si è già tuffato in questa nuova avventura mettendo al servizio di coach Jamion Christian tutta la sua esperienza come emerso durante il test amichevole di Castelfranco Veneto contro la Vanoli Cremona vinto dai biancorossi per 73-57. Brooks, cosa l'ha spinta a lasciare Venezia e, una volta presa la decisione, perché ha accettato la proposta di Trieste? «Ho deciso di interrompere il rapporto con Venezia perché sentivo fosse il momento di spostarmi altrove. Desideravo sentirmi parte di qualcosa e a Venezia mi sentivo come se fossi da solo su un'isola. Trieste mi ha dato l'opportunità di essere parte di qualcosa, non solo in campo ma anche nello spirito, sfruttando le mie capacità e la mia esperienza per aiutare i più giovani a crescere e raggiungere i propri obiettivi di carriera come ho fatto io». Con che motivazioni è arrivato e quali sono le sue prime impressioni sul gruppo? «Ho tre principali motivazioni per questa stagione. Voglio divertirmi giocando a basket, godendomi l'esperienza di far parte di Pallacanestro Trieste. Voglio anche che la mia famiglia percepisca che mi diverto ancora con il basket, è fondamentale per me che soprattutto mio figlio lo capisca. A volte la scorsa stagione si accorgeva che non mi stavo divertendo e che il basket stava diventando un peso, e mi diceva di voler smettere di giocare lui stesso per via del mio stato d'animo: spero che vedendomi felice lui possa continuare ad innamorarsi di questo sport. Inoltre, sono motivato ad aiutare Trieste nella sua risalita verso i piani alti della pallacanestro. Dopo aver ottenuto la promozione dalla A2 in un solo anno, con una squadra formidabile e tifosi così appassionati, in una città così bella e viva, non ci sono limiti a quello che possiamo raggiungere. Ogni giorno che scenderò in campo vestendo il biancorosso voglio giocare al mio meglio, per aiutarci a dare il meglio di noi». Anche alla luce della sua esperienza nel campionato di serie A dove pensa possa arrivare Trieste a fine stagione? «L'unica aspettativa che ho è che lottiamo per vincere e per conquistarci il rispetto di tutti. Vittoria e sconfitta fanno naturalmente parte del percorso di crescita, ma guadagnarsi il rispetto come una squadra seria, un avversario tosto, una società solida, sono cose che durano più a lungo di una vittoria. Quello che mi aspetto è che i nostri avversari ci sentano mentre siamo in campo e che ci sentano sulla loro pelle dopo averci affrontato». Qual è il suo giudizio generale sul campionato? «Il campionato italiano è sempre duro: campi difficili, giocatori duri, tifosi caldi. Non è per deboli. Penso che questa stagione sarà combattuta come sempre, la corsa ai play-off e alla Coppa Italia sarà tiratissima per via del livello competitivo ravvicinato di tutte le squadre». Sabato a Jesolo, contro la Reyer, emozioni particolari? «Sarà una partita come le altre, nessuna rivincita personale, scenderò in campo per fare lo sport che amo e lottare insieme ai miei compagni». Quote
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