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- La presenza di un ospite d'onore abituato a volare, il campione olimpico di salto in alto Gianmarco Tamberi che dalle 20.30 assisterà alla partita, per due squadre che stanno vivendo le vertigini dell'alta classifica. Come scrive Lorenzo Gatto oggi su "Il Piccolo", serata speciale quella che Dolomiti Energia Trento e Pallacanestro Trieste si preparano a vivere sul parquet della IT Quotidiano Arena, quaranta minuti che per la formazione di Jamion Christian mettono in palio la possibilità di salire, in attesa del match che domani a Varese opporrà Openjobmetis e Segafredo Bologna, sulla vetta della classifica. Squadra al completo, pronta a sfidare un'avversaria imbattuta e reduce da una settimana esaltante nel corso della quale ha prima demolito i campioni d'Italia dell'Armani Milano per poi ripetersi in Europa vincendo un'incredibile gara in rimonta contro la Joventut Badalona.

LE PAROLE DI CHRISTIAN

«Affrontiamo una squadra che, per distacco, è la miglior difesa del campionato - l'analisi prepartita di coach Jamion Christian -. Non arrivi a questo punto della stagione senza perdere una partita se non sei una formazione di qualità e con un sistema di gioco efficace. Trento condivide molto bene la palla, ha un altissimo livello di talento all'interno del roster e il modo in cui riesce a sfruttarlo è davvero speciale. Per quanto ci riguarda siamo reduci da un'altra ottima settimana di allenamenti, nella quale i ragazzi sono stati bravi a ad alzare il livello agonistico. Abbiamo uno spogliatoio che sa quanto sia duro il campionato e quanto sia alto il livello, avere un sano rispetto per gli avversari e capire che bisogna continuare a migliorarsi è una formula vincente per essere al nostro meglio nei momenti più importanti della partita».

TIFOSI ancora presenti

Anche a Trento, così come già successo nell'ultimo match in trasferta giocato a Treviso, la Pallacanestro Trieste avrà al suo fianco un buon numero di tifosi. Non saranno gli oltre 400 che hanno stipato il settore ospiti del PalaVerde ma tra il pullman organizzato dalla Curva Nord, i pulmini allestiti e le numerose auto private saranno oltre un centinaio gli aficionados biancorossi pronti a sostenere la squadra.

LA GIORNATA

Oltre a Dolomiti Energia Trento- Pallacanestro Trieste, la settima giornata propone un altro anticipo. Dalle 20, sul parquet del PalaBigi di Reggio Emilia, la Unahotels ospita una Bertram Tortona reduce dalla sconfitta di misura rimediata nel recupero della quarta giornata contro la Virtus Bologna. Domani il programma si completa con Armani Milano-Umana Venezia, Nutribullet Treviso- Givova Scafati, Vanoli Cremona- Germani Brescia, Trapani Sharks- Napoli Basket, Openjobmetis Varese- Segafredo Bologna, Banco di Sardegna Sassari- Pistoia

 

- Nel frattempo, come scrive Gianpaolo Sarti, il Tribunale ha disposto la liberazione dei due tifosi della Pallacanestro Trieste arrestati e ristretti ai domiciliari in seguito allo scontro con gli ultras della Openjobmetis Varese di domenica scorsa al termine della partita al PalaTrieste di Valmaura. Il gip Flavia Mangiante, al termine dell'udienza di ieri mattina durata circa mezz'ora, ha convalidato l'arresto ma non ha ravvisato necessità cautelari a carico dei due indagati, difesi dall'avvocato Giovanni Adami del Foro di Udine. Si tratta di un cinquantenne e di un trentenne che non appartengono alla curva ma gravitano comunque nell'ambiente.

La Questura, dal canto suo, ha invece emesso il Daspo (Divieto di accedere alle manifestazioni sportive) rispettivamente di due anni per il cinquantenne e di cinque per il trentenne.

Il caso è affidato al pm Chiara Degrassi che sta dirigendo le indagini della Digos e della Polizia scientifica. Gli agenti hanno analizzato molto materiale video, da cui appunto è scattato l'arresto in flagranza differita di sei tifosi coinvolti nelle violenze (quattro di Varese e i due di Trieste). Dalle immagini (oltre che dalle testimonianze dei poliziotti) si evince che i due triestini avrebbero avuto un ruolo in qualche modo attivo nel pestaggio scoppiato davanti al palasport di via Flavia.

Ma tutto è cominciato dagli ultras di Varese. Erano una ventina. Dopo aver fatto finta di andare via in auto imboccando la grande viabilità (scortati dalla Polizia), erano ritornati sui loro passi raggiungendo a piedi l'esterno della struttura sportiva armati di bastoni e delle aste delle bandiere. Sapevano dove andare e dove lasciare le auto. Un attacco premeditato, dunque. Anche perché il gruppetto di varesini, spalleggiato durante la partita dai gemellati ultras della Apu Udine, era uscito dal palazzetto una decina di minuti prima della conclusione del match. Non a caso, ma proprio per preparare l'assalto ai triestini. Il fatto che i varesini sapessero come muoversi a Valmaura e dintorni fa pensare a una regia. Qualcuno li aveva istruiti? La Digos sta infatti indagando su un eventuale coinvolgimento degli ultras friulani presenti domenica tra gli spalti.

I varesini, ormai giunti nei pressi dello stadio Grezar con i volti coperti da cappucci e sciarpe nere, lanciavano petardi e fumogeni, urlando e – così si apprende da varie testimonianze – colpendo anche a casaccio chi passava in scooter e in auto.

Ma il loro obiettivo erano proprio gli ultras della Pallacanestro Trieste. E invece, mano a mano che si avvicinavano minacciosi al palazzetto, si erano trovati davanti la gente comune che stava defluendo dalla struttura. Gli agenti avevano provato a calmare gli esagitati, a parole. Ma alcuni triestini avevano risposto alle provocazioni, arrivando alle mani con gli aggressori, nonostante l'invito dei poliziotti ad andarsene. Le due fazioni, oltre a picchiarsi con calci, pugni e bastoni, avevano usato anche segnali stradali. Come transenne e altro.

Ieri il giudice, analizzando il fascicolo, non ha ritenuto sussistenti per i due triestini gli indizi d i colpevolezza relativi ai reati di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni e danneggiamento. Ma solo quello di rissa.

«L'intenzione era quella di ottenere la completa libertà personale dei miei assistiti», afferma l'avvocato Adami. «Poi vedremo come affrontare il processo. Gli atti che ora abbiamo potuto vedere sono solo parziali, quindi qualsiasi linea difensiva e il tipo di rito da scegliere deriveranno da un'analisi più completa del fascicolo». Le indagini comunque continuano.

Convalidato anche l'arresto per gli ultras lombardi, interrogati nel Tribunale di Varese e liberati dai domiciliari. Ma nei loro confronti è stata stabilita una misura cautelare: l'obbligo di firma per tre volte la settimana, oltre che durante le partite di basket della squadra

- Se la sua Triestina è colata ancora a picco, battuta nei minuti finali dopo aver giocato un'ora in inferiorità numerica, Pep Clotet si è comunque meritato la copertina della serata con un gesto che farà sicuramente il giro del web e delle tv. Lo scrive Antonello Rodio: in quel suo vistoso e plateale strattonamento a Krollis appena espulso, il tecnico catalano ha espresso tutta la sua rabbia perché ha capito che in quel momento una partita da vincere si sarebbe trasformata in un'altra via crucis, finita purtroppo con un'altra crocifissione. Del resto il fallo di reazione di Krollis, che è costato all'attaccante lettone il cartellino rosso e probabilmente alcune giornate di squalifica, ha segnaot la partita dell'Unione. E Pepe Clotet a fine partita ha rincarato la dose: «Ritengo che la mia sia stata una reazione giusta per quello che è successo in campo, quello che ha fatto Krollis non puo succedere nel calcio. Lui è qui in prestito, e fa questo alla Triestina lasciandola nei guai? In quel modo ha compromesso la gara, gli altri ragazzi hanno dato tutto, questo va riconosciuto, ma così ha rovinato la partita. Ma è il gesto che è incredibile: io ho un figlio di otto anni che ha visto quanto è successo in campo, una cosa che se il giocatore la fa per strada va in galera. Così quando ho affrontato Krollis gli ho detto in faccia chiaramente che lui con me ha finito. Almeno finché sono io qua. Perché anch'io devo fare delle riflessioni con la società, perché ci sono tante cose che qui non funzionano». Un rimprovero sul campo, quello di Clotet, certo non usuale da vedere sui campi di calcio da parte di un allenatore, che rappresenta tutta la frustazione di un tecnico che sicuramente ce la sta mettendo tutta per raddrizzare la rotta alabardata, ma ogni volta si vede frustrato questo cammino da qualche gesto che costa carissimo alla squadra. Contro la Virtus Verona era stato un altro attaccante, Vertainen, a commettere una sciocchezza e a lasciare la squadra in dieci. Questa Triestina fa già fatica in undici, restare in 10 è quasi sempre una sentenza.

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