SandroWeb Posted January 22 Report Posted January 22 MERCOLEDÌ 22 GENNAIO 2025 In questa stagione il gol è sempre stato un problema per la Triestina. Lo scrive oggi Antonello Rodio su "Il Piccolo": anche se il salto di qualità dall'approdo di Tesser è stato notevole, una certa difficoltà a tramutare in rete la mole di gioco creata dalla squadra è evidente e lo si è visto anche sabato scorso contro l'Atalanta U23. I numeri nell'ultimo mese e mezzo sono decisamente migliorati, ma con 22 gol all'attivo l'Unione ha comunque solo 7 squadre che hanno fatto peggio nel girone? Tra l'altro dei 22 gol ben 7 sono stati realizzati su rigore, che beninteso sono comunque un merito dalla squadra, ma sta di fatto che le reti su azione sono state appena 15. Una delle cause e in definitiva una delle più grosse pecche di una Triestina che fatica ad andare a rete, è lo scarso apporto dei centrocampisti e anche degli stessi difensori. Il bottino non certo cospicuo finora raccolto dall'Unione in quanto a gol segnati, infatti, è stato quasi tutto a carico degli attaccanti, intesi come giocatori che si schierano nel triangolo offensivo formato da trequartisti e punte. Ben 11 dei 15 gol segnati su azione, sono arrivati proprio dai giocatori più offensivi, appena 2 invece sono stati segnati dai centrocampisti, mentre altri 2 portano la firma di un difensore. Nel reparto offensivo sono andati in gol Olivieri (3, perché gli altri 5 gol sono stati realizzati dal dischetto), Vertainen (3), El Azrak (2) e poi Udoh, D'Urso e Vicario una volta ciascuno. A centrocampo, invece, hanno segnato una rete a testa solamente Correia (il primissimo gol del campionato alabardato) e Braima, mentre i due gol di Attys non vanno contati perché sono arrivati entrambi su rigore. A completare lo score le reti del terzino Bijleveld e del difensore centrale Struna, tra l'altro entrambi ora fuori dalla schiera dei titolari. Insomma la Triestina ha palesemente sofferto di due componenti che sono fondamentali nella pericolosità offensiva di una squadra. La prima riguarda gli inserimenti dei centrocampisti, la loro capacità di entrare in area col giusto tempismo, nonchè la loro abilità nel tiro da fuori.? Di tutto questo nell'Unione non si è vista traccia a livello di realizzazioni, anche perché nella rosa manca proprio questa caratteristica, tipica di una mezzala che abbia un certo feeling con la rete. E non ci sono segnali che possa arrivare dal mercato, visto che il centrocampo è già piuttosto affollato. La seconda componente invece fa pensare all'assoluta sterilità della squadra sui calci piazzati, e di come la caterva di calci d'angolo battuti non abbia portato mai, se non in un'occasione (la rete di Struna di testa su corner di D'Urso contro il Lumezzane), a un gol dell'Unione. E invece dovrebbero essere proprio queste le occasioni in cui, anche più di attaccanti e centrocampisti, tocca ai difensori centrali essere pericolosi nei colpi di testa, ma anche sotto questo aspetto la Triestina ha avuto un apporto pressoché nullo. L'altra rete di un difensore oltre a quella di Struna, infatti, è arrivata su azione e conclusa da Bijleveld. Ora, è vero che ci si può salvare anche con le reti dei sol i attaccanti, soprattutto se ne arriverà uno con un maggior killer instinct di quelli attuali, ma ogni tanto un apporto degli altri reparti della squadra potrebbe agevolare il raggiungimento dell'obiettivo. - General manager a Milano, arrivato nella società di Giorgio Armani nel giugno del 2019 dopo una lunga e straordinaria carriera all'Olympiakos, Christos Stavropoulos (intervistato da Lorenzo Gatto) ritrova sulla sua strada Trieste. Una città nella quale, studiando Farmacia all'Università, ha vissuto per quasi otto anni prima di tornare in Grecia e spiccare il volo in un mondo, quello del basket, che gli ha regalato infinite soddisfazioni e nel quale ha vinto davvero tutto. Un tuffo nel passato, ricordi che però restano vivi nella memoria anche a più di trent'anni di distanza. «Le Università in Grecia erano a numero chiuso, all'inizio degli anni novanta decisi quindi di venire a studiare in Italia - ricorda Christos -. Come scelsi Trieste? Io, ateniese, volevo vivere in una città con il mare e arrivai da voi. Con il senno di poi non avrei potuto scegliere meglio. Sbarcato senza conoscere una parola di italiano, mi sono ambientato in fretta. Credo che per ognuno di noi, il ricordo degli anni trascorsi da studente siano i più belli. Io quegli anni li ho vissuti a Trieste, in una città che amo, nella quale ho costruito rapporti importanti che durano ancora oggi e che mi commuove in ognuna delle occasioni in cui mi capita di tornare». A Trieste comincia a lavorare come agente collaborando anche con la Illy. «Conoscevo Angelo Baiguera e con la Pallacanestro Trieste avevo questo rapporto di amicizia e collaborazione - racconta - Con l'Agenzia con la quale lavoravo come procuratore portammo Michael Williams a Trieste ma, giusto per fare qualche nome, anche Walter Berry a Cantù o Brian Oliver a Reggio Calabria. Salutata Trieste, il passaggio in Grecia dove, dal 2000 sono rimasto fino al 2019». All'Olympiakos, come General Manager, vince tutto: due eurolega, una coppa Intercontinentale, tre campionati e tre coppe di Grecia. Poi, nell'estate del 2019, la proposta di Milano. «Parlai con Ettore Messina, mi parlò del progetto che aveva in mente e mi chiese di far parte di una nuova avventura che stava partendo. Ho scelto d'istinto, lasciando la mia comfort zone e non mi sono mai pentito: sono entrato a far parte della famiglia Armani e, devo dire, sono molto felice di questa scelta. Come sono molto felice e grato di una vita che mi ha permesso di fare un lavoro che è senza dubbio molto impegnativo ma mi permette di fare ciò che amo». Tornando all'attualità, la sfida di domenica metterà Milano di fronte a una Armani decisamente in difficoltà a causa degli infortuni. «Per noi questo è senza dubbio un periodo molto difficile. Gli infortuni, purtroppo, fanno parte del gioco, in questo momento stiamo facendo fatica. Il livello e la competitività di un campionato che, assieme a quello spagnolo, è il più competitivo in Europa, di certo non ci facilita il compito. Ogni settimana è una battaglia, sarà così anche domenica contro una Trieste che reputo davvero molto competitiva. E' una squadra tanto bella da vedere quanto difficile da affrontare». E tornando su Trieste, una chiosa gustosa. «Sai cosa mi manca più di tutto? - la battuta finale di Christos -. Mi mancano le osmize. Mi capita di parlarne qualche volta con Tonut. Ogni tanto butto la qualche parola in triestino, Stefano ride. Ma io, il vostro dialetto, lo ricordo ancora molto bene». Quote
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