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GIOVEDÌ 23 GENNAIO 2025

- Una squadra coesa, in questo momento della stagione tutta sulla stessa pagina di un libro che sta raccontando la storia di un campionato decisamente intrigante. Il segreto della Pallacanestro Trieste di coach Jamion Christian sta nella consapevolezza di un gruppo nel quale ogni giocatore conosce fino in fondo il suo ruolo. Come nel caso di Francesco Candussi (intervistato da Lorenzo Gatto su "Il Piccolo"), che nei quasi dodici minuti di media giocati a partita, porta in dote 7 punti con il 60% da due punti e il 35% da tre punti. Ma al di là di cifre, numeri e percentuali, quello che conta è l'approccio di un giocatore che, a 30 anni compiuti, ha raggiunto la sua piena maturità sportiva e sta disputando una delle migliori stagioni della sua carriera, dimostrando di poter essere utile anche in serie A.

Allora Francesco, stiamo vedendo il miglior Candussi di sempre?

«Sicuramente stiamo vedendo quello più in forma di sempre. A parte una breve parentesi a cavallo tra i 24 e i 25 anni, quando ero a Verona prima del Covid, non mi sono mai sentito così bene nella mia carriera. Merito di quello che stiamo facendo con lo staff e di una continuità di scuola di pensiero che non è mai cambiata nel corso di quest'ultimo anno e mezzo. La continuità del lavoro estiva e poi invernale è fondamentale».

Si aspettava una stagione cosi?

«Onestamente no, perché a parte qualche buona partita a Pesaro ormai 8-9 anni fa, in serie A non ero mai riuscito a ritagliarmi uno spazio importante. In questo campionato, fino ad adesso, ci sto riuscendo. Tengo a sottolineare il fino ad adesso, perché la stagione è ancora molto lunga».

La Pallacanestro Trieste si trova in classifica dove voleva essere?

«Il presidente Matiasic e il general manager Arcieri non hanno mai nascosto l'ambizione di una società che vuole ritagliarsi un ruolo di primo piano in questa serie A. Fatta questa premessa, direi di sì, siamo dove volevamo essere. Ci sono stati infortuni, difficoltà, col senno di poi avremmo potuto trovarci in una posizione ancora migliore. Noi però dobbiamo concentrarci sul presente: siamo nelle migliori condizioni per affrontare il girone di ritorno e progredire ancora».

Trieste secondo pubblico d'Italia, eppure il rendimento in trasferta è migliore di quello al PalaRubini. Come lo spiega?

«Credo sia un caso legato alle avversarie che abbiamo affrontato e a situazioni contingenti. Basti pensare al doppio confronto con Reggio Emilia. All'andata abbiamo perso in casa, ma ci mancavano Ross e Brooks, sabato scorso al completo ci siamo ripresi i due punti con gli interessi».

Domenica a Milano che partita vi aspetta?

«La classica partita che regala mille motivazioni e zero pressione. Storia, roster, palazzetto: quando incontri l'Olimpia ti confronti con il meglio della pallacanestro italiana. Andremo al Forum con la faccia giusta per provare a portarla via».

E all'orizzonte si staglia il profilo di Trapani, l'avversaria dei quarti di finale di Coppa Italia. Ci state già pensando?

«Qualche pensiero lo abbiamo fatto, lega to soprattutto alla consapevolezza che nelle ultime stagioni è sempre stato un torneo aperto alle sorprese. Chi in quella settimana arriva più in forma fisica e mentale, può tentare il colpaccio. Noi sicuramente daremo il massimo anche se, prima di pensare alla coppa Italia, dobbiamo concentrarci sul campionato. Il trittico Milano, Tortona, Brescia, ci impone di restare con la testa solo sulle prossime sfide»

- La rimonta, questa sconosciuta. In questa travagliata stagione alabardata nella quale i difetti e i guai sono stati numerosi, una delle più gravi pecche della Triestina è stata quella di non essere stata quasi mai capace di ribattere a un vantaggio dell'avversario. Come scrive oggi Antonello Rodio, sembra quasi come se una volta andata sotto, l'Unione non riesca a trovare le forze per riaprire la partita e portarla dalla sua parte.

MAI UNA RIMONTA

I numeri generali sono particolarmente impressionanti. Su 23 partite giocate finora in questa stagione, la Triestina è andata sotto nel punteggio ben 16 volte. Ebbene di queste 16 gare, solamente in 3 l'Unione è poi riuscita a pareggiare la partita e a portare a casa un punto, mentre non è mai accaduto che gli alabardati siano riusciti a ribaltare il risultato e a vincere una volta andati sotto. In questo dato negativo pesa molto ovviamente la prima parte di campionato, quando le continue sconfitte hanno portato come conseguenza un deficit psicologico in squadra e favorito un trend che col passare delle giornate è diventato una china inarrestabile.

Al di là della gravità di essere quasi sempre andati sotto nel punteggio, problema di per sé già piuttosto preoccupante, l'aspetto più inquietante è stato che l'Unione una volta preso un gol, è sembrata spesso rassegnarsi a un destino ineluttabile senza trovare le forze per raddrizzare la partita.

LE TRE ECCEZIONI

Ci sono però anche le eccezioni. Come detto, in tre partite la Triestina è riuscita a portarsi a casa un punto. È successo la prima volta contro la Pro Vercelli durante l'interregno di Geppino Marino: al Rocco a metà ripresa erano andati in vantaggio i piemontesi, ma tre minuti dopo era stato Bijleveld a pareggiare i conti. L'evento si era ripetuto in una delle poche partite con Clotet in panchina, ovvero Triestina-Albinoleffe, anch'essa finita 1-1: i lombardi si erano portati avanti nel finale di gara con Zoma, ma allo scadere, in pieno recupero, l'Unione era riuscita a pareggiare con una zampata di Vertainen. La terza volta, ancora un 1-1, è arrivata proprio nella prima partita con Tesser in panchina, quella all'Euganeo con la capolista Padova: veneti in vantaggio su rigore nel primo tempo, poi nella ripresa il pareggio con Braima. Nelle altre 13 occasioni, invece, la Triestina è uscita dal campo sempre sconfitta.

LE DUE ILLUSIONI

Tra l'altro, solo in due di queste 13 partite la Triestina era riuscita almeno a pareggiare momentaneamente, dimostrando una certa reazione, prima di finire di nuovo sotto e chiude sconfitta. È accaduto curiosamente entrambe le volte con Santoni: a Lecco gli alabardati erano riusciti a pareggiare su rigore con Attys, prima di capitolare di nuovo allo scadere. La settimana successiva con il Lumezzane, la Triestina era riuscita a riacciuffare gli ospiti per ben due volte, prima di capitolare nel 2-3 finale.

I PROGRESSI CON TESSER

Con Tesser c'è stato un progresso anche in questo campo. Se fino al suo avvento l'Unione era finita sotto ben 13 volte in 16 partite (81,25% delle gare), ed era riuscita a recuperare solo 2 volte su 13 (quindi nel 15,3% delle occasioni), con Tesser in panchina la Triestina è andata in svantaggio solo 3 volte su 7 (42,8% delle gare) e comunque ne ha riacciuffata 1 su 3, pari al 33,3% delle gare. Insomma dati sensibilmente migliorati, ma problema non ancora risolto. Anche se con i risultati positivi e l'aumentare dell'autostima, la Triestina dovrebbe via via trovare la forza anche per reagire a un gol

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