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Inviato

TRIESTINA Nel giro di 48 ore grazie ai nuovi ingressi colmate le necessità di bilancio. La società ha ormai una sua fisionomia

Fantinel-Carnelutti piano per 5 anni

«Tratteremo la squadra come un’azienda. Non sarà una gestione mordi e fuggi»

Stefano Fantinel, che con la sua società potrà disporre alla fine di circa il 64-65 per cento della società alabardata trasuda ottimismo. «Aspettiamo ancora un giorno per vedere cosa si muove da Trieste – osserva – ma fin d’ora possiamo dire che la risposta è stata molto soddisfacente». All’amico Carnelutti si è affiancato proprio ieri l’avvocato Stefano Alunni Barbarossa, che disporrà di circa l’1 per cento azionario e l’interesse per l’Unione appare in crescita. «Volevo dare un esempio di come potrebbe essere un vero azionariato popolare, grazie all’entusiasmo e all’impegno dei singoli. La politica (Alunni Barbarossa è candidato alle comunali con la Margherita ndr) non c’entra niente. Se c’è un appello che è totalmente bipartisan è proprio questo. Il mio non è un gesto politico. Semplicemente mi risultava intollerabile, svilita, l’immagine della Triestina degli ultimi tempi, e questo prescinde da qualsiasi schieramento,da qualsiasi appartenenza. Per questo ho voluto intervenire».

Nella casella della composizione azionaria rimane in effetti una «x»: quella relativa al misterioso industriale triestino che dovrebbe entrare in società. Vari «rumours» raccolti negli ultimi giorni circoscrivono la ricerca alla filiale locale di una ditta norvegese di vernici, la Jotun, che proprio recentemente ha festeggiato i 15 anni d’attività e che trova nel fondatore e amministratore delegato, Vittorio Pedicchio (fratello di Maria Cristina Pedicchio, presidente di Area Science Park) un possibile «sospetto». Va detto però che la stessa Jotun è anche considerata tra i papabili sponsor della Triestina del futuro e dunque non esiste alcuna certezza di un suo impegno azionario.

È dentro,invece, a tutti gli effetti, Antonino Carnelutti, che proprio ieri si è visto per un primo vertice con i Fantinel, amici e soci d’affari. «Da imprenditore credo nella città, nella Triestina, e mi sorprende, ma no, non lo dico per scaramanzia… ma sì, insomma, che non se ne siano accorti i triestini. Vivo quotidianamente l’entusiasmo dei miei dipendenti per l’Unione (sono 20 e in prospettiva diventeranno 30 ndr) e devo ammettere che è anche superiore a quello riscontrato a Udine per l’Udinese, altra squadra per la quale ho fatto il tifo... La mia quota? Non è un problema. Noi adesso dobbiamo pensare solo a presentarci lunedì dai commissari, che hanno fatto un lavoro egregio, e chiudere la partita. Se poi sarà del 5 o del 10 per cento cambierà poco».

Esponente dichiarato di una famiglia di «automobilari» («Mio nonno aprì la prima concessionaria nel 1921») Carnelutti palesa idee semplici e pensiero positivo. «Voglio chiarire subito che la nostra non sarà una gestione mordi e fuggi, ma un impegno quantomeno quinquennale. E quanto al tipo di gestione mi trovo assolutamente d’accordo con quanto sosteneva Berti: anche la squadra di calcio è un’azienda e va gestita come tale».

Gli obiettivi, pur ragionati e con la prudenza del caso, non possono che essere ambiziosi. «A mio avviso Trieste se li merita – chiosa Carnelutti – anche perchè mi è difficile pensare a un altro posto dove la gestione di quest’anno, con gli annessi e connessi legati alla figura di Tonellotto, potessero essere accolti con una simile maturità e moderazione da parte della tifoseria... Hanno dato una lezione di civiltà a tutti, è giusto che siano ripagati».

Sulle cariche della società, Carnelutti non può ancora sbilanciarsi, così come su una eventuale gestione dello stadio «Rocco» («Dobbiamo ancora parlarne»). Non si va troppo lontani, però, prefigurando una possibile presidenza Fantinel e la carica di amministratore delegato assegnata a un qualche esponente di AcegasAps. Fermo restando che la gestione allargata anche agli enti locali e ai tifosi, che piace tantissimo a Fantinel e allo stesso Carnelutti («Credo costituisca il primo caso in Italia di società calcistica, per così dire, condivisa») potrebbe magari far sortire qualche carica simbolica.

Nell’attesa, Carnelutti prova a disegnare il proprio nuovo ruolo. «Ho già visto l’Unione qualche volta quest’anno, di sicuro nella gara d’andata con l’Arezzo. Magari domani (oggi ndr) mi metto in macchina e ci vado...».

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Inviato

SERIE B La squadra di Agostinelli alla ricerca di un risultato positivo per mettersi in salvo in anticipo

La Triestina insegue il pari ad Arezzo

Il tecnico punta ancora su un 4-4-2 atipico per colpire in contropiede

Confermata la retroguardia che non ha incassato reti contro il Pescara. Toccherà a Allegretti e Briano orchestrare il gioco di Maurizio Cattaruzza

TRIESTE Adesso che la schiarita societaria è vicina, gli alabardati si sentono un po’ meno orfani. La Triestina è partita per Arezzo più sollevata dopo aver appreso che lunedì il complesso mosaico sarà completato in occasione dell’assemblea dei soci. Oddio, in questi burrascosi due mesi caratterizzati da una grande incertezza, i giocatori hanno sempre fatto appieno il loro dovere come lo testimoniano i risultati, tuttavia ora potranno liberarsi anche da quell’ansia che li attanagliava ognaqualvolta pensavano al loro futuro.

Se tutto andrà secondo l’ultimo copione, in pochi giorni i giocatori potranno anche ricevere gli stipendi arretrati. Finora sono andati avanti fidandosi delle rassicurazioni di Totò De Falco che si è mosso con disinvoltura tra le macerie della società. Ma anche l’allenatore Agostinelli è riuscito a dare tranquillità al gruppo.

L’obiettivo dichiarato dell’Unione è quello di allungare la striscia di risultati positivi dopo il pareggio di Catania e le vittorie con Verona e Pescara. A quota 47 la Triestina sarebbe matematicamente salva (dietro sono tutte ferme), quindi mancano solo due punti. Con un pari ad Arezzo avrebbe la possibilità di passare una Pasqua serena (c’è la sosta) per poi completare l’operazione-salvezza in casa contro il Vicenza. Un altro remake. «Ma ci sono davanti ancora sette partite, non è che una volta al sicuro molleremo», assicura De Falco. Sicuramente no perchè serve una riserva di punti per far fronte a una eventuale penalizzazione per le irregolarità contestate dal procuratore federale durante la gestione Tonellotto. In questo ultimo scorcio di stagione, inoltre, quei giocatori in scadenza di contratto daranno il massimo per meritarsi la riconferma. Con l’arrivo dei nuovi azionisti saranno tutti in discussione.

Per la partita odierna, contro una formazione che corre per garantirsi un posto nei play-off, Agostinelli non cambierà di una virgola il modulo (un 4-4-2 adattato) che assicura a Eliakwu una spalla di quialità come Borgobello. L’attaccante di Sacile ha dimostrato di avere maturità atttica ed esperienza da vendere per interpretare un ruolo difficile in cui deve fare un po’ il rifinitore e un po’ la punta. Con questo accorgimento tattico sono arrivati i suoi gol e quelli del nigeriano. La Triestina potrà lasciare lasciare sfogare i toscani pere tentare di colpirli in contropiede. Mignani ieri si è allenato ma il dottor Bergagna sconsiglia il suo impiego a tempo pieno per cui dovrebbe finire in panchina. Salvo ripensamenti, la retroguardia dovrebbe perciò essere quella di lunedì sera con Azizou a destra, Di Venanzio a sinistra e il duo Lima-Landaida. La cerniera du centrocampo sarà formata da Allegretti e Briano con Marchini a destra (in grande spolvero, deve solo essere meno irruento) e Pagliuca a sinistra. La terza opzione si chiama Mammarella che non ha sfigurato contro il Pescara. La salvezza è ormai dietro l’angolo.

Inviato
settoreemme Inviato il 08 aprile 2006, 18:02

  Con sto' altro risultato positivo, voio veder se no'i ne salva!

Son pienamente d'accordo !!! Anche oggi i ga giogà ben sopratutto el primo tempo avanti cussì MULI !!! :bandieraalabarda:

Inviato

SERIE B L’azionista di maggioranza dell’Unione anticipa i programmi della società: farà il presidente o l’amministratore delegato. Mercoledì 19 aprile l’assemblea

Fantinel: «Ripartiamo da De Falco e Agostinelli»

Il diesse ha già accettato l’incarico, Enzo Ferrari probabile supervisore della società. Un nuovo socio triestino

TRIESTE «Noi siamo per il vino e per il prosciutto. La dieta macrobiotica non ci interessa...» Con una battuta Stefano Fantinel, 36 anni, nuovo azionista di maggioranza della Triestina, con un colpo di bisturi dà un taglio netto all’era tonellottiana e inaugura il nuovo corso alabardato. Un ciclo che comincia con un nome vecchio ma gradito alla nuova proprietà e a tutta la città.

«De Falco rappresenta il nostro punto di partenza. La prima cosa che ho fatto, dopo aver preso la società, è stato quello di incontrarmi con lui per disegnare assieme il futuro». Le sue mansioni non sono state ancora definite ma al 99 per cento l’ex bomber tornerà a fare il ds. «Intanto scegliamo gli uomini, poi c’è tempo per assegnare gli incarichi», osserva Fantinel che ha subito voluto incontrare i giocatori per ringraziarli: «E’ proprio vero, sono loro che hanno salvato la Triestina. Loro con Agostinelli e De Falco. Se fossero stati a un solo punto dalla zona-retrocessione non so se lunedì ci sarebbe stato qualcuno dal notaio Giordano».

I complimenti ad Agostinelli valgono naturalmente una riconferma per la prossima stagione: «Mi auguro che condivida il nostro progetto, che possa essere il nostro allenatore. Del resto ha ancora un anno di contratto».

Il terzo uomo sarà Enzo Ferrari, il quale in questi mesi di estenuanti trattative ha sempre svolto il ruolo di consulente dei due giovani cugini Marco e Stefano. «Enzo è una persona onesta, lo considero come uno di famiglia». Ritornerà alla Triestina con un incarico di supervisore o di direttore generale. Andando per esclusione, la presidenza a questo punto dovrebbe spettare proprio al trentaseienne Stefano Fantinel. O quantomeno sarà l’amministratore delegato, anche se preferisce aspettare l’assemblea dei soci di mercoledì 19 aprile prima di sciogliere le ultime riserve. Probabile vicepresidente Massimo Paniccia, numero 1 dell’Acegas.

Stefano Fantinel a dire il vero è già presidente di una squadra, del San Daniele che milita in Eccellenza: «Il calcio è una delle grandi passioni della mia vita, fin da quando ero bambino. Da ragazzo quando la mia famiglia era proprietaria della Reggiana non mi perdevo una partita. ». Stefano racconta che quello per la Triestina non è un amore scoppiato all’improvviso: «Era da una dozzina di anni che tentavamo di comprarla, ancora ai tempi di Del Sabato. Stavolta ci è andata bene, ma è stata una trattativa sofferta. È stato il nostro legale, l’avvocato Urso a proporci l’affare visto che tutelava anche gli interessi di Tonellotto».

E adesso fuori i programmi. «Mi preme innanzitutto sottolineare che in questa Triestina non c’è un padre-padrone ma un gruppo di imprenditori con caratteristiche e peculiarità diverse che si sono messi assieme per portare avanti un determinato progetto. E sono anche felice che in questa nuova compagine societaria ci siano venti tifosi che hanno sottoscritto un’azione. È un segnale importante e faremo di tutto per tutelarli. Troveremo il modo per per garantirli di fronte a un eventuale abbattimento dal capitale sociale. Adesso bisogna partire con i piedi di piombo, usando soprattutto la testa. Una società calcistica va gestita con lo stesso criterio di un’azienda: se ho cento lire in cassa ne spendo 99 cercando poi di realizzarne 110».

Questa era anche lo filosofia di Amilcare Berti che aveva portato lontano. «Il nostro programma di minima è quello di mantenere la categoria, ma non ci fermeremo a questo. Valorizzeremo i giovani cercando di creare il giusto mix con giocatori di maggior peso ed esperienza senza stravolgere la squadra attuale. Con qualche innesto la Triestina può diventare competitiva. Non facciamo proclami ma non ci poniamo neanche limiti». Idee per il mercato? «Non ne voglio avere. Non sono compiti di mia competenza, sono per il rispetto dei ruoli una volta messi gli uomini giusti al posto giusto. E’ giusto e necessario delegare perchè ho un lavoro impegnativo, devo stare dietro alle aziende della nostra famiglia».

Le sorprese comunque non sono finite. La prossima settimana entrerà nella Triestina un nuovo socio rilevando il 5 per cento dalla quota dei Fantinel. Dovrebbe trattarsi del triestino Antonio De Palo, titolare dell’immobiliare Gallery. Almeno così si dice.

Inviato

Inizio promettente ma c'è ancora molto da lavorare.

Dal punto di vista tecnico la coppia De Falco/Ferrari appare particolarmente competente ma dovranno essere chiariti i ruoli e le competenze. L'eventuale conferma di Agostinelli in panchina è un'ulteriore buon segno.

Avanti così!

Inviato

Mi son convinto che li porterà anche in Osmiza, come fazeva Buffoni con la vecia Triestina. A parte le batude, bisogna zercar de dimostrarghe a Fantinel che el Triestin sa esser riconoscente e allora el prossimo Campionato bisogna che i Abbonamenti diventi molto ma molto numerosi. :vino::vino:

Inviato

Dal Picolo:

La Greensisam con Federico Taucer entra nella società versando 180 mila euro

Fantinel cede il 5% al gruppo Maneschi

TRIESTE L’ultimo acquisto della compagine societaria che fa capo a Stefano Fantinel sarà formalizzato mercoledì prossimo in occasione dell’assemblea dei soci. L’imprenditore friulano cederà il 5 per cento del suo pacchetto, com’era già messo in preventivo, alla società triestina «Greensisam» spa appartenente al gruppo Maneschi. È l’agente generale per l’Italia di Evergreen.

A concludere l’operazione è stato il genero di Maneschi, Federico Taucer, 44 anni. È un grande appassionato di calcio (ha trascorsi nelle giovanili dell’Udinese e tuttora gioca nei tornei amatoriali). Si era già avvicinato alla Triestina ai tempi della gestione di Zanoli e Trevisan in serie C2. Da tifoso ha poi continuato a seguirla ma con l’arrivo della famiglia Fantinel si è fatto nuovamente avanti per il semplice motivo che gli imprenditori friulani sono suoi amici di vecchia data. Taucer, con l’avallo del gruppo Maneschi, ha così risposto all’appello attraverso la Greensisam preferendo però rimanere defilato fino all’ultimo. Sottoscriverà azioni per 180 mila euro e con questa somma acquisterà il 5 per cento delle azioni ed entrerà a far parte del consiglio di amministrazione. «Ho pensato che anche Trieste doveva dare un suo contributo, un segnale tangibile e sono anche sicuro che con i Fantinel alla guida della Triestina non saranno soldi buttati», spiega Taucer. «Il gruppo ha ottenuto una concessione di 99 in porto vecchio per costruire la sede del’ex Lloyd, per cui era anche giusto dare una mano». Con questa piccola manovrina Fantinel avrà il 74 per cento, il 15% è appannaggio dell’ AcegasAps (che ha chiesto di piazzare un suo uomo in società), il 5% è del concessionario di auto Antonino Carnelutti e l’1% è dell’avvocato Stefano Alunni Barbarossa. Un gruppo, infine, di venti tifosi ha comprato finora 43 azioni ma dopo il felice esito dell’ operazione di salvataggio il numero è destinato a salire. Il Centro di coordinamento non ha difatti smesso di raccogliere soldi pro Triestina.

Inviato

(OT) Visto che questo post se sta popolando parecchio de notizie de tutti i giorni, credo a sto punto sia meio far un post specifico per ogni singola giornata. Cussì ordinemo ben che mai tutte le notizie, magari anche da altre testate oltre al bugiardel :bye:

Inviato

xe un sai saaai bon segnal che l'evergreen voli impegnarse in te la triestina!

Se spera anca per future (toste) sponsorizazioni.

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