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Inviato

L'altro giorno a lezione il prof di geografia politica ci ha illustrato un tema di attualità del quale devo ammettere di aver sentito parlare poco niente i vari telegiornali in questi giorni...

Il 4 e 5 novembre a Pechino si sono susseguiti gli incontri tra i rappresentanti della leadership cinese, i ministri e capi di Stato di 48 Paesi africani invitati in Cina in occasione del Forum per la cooperazione sino-africana (Focac) .

Durante gli incontri (Terza conferenza ministeriale) sono stati definiti gli ultimi dettagli del summit, che dovrebbe sancire il rafforzamento delle relazioni tra il continente ricco di risorse e il 'gigante asiatico' affamato di materie prime per sostenere la sua crescita.

I partecipanti ai colloqui hanno gia' approvato un piano d'azione, che prevede programmi di cooperazione tra le due parti per il triennio 2007-2009 e che dovrebbe portare all'esame di un totale di 2.500 accordi commerciali.

Al vertice, focalizzato sull'"Amicizia, la pace, la cooperazione e lo sviluppo", hanno partecipato anche delegazioni dei cinque Paesi africani che - privilegiando i rapporti con Taiwan - non hanno relazioni diplomatiche con Pechino (Burkina Faso, Swaziland, Malawi, Gambia, Sao Tomé e Principe), oltre a rappresentanti delle principali agenzie delle Nazioni Unite e delle organizzazioni regionali dell'Africa. Se la dimensione politica sarà al centro del Forum, le prospettive commerciali saranno oggetto di una conferenza parallela che vedrà la partecipazione di 1.500 imprenditori africani e cinesi

Da tempo ormai la Cina - incurante delle accuse di "neocolonialismo", definite "infondate", e degli allarmi per il 'corteggiamento' politico dell'Africa - prosegue la sua espansione in un continente ricco di risorse, con l'obiettivo di ridurre la dipendenza soprattutto energetica dai Paesi mediorientali. E sono pochi i Paesi africani a non essere ancora entrati nell'orbita del 'gigante asiatico' affamato di materie prime per sostenere la sua crescita: Sudan (Pechino assorbe il 60% del petrolio prodotto da Khartoum, anche se gli introiti del greggio vengono in buona parte utilizzati dal regime di Omar al Bashir per acquistare armi), Zimbabwe (uno tra i maggiori fornitori di platino della Cina, che in cambio gli fornisce materiale bellico), Sudafrica, Angola (divenuta di recente il primo esportatore africano di greggio in Cina, sostituendo l'Arabia Saudita, con un export pari al 25% della sua produzione), Nigeria, Guinea Equatoriale, Congo, solo per citarne alcuni.

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In + hanno anche firmato accordi con i paesi Arabi che garantiranno il petrolio necessario a non impedire il blocco del boom inarrestabile intrapreso da Pechino finchè non saranno pronte,appena tra una decina d'anni,le centrali nucleari che finalmente potranno soddisfare il bisogno energetico del paese...

Inviato

La cina ha anche fatto accordi commerciali per volumi immensi con Mosca giusto poche settimane fa.

Russia e Cina si stanno dando da fare e stanno aprofittando del calo (a picco) della popolarità americana per estendere la loro influenza commerciale e politica.

Inviato

Sta succedendo quello che molti analisti avevano previsto. In America la Cina veniva indicata con il termine di "competitor", definizione non riservata alla vecchia Europa. In parte anche la Russia sta facendo dei notevoli passi in avanti, ma è una nazione che ha alcuni elementi frenanti: primo tra tutti il calo demografico.

L'assenza di regole per lo sviluppo e un'opinione pubblica priva di peso specifico non possono fermare la trasformazione di questa grande nazione nel più grande mercato mondiale.

Adesso è il turno delle materie prime, ma quando la ricchezza sarà distribuita in modo maggiore si assisterà ad un'evoluzione dei rapporti commerciali anche con il resto del mondo.

Per i paesi africani , almeno sulla carta, la presenza di un ulteriore acquirente può rappresentare un aumento dei guadagni relativi alle materie prime.

Ma il benificio penso che sarà piuttosto contenuto.

Altro discorso è quello sul piano politico-militare. Almeno potenzialmente la Cina potrebbe assumere un ruolo più propositivo.

Inviato
Sudan (Pechino assorbe il 60% del petrolio prodotto da Khartoum, anche se gli introiti del greggio vengono in buona parte utilizzati dal regime di Omar al Bashir per acquistare armi), Zimbabwe (uno tra i maggiori fornitori di platino della Cina, che in cambio gli fornisce materiale bellico)

Insomma petrolio e risorse naturali in cambio de armi.....furbi i Cinesi -_-

No so quanto vantaggioso sarà per l'Africa...

Inviato

Insomma petrolio e risorse naturali in cambio de armi.....furbi i Cinesi -_-

No so quanto vantaggioso sarà per l'Africa...

Bhe... più che furbi dierei conservatori.

E sempre stato così solo che sta volta comperano armi "made in cina" che costano meno di quelle occidentali :p

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