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Dal Piccolo de oggi:

I PROGRAMMI

L’elementare di Crevatini colonizzata dagli italiani In prima sono 14 su 16

I genitori: «Conviene farli studiare in Slovenia dove l’offerta didattica è più completa»

«Oltreconfine i nostri ragazzi sono più seguiti perché ci sono pochi iscritti»

di GIOVANNI TOMASIN

La scuola elementare «Pier Paolo Vergerio il Vecchio» di Crevatini, in Slovenia, sorge su una collina da cui la vista spazia su tutto il golfo, da Trieste alla costa istriana: è qui, a pochi chilometri dall’ex confine di Chiampore, che è germogliato spontaneamente un piccolo esperimento d’integrazione europea. Negli ultimi anni la «Vergerio», sede periferica della scuola con lingua d’insegnamento italiana di Capodistria, ha visto incrementare a vista d’occhio gli iscritti provenienti da oltre confine, dalla vicina Muggia e dagli insediamenti limitrofi. E’ fenomeno che diviene palese se, nel primo pomeriggio, si aspetta che i genitori arrivino a prendere i bambini in uscita dalla scuola: alcune delle macchine che arrivano nel parcheggio sono ovviamente slovene, ma sono ancor più numerose le auto targate Trieste. «Noi abitiamo nel centro di Muggia, e quindi non abbiamo scelto questa scuola per questioni logistiche – spiega una coppia di giovani genitori mentre attendono l’uscita della figlia, iscritta al primo anno –: ci hanno convinto i programmi e l’attenzione che viene dedicata al singolo bambino». E non sono i soli: «Su sedici bambini della prima – dicono – gli italiani sono quattordici, senza contare quelli che frequentano le classi superiori».

Il sistema scolastico sloveno prevede un’offerta formativa che include gite fuori porta, personale di sostegno come psicologi e logopedisti, e attività pomeridiane di vario genere; tutte cose che, secondo i genitori, in Italia è sempre più difficile trovare: «I bambini fanno spesso passeggiate nella natura, imparano a conoscere il territorio e le comunità che lo abitano: vengono portati in gita nei paesi e nelle cittadine circostanti». La madre indica poi il giardino costellato di ulivi della scuola, e la vista sulla costa istriana: «Anche la posizione è importante – afferma – desidero che mia figlia cresca in un posto bello». Le attività pomeridiane della «Vergerio» prevedono corsi di coro, drammaturgia e piccole attività manuali, ma soprattutto tanto gioco: «Sono cose che sulla carta si trovano anche in Italia – dicono i genitori – ma poi dipende dal singolo insegnante che vengano attuate o meno: qui invece sono garantite e anzi giocano un ruolo portante nella didattica». Fondamentale, ovviamente, è l’insegnamento dello sloveno come “lingua d’ambiente” assieme a italiano e inglese: «I più piccoli l’imparano come un gioco – afferma la madre della bambina –: un domani sarà utile per il lavoro, ma oggi è importante per abituare i bambini alla nostra realtà transfrontaliera». La scuola è un piccolo edificio costituito da quattro aule, una minibiblioteca, una palestra e una sala riunioni per gli insegnanti, oltre alla mensa. La struttura necessaria ad ospitare un numero di bambini solitamente basso, che al momento si assesta a 41 scolari: 16 nella prima, 10 in seconda, 6 in una classe che a causa della poche iscrizioni congiunge terza e quinta, e 9 nella quarta. La scarsità di iscritti è, secondo i genitori, un’ulteriore garanzia di attenzione all’individuo: «I bambini sono pochi – dicono – mentre le maestre delle scuole italiane, per quanto siano brave, hanno a che fare con gruppi molto più ampi». Lo conferma anche una coppia di nonni muggesani, venuti a prendere il nipote al posto dei genitori, di cui forse non condividono l’entusiasmo: «In effetti gli scolari sono pochi e molto ben seguiti, ci sono pochi ragazzi per aula – dicono –: ma la scelta di iscrivere il bambino qui è dei genitori, e non abbiamo opinioni da esprimere al riguardo». La riforma della scuola portata avanti dal ministro Gelmini ha, a quanto pare, un peso minore di quanto si potrebbe pensare nella scelta dei genitori: «In fondo la riforma reintroduce il maestro unico – dice un padre – che qui c’è ancora perché non è mai stato tolto». «Avevamo già deciso di iscrivere qui nostra figlia – spiega un genitore – la notizia delle novità della Gelmini ha solamente rinsaldato la nostra convinzione». Un altro punto di forza della «Vergerio» sarebbe la gestione dei rapporti con i genitori: i bambini, dopo aver pranzato, rimangono in compagnia delle maestre fino a quando l’auto di mamma e papà non compare sul cancello».

Inviato

Iera ora! - Sempre dal piccolo de oggi:

Il dirigente scolastico Avon: «A Trieste un progetto-pilota alla media Rismondo»

Se il sistema scolastico sloveno attira iscritti oltre confine, gli istituti italiani compiono i primi passi verso la parificazione dell’offerta: la scuola è iniziata ieri anche per i 22 studenti della prima classe della scuola media Rismondo (parte dell’istituto comprensivo Iqbal Masih) in cui lo sloveno viene insegnato come seconda lingua comunitaria. «E’ un progresso importante anche se tardivo – afferma il dirigente scolastico Andrea Avon –: nelle scuole slovene del litorale l’italiano viene insegnato da sempre». La nascita della classe sperimentale, spiega Avon, è frutto di un percorso comune iniziato tre anni fa dal consiglio d’istituto della Rismondo e da due scuole di lingua slovena, l’elementare del circolo didattico di San Giovanni e la media Cirillo e Metodio: «Iniziammo sull’onda dell’adesione della Slovenia all’Eu – dice Avon – e spinti dalla necessità di avere rapporti normali tra le comunità che condividono il nostro territorio».

In principio furono istituite alcune attività comuni, tra cui i primi corsi per ragazzi e adulti: «Dopo una prima conoscenza reciproca – racconta il dirigente – il rapporto è maturato, e un anno fa abbiamo stretto un accordo di rete per introdurre l’insegnamento dello sloveno come seconda lingua». Le lingue comunitarie insegnate normalmente nella scuola italiana sono francese, tedesco e spagnolo, e il problema dello sloveno sta nel reperire docenti: «L’accordo stipulato con gli istituti sloveni ci ha permesso di ovviare a questa difficoltà – spiega il preside – e ora siamo partiti». L’insegnamento è ancora in fase sperimentale, poiché lo sloveno viene studiato di norma in età adulta: «Stiamo lavorando a una didattica – dice Avon – che ci permetterà di farlo apprendere anche ai dodicenni».

E ancora:

L’assessore Adele Pino: «C’è la possibilità di imparare più lingue»

«Le barriere sono cadute, normale il processo di integrazione»

L’assessore provinciale alle politiche educative Adele Pino afferma di comprendere le ragioni di chi iscrive i propri figli a scuole di oltre confine, come le elementari di Crevatini: «Per principio ognuno è libero di scegliere per i suoi figli l’offerta formativa che più risponde ai suoi bisogni – afferma l’assessore -: oggi sono cadute le antiche barriere dei confini ed è naturale che si verifichi un processo di fusione». In ogni caso, dice Pino, «è una scelta di cui bisogna avere profondo rispetto». Il movente principale, secondo l’assessore, va cercato soprattutto nell’insegnamento dello sloveno: «La conoscenza di più lingue è un fattore sempre più significativo – dice – e un domani può tramutarsi in un’opportunità di lavoro». Ma la valenza dello sloveno, aggiunge Pino, non è solamente professionale: «Se l’inglese è un lingua irrinunciabile come mezzo di comunicazione internazionale, lo sloveno ha un ruolo importante anche nella formazione culturale dei nostri giovani – dice – perciò dobbiamo verificare l’entità della domanda di questo insegnamento nella nostra provincia e poi rispondere adeguatamente». Alcune scuole italiane si stanno già mettendo al passo: «Diversi istituti della provincia di Trieste si sono attivati in questo senso – dichiara – e hanno avviato, o sono in procinto di avviare, corsi di sloveno che affianchino l’insegnamento dell’italiano e dell’inglese o del tedesco». Le scuole slovene, è stato osservato, prevedono un coinvolgimento più intenso dei bambini attraverso attività a contatto con la natura e corsi collaterali alle materie canoniche maggiormente integrati nel programma: «Certo sono caratteristiche che la scuola italiana ha un po’ perso – risponde l’assessore con riferimento chiaro alla recente riforma Gelmini – i pesanti tagli apportati al bilancio scolastico incidono spesso sulle attività».

Inviato

E infine:

PARLA LA DIRETTRICE SONJA MAIER

«Da noi anche corsi di teatro e di musica»

Sonja Maier è caposcuola della sede periferica di Crevatini della scuola elementare «Pier Paolo Vergerio il Vecchio» e non ama fare differenze tra gli alunni della sua scuola: «Per noi i bambini sono tutti allo stesso livello, non importa se vengono da questo o dall’altro lato del confine». Maier non è sorpresa dall’incremento sempre maggiore di bambini di cittadinanza italiana che si iscrivono alla «Vergerio», un fenomeno che imputa soprattutto a questioni logistiche: «Siamo veramente a cinque minuti di macchina da Muggia – dice – ed è normale che con la caduta dei confini qualcuno abbia scelto la nostra scuola». Ma l’offerta formativa della «Vergerio», ammette, è diversa da quella italiana: «Non conosco bene i programmi ministeriali italiani – afferma – ma sono leggermente differenti dai nostri, fermo restando che tutti abbiamo in comune i parametri europei di base per l’insegnamento». L’insegnamento dello sloveno marca sicuramente un distacco da molti istituti italiani: alla «Vergerio» lo sloveno è insegnato come lingua d’ambiente e non come seconda lingua, che è invece l’inglese. «L’insegnamento come lingua d’ambiente – dice Maier – prevede una didattica leggera, non opprimente, che favorisce un apprendimento naturale». L’approccio pare funzionare anche con i bambini provenienti da Muggia e dintorni: «Pian pianino imparano lo sloveno – spiega la caposcuola – anche se ovviamente è più facile per chi vive in Slovenia: dipende molto dalla possibilità che hanno i genitori di fargli fare esercizio». Il sistema scolastico sloveno si basa sul maestro unico, come la scuola italiana riformata da Maria Stella Gelmini, tranne che per le lingue, che vengono insegnate da docenti appositi. Gli alunni della «Vergerio» possono usufruire anche del programma a tempo pieno, che prevede per il pomeriggio non lezioni ma corsi d’altro genere: «Facciamo corsi di teatro – dice Maier -, oltre che di coro e altre attività, anche manuali». Facoltativamente bambini possono frequentare corsi di igiene dentale, e sono inoltre tutelati da visite di controllo da parte di una psicologa e una logopedista: «La prima visita di prevenzione viene fatta a ogni bambino – dice Maier – e in caso di problemi vengono avvisati i genitori: nel primo anno di scuola bisogna assicurarsi che ogni alunno sia tutelato».

La «Vergerio» prosegue così la sua attività di piccola fucina di unità transfrontaliera: «La nostra fortuna è davvero essere vicini al confine – conclude Maier – ci sono sedi periferiche anche a Bertocchi e Semedella, ma lì non è successo niente del genere». (g.t)

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Ahi ahi ahi. No se pol far così che dopo i sloveni perdi la loro identità :noghesemo::D

manca la faccina: standing ovation :D

a parte tuto: trovo bel che i vadi studiar anche là...xò sinceramente trovo triste che per gaver una bona formazion bisogni andar via de quà...

Inviato
Ahi ahi ahi. No se pol far così che dopo i sloveni perdi la loro identità :noghesemo::D

:ave::DDDD

Ma un se pol iscriver in una qualunque scola elementare in Slovenia anche senza esser residente? E xe gratuito come qua? Come funziona de la? :D

Inviato
Ma un se pol iscriver in una qualunque scola elementare in Slovenia anche senza esser residente? E xe gratuito come qua? Come funziona de la? :D

So che la scuola materna xe a pagamento. Se te son contribuente, te paghi in base al reddito, altrimenti te vien applicada la retta più alta.

Le elementari (9 anni) xe gratis.

Penso che se possi iscriver anche i cittadini stranieri. D'altronde xe anche cittadini sloveni (e croati) che vien a studiar qua (anche prima dell'entrata della SLO in UE).

Inviato
Penso che se possi iscriver anche i cittadini stranieri. D'altronde xe anche cittadini sloveni (e croati) che vien a studiar qua (anche prima dell'entrata della SLO in UE).

Su questo no go dubbi, senza dubbio DEVI poderse iscriver cittadini UE. El mio dubbio xe la residenza :D

Inviato
Penso che se possi iscriver anche i cittadini stranieri. D'altronde xe anche cittadini sloveni (e croati) che vien a studiar qua (anche prima dell'entrata della SLO in UE).

Su questo no go dubbi, senza dubbio DEVI poderse iscriver cittadini UE. El mio dubbio xe la residenza :D

No trovo scritto nero su bianco, ma no credo che servi la residenza.

Altrimenti no andassi (quasi) nissun, eppur xe parecchi che va (tanti per es. nei asili de Nova Gorica).

A parte l'UE, doveva esister qualche accordo bilaterale za all'epoca della Jugoslavia.

Inviato

mi no me son ben informada ma da quel che so, per dir gli asili xe verti sempre (e no come de noi che d'estate sera...) per dir....(da quel che me diseva una mula che conosso)

la scola so che tempo fa iera gli articoli i la gaveva anche scelta perchè ghe iera el doposcuola mentre qua in Italia non xe certo, sula carta forsi, ma in pratica no te sa mai cossa te se aspetti....

Ma cmq no me stupisso.

L'italia no xe un paese che gà mai veramente pensado ai fioi...o tanto meno ad andar incontro anche a chi lavora...

Inviato
«I bambini sono pochi – dicono – mentre le maestre delle scuole italiane, per quanto siano brave, hanno a che fare con gruppi molto più ampi».

Legi: la scola italiana xe in caduta libera, mentre quela slovena, senza grandi sfarzi, mantien risultati decenti.

Inviato

Si, si doman el pikolo ne la pagina de "Mestna i kraska kronika" i scriverà che anca Madonna e Carla Bruni le ga anticipà che le manderà in asilo i fioi ai Crevatini/Hrvatini, logico .

Questo fin no le vignirà a saver che anca ale scole slovene de trieste le atira tanti fioi del estero.

Difati xe tantissimi aluni che vien de oltreconfin ( esisti persin i convitti, per dormir qua) ale scole slovene de trieste e gorizia. Alora a Madona e a la Carla ghe se verzerà el dilema se no iscriver i fioi pitosto al asilo sloveno de Bazovica o quel de Standrez.

Pensar che una volta no iera tanti dilemi, la vita iera semplificada e la gente rica la mandava i fioi a scola in Svizera. Punto. No iera dubi. Bei tempi, adesso xe tuto che cambia....

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