SandroWeb Inviato 13 Giugno 2010 Segnala Inviato 13 Giugno 2010 Il Padova cala il tris vincente al "Rocco", l'Unione scivola mestamente in Lega Pro Triestina-Padova 0-3 Marcatori: Vantaggiato al 2' (Padova), Cuffa al 20' s.t. (Padova), Bonaventura al 40' s.t. (Padova) Triestina: Calderoni, Colombo, Cottafava, Scurto, Sabato, Cossu, Pani (Gorgone al 34' p.t, Della Rocca al 10' s.t.), Princivalli (Siligardi al 32' p.t), Tabbiani, Testini, Godeas. Allenatore sig. Arrigoni Padova: Agliardi, Darmian, Cesar, Faisca, Renzetti (Trevisan al 39' p.t.), Bovo (Tidayi all' 11' s.t.), Italiano, Cuffa, Bonaventura, Di Nardo, Vantaggiato (Morosini al 28' s.t.). All. sig. Sabatini Arbitro: Tagliavento di Terni <a href="http://ad.zanox.com/ppc/?15578651C1956962653T"><img src="http://ad.zanox.com/ppv/?15578651C1956962653" align="bottom" width="468" height="60" border="0" hspace="1" alt="champion_sweaters_468x60_IT"></a> <a href="http://ad.zanox.com/ppc/?15578655C628689904T"><img src="http://ad.zanox.com/ppv/?15578655C628689904" align="bottom" width="468" height="60" border="0" hspace="1" alt="468x60_mar10_gif"></a> Presented & powered by Alessandro Asta TRIESTE. 8 anni: è stato questo il periodo di permanenza dell' Unione Sportiva Triestina nel campionato cadetto. Dai fasti della finale di Lucca del 2002 al naufragio completo del 12 giugno 2010, data che segna inequivocabilmente uno dei momenti più bui dell'attuale storia dell'Alabarda. Non sono bastate 10 mila anime giuliane al "Rocco" per esorcizzare un campionato nato male e finito nella maniera che nessuno (detrattori compresi) preventivava di veder concluso in questo modo: il Padova salva le penne e dimostra, con un secco 0-3, che nel gioco del calcio vince sempre chi più crede nei propri mezzi e non chi si accontenta di uno 0-0 all'andata per pensare di essere a metà dell'opera. E ancora, vince chi è più eclettico, chi dimostra di avere tanta più birra in corpo rispetto all'avversario, chi si getta senza paura verso un traguardo a prima vista difficile da raggiungere: è tutto questo che ha portato la squadra di Sabatini alla meritata salvezza, a scapito di una Triestina che negli ultimi 90 minuti della stagione ha confermato la fragilità e la pochezza di un gruppo di professionisti (sia a livello societario che in quello squisitamente tecnico) che ha letteralmente cancellato in una brutta, nefasta serata le (poche) cose buone dimostrate nell'arco del campionato: prima tra tutte quel pareggio nella gara dell' "Euganeo" che aveva riacceso una fiammella di speranza, spentasi troppo presto nella partita del ritorno. Ci sarà tempo e modo per pontificare sulle cause, molteplici, di una retrocessione in Lega Pro che ha il sapore amarissimo di un ritorno a una dimensione che non si sperava di raggiungere in questa maniera: ma è altrettanto vero che la Triestina che, da questa sera, finisce nell'inferno della terza serie è una barca che ha rischiato di affondare innumerevoli volte nel corso degli ultimi 9 mesi. Non sono serviti 3 capitani diversi (leggi, Gotti, Somma e Arrigoni) per evitare che la zattera alabardata si incagliasse contro gli scogli: tutto sembrava già scritto da tempo. Ma non si è mai voluti leggere l'ultima pagina del libro, forse per scaramanzia, forse per amore viscerale che si ha per questa maglia, forse ancora per speranza o per preghiera di non svegliarsi e di ritrovarsi punto e a capo dopo otto stagioni di B. La realtà è infinitamente amara, ma bisognerà ripartire. E anche su questo ci sarà tempo e modo per farlo. Il "Nereo Rocco" presenta un colpo d'occhio magnifico, con entrambe le tifoserie a inneggiare ai rispettivi colori: Arrigoni decide che, per tenere a bada i patavini, potrebbe essere sufficiente riproporre lo stesso schema già funzionato a Padova. Il centrocampo a 5 (con Godeas unica punta) è la scelta iniziale del tecnico: ovverosia, rimettiamo su la diga e tentiamo di soffocare le trame degli ospiti come era successo otto giorni fa: ma i veneti hanno la fortuna, e la scaltrezza, di aprire le danze con il siluro di Vantaggiato con nemmeno 120 secondi passati dal fischio d'inizio di Tagliavento. La sventola del numero 9 è potente e precisa e per Calderoni non c'è niente da fare (0-1 al 2'): è un gol che fa malissimo alla Triestina che, messa in campo più per contenere che per costruire gioco, va immediatamente in crisi. I rosso-alabardati vanno vicini al pareggio al 9', quando una punizione di Colombo trova la testa di Scurto su cui è monumentale Agliardi nel disinnescare il pallone destinato sotto la traversa: ma il gioco è terribilmente farraginoso da parte dei padroni di casa, molli sulle gambe e mai in grado di saltare gli avversari, nè tantomento di mettere un cross decente in area avversaria. Il Padova, ringalluzzito dal vantaggio, non si chiude ma macina metri su metri, trovando altre due palle-gol con Vantaggiato: una su punizione (Calderoni vola a deviare in angolo) e un'altra con un tiro dai 20 metri che l'estremo difensore ex-Toro fa notevole fatica ad aggrappare in presa. Arrigoni tenta di correre immediatamente ai ripari, provando Siligardi al posto dell'infortunato Princivalli e Gorgone per uno spaesato Pani. Ma, che non sia proprio serata, lo si capisce al decimo della ripresa, quando lo stesso Gorgone è costretto al cambio dopo un contrasto duro: l'entrata in scena di Della Rocca è l'ultima disperata carta del mister, con Tabbiani spostato al centro della linea mediana del campo. Non c'è però niente da fare, la Triestina ha maggior possesso palla ma non mette mai particolarmente alle corde l'attenta retroguardia del Padova che può agire con ripartenze veloci, sfruttando la maggior freschezza atletica. La luce si spegne al 65', quando Cuffa trova il pertugio per entrare in area, accentrarsi e freddare Calderoni per lo 0-2 che dà la mazzata più grande all'Alabarda: non ci crede più nessuno sulla sponda di casa, gli attacchi giuliani diventano sempre più sterili e sembra quasi che la bandiera bianca sia già abbondantemente issata sul pennone. Il pubblico rosso-alabardato comincia già a sfollare, mentre quello ospite urla e canta di gioia: il Padova completa l'opera a cinque minuti dal termine, con Bonaventura che taglia tutta l'area di rigore e fa secco l'estremo difensore della Triestina. Sullo 0-3 l'immagine di una maglia tinta di rosso che vola dalla curva Furlan sul manto erboso è il segno della resa, allo stesso modo di come viene gettata una spugna per prevenire che il pugile suonato le prenda ancora di più. Adieu serie B. Cita
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