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LUNEDÌ 27 DICEMBRE 2021

- Il campionato dell'Allianz? Ottimo, visto che l'aggettivo positivo, nella settimana più disastrata del basket italiano, parrebbe fuori luogo. Mario Ghiacci, presidente dell'Allianz Pallacanestro Trieste (e intervistato da Roberto Degrassi), con concretezza padana avverte che si tiene tutto ciò che di buono è stato conquistato finora, chè del domani non c'è certezza in una stagione simile. «Siamo contenti del nostro campionato, ci mancherebbe, ma siamo consapevoli che sulla strada potremmo trovare variabili importanti - avverte il numero uno biancorosso - Proprio questa settimana, con il rinvio per Covid della nostra partita a Cremona e con altri 5 match sospesi, ci ha messi di fronte a un ritorno inaspettato dell'emergenza. A me non piace vivere alla giornata, non fa parte della mia mentalità ma non possiamo fare altro».Oggi i giocatori e lo staff dell'Allianz si sottoporranno ai tamponi per verificare che il caso di positività accertato nei giorni scorsi non si sia esteso ad altri componenti del gruppo squadra. In caso di disco verde, si riprenderanno gli allenamenti in vista della gara interna con Reggio Emilia domenica, aspettando la data del recupero a Cremona. Un match, quello di domenica, pressochè decisivo per mettere al sicuro un posto per le Final Eight di Coppa Italia.FINAL 8 «Le ultime tre gare del girone d'andata (il 9 si va a Treviso ndr) sono tutte ugualmente importanti - continua Ghiacci - Siamo messi bene in classifica, dobbiamo provare a centrare il primo traguardo. Per noi sarebbe un risultato incredibile, per il secondo anno consecutivo saremmo tra le top 8 e non si tratterebbe di un premio scontato».E qui il massimo dirigente biancorosso analizza questa parte di stagione. «Quando d'estate si costruiscono le squadre ognuno fa bei sogni. Se aveste interpellato in settembre i 16 presidenti della serie A tutti vi avrebbero detto che erano convinti di aver allestito la miglior squadra possibile. Io sono orgoglioso del nostro gruppo. Non ho la presunzione di dire di non aver sbagliato niente. Credo però di poter affermare che abbiamo sbagliato poco. Avevamo un problema e l'abbiamo risolto in quindici giorni. E in ogni caso Sanders aveva mostrato potenzialità, prima di portarci al divorzio...»IL 5+5 Ghiacci rivendica la coerenza della scelta della formula 5 italiani+5 stranieri. «Ci crediamo e non abbiamo mai avuto la tentazione di passare al 6+6. Lo staff tecnico ha disegnato una rosa con una logica: 5 giocatori maturi e altri con margini di crescita. La serie A è tremenda, l'equilibrio è tale che se si cannano due incontri ci si trova nella bassa classifica. Davis sembra più maturo di Sanders anche grazie alla maggior esperienza in campionati europei competitivi, Konate ha mezzi incredibili per diventare un grande centro, Lever e Deangeli stanno facendo bene e sono il nostro futuro».Un discorso a parte merita Campogrande. L'esterno romano nel corso dell'intero 2021 ha disputato tra Venezia e Trieste 209 minuti complessivi. Ha subìto due interventi chirurgici e la società ha voluto ribadire la fiducia nel giocatore e nel biennale sottoscritto. «Lo considero una pedina importante perchè dà equilibrio al ruolo di ala piccola, allungando le rotazioni. Inoltre può dare una mano anche nello spot di guardia. Il suo recupero sarà un'addizione importante per il girone di ritorno»IL FUTURO Fin qui l'aspetto tecnco. Ma ci sono anche altre altre partite che l'Allianz deve giocare fuori dal campo. Il contratto con il main sponsor al momento prevede un termine a giugno 2022. «I prossimi 5 mesi saranno fondamentali, dovremo fare valutazioni importanti. Abbiamo proposto ottimi bilanci negli ultimi anni ma dobbiamo strutturarci in un certo modo per poter essere solidi sulla nostre gambe, indipendente dalle scelte di Allianz o da eventuali sponsor futuri. La scommessa per il futuro è questa solidità autonoma».IL PUBBLICO Una delle voci rilevanti di bilancio è il pubblico. «Il problema del calo di presenze esiste ma non riguarda solo noi, potrei dire che ho assistito a Juventus-Cagliari di calcio e lo stadio sembrava mezzo deserto. Questi due anni hanno interrotto le abitudini, paghiamo i ilimiti, la disaffezione, orari spesso penalizzanti. Da parte nostra sicuramente proveremo ad avviare iniziative per portare più spettatori all'Allianz Dome»

- L'ultimo mese sia per i risultati che per prestazioni è stato positivo ma soprattutto sono convinto che questa squadra abbia ancora potenzialità per migliorare. Quindi mi aspetto una seconda parte di stagione in crescendo». Mauro Milanese, amministratore unico della Triestina (intervistato da Ciro Esposito), fa un bilancio di un 2021 non proprio sorridente nè sul piano dei risultati e ancor meno delle casse. La terza stagione del calcio funestato dalla pandemia è un affare difficile da gestire sul piano finanziario e organizzativo specie per i club di terza serie. Ma sul piano sportivo almeno la Triestina ha concluso l'anno con un trend incoraggiante.L'obiettivo dichiarato quest'estate era quello di avere una Triestina tra le prime sei del girone. Quindi la società è soddisfatta?«Quell'obiettivo per ora c'è anche se il distacco dal vertice è un po' troppo. Lo era anche dalla terza e dalla quarta piazza un paio di mesi fa ma la squadra ha rosicchiato qualcosa».Si ragiona sempre in un'ottica biennale?«Sì anche perché a differenza delle stagioni precedenti abbiamo investito su mister Bucchi e su uno staff tutto nuovo di sua fiducia. Per quanto riguarda la rosa è stata rinforzata quest'estate sapendo che il Padova sulla carta ci stava sopra e che anche il Südtirol sarebbe stato protagonista di un grande torneo».Ma forse nessuno pensava che gli altoatesini potessero avere un ritmo simile.«Quando una squadra subisce 5 gol in 17 partite c'è poco da dire. Il Padova è sempre lì mentre Renate e Feralpi si confermano di buon livello. Da queste ultime non siamo poi tanto distanti e possiamo recuperare».Finora pesano gli scontri diretti e in particolare quel gol preso al Rocco con la Feralpi al 94'.«In questa stagione abbiamo fatto il record di quattro vittorie di fila in trasferta e in genere con le squadre medie abbiamo perso pochi punti. Invece ci mancano una vittoria e un pari che avremmo anche meritato proprio con Feralpi e Renate. Ma c'è pur sempre il ritorno».E poi c'è stata una partenza ad handicap a pesare sul bilancio del girone d'andata. C'è qualche rammarico?«Speravo di partire bene ma non sempre le attese si concretizzano. Ci sono stati tanti, troppi infortuni e assenze che hanno portato Bucchi a cambiare i sistemi di gioco. Così è inevitabile pagare un prezzo. Mi riferisco in particolare agli infortuni sul campo non a magagne pregresse. Gli stop di Petrella, Calvano, Coppola, le difficoltà di Procaccio e da ultimo l'infortunio a Galazzi non possono non avere un peso sul rendimento della squadra».Cosa manca a questa Triestina?«Con il recupero entro un mese degli infortunati non manca nulla per essere competitiva. La squadra gioca con buona intensità e con l'approccio giusto, anche se manca ancora la continuità nell'arco della gara. Vedo ancora troppe pause. Non abbiamo ancora sfruttato tutto il potenziale offensivo. Non è un caso che mai siamo riusciti a segnare tre gol. Il fatto di avere ancora questa potenzialità inespressa mi dà fiducia per il futuro».E quindi sarà un mercato senza tante operazioni?«Sarà un mercato difficile. Il rientro degli infortunati di lungo corso ci rafforzerà ma dobbiamo creare due posti in lista. Quindi prima bisogna cedere qualcuno e di questi tempi è complicato».Per esempio c'è da sistemare Di Massimo da tempo fuori dal progetto.«Il calciatore si è mosso con il suo agente ed ha alcune richieste ma ha un contratto con noi e quindi dobbiamo trovare una soluzione soddisfacente anche per l'Unione».Si aspettava così pochi tifosi al Rocco?«Quest'estate francamente pensavo che si potesse ripartire con un buon pubblico ma quando ho visto che il Milan al Rocco ha attratto nemmeno tremila spettatori ho capito che difficilmente la Triestina avrebbe potuto avere più di mille tifosi. Mai abbiamo pensato però, nonostante l'assenza degli ultras, di chiudere la Furlan. La decisione è arrivata quando ho visto appena una quarantina di richieste per la Curva. Nelle ultime gare qualche centinaio di tifosi ha animato la Furlan ed è già un primo passo. Ma ci vorrà tempo prima che le persone tornino allo stadio a livelli pre-Covid».Il 2022 sarà l'anno della riforma dei campionati?«Sembra strano ma l'incognita della partecipazione della Nazionale ai Mondiali sta frenando tutto. Aspettiamo marzo».Il prossimo anno sarà finalmente cantierata l'area del Ferrini?«Il Progetto esecutivo della Triestina è stato depositato da tempo e approvato dal Comune. Ora manca l'ok della LND e soprattutto del Coni. A marzo penso si possa cominciare a lavorare».

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