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GIOVEDÌ 5 DICEMBRE 2024

- «Trieste è una città che avevo conosciuto molto prima di giocarci grazie alle parole di Cavaliero. Il mio amico Daniele mi diceva sempre "il triestino all'inizio è diffidente ma, una volta che lo conquisti, ti apre le porte di casa. Devo dire che l'anno che ho trascorso con voi mi ha fatto capire quanto fossero vere quelle parole».

Giancarlo Ferrero (intervistato da Lorenzo Gatto su "Il Piccolo"), prossimo avversario della Pallacanestro Trieste nel match che domenica 8 dicembre porterà la sua Germani Brescia sul parquet del PalaRubini, vive con particolare emozione la vigilia della sfida.

«Sarà banale dirlo ma la promozione in serie A ha reso la scorsa stagione una storia epica. Tramutare in realtà i sogni non è mai facile, farlo al termine di un campionato difficile e movimentato è qualcosa che resterà nella storia della società e della città. Ed è qualcosa che mi rende doppiamente orgoglioso. L'importanza di quello che siamo riusciti a ottenere lo vedo ancora oggi nella solidità dei rapporti che si sono creati e che sono rimasti gli stessi anche a tanti mesi di distanza».

Vale per il gruppo di lavoro ma anche per i tifosi che, non a caso, nella sua ultima apparizione sugli spalti del PalaRubini (lo scorso 3 novembre nel match giocato da Trieste contro Varese), gli hanno tributato una vera e propria ovazione.

«A Trieste io e la mia compagna Alessia ci siamo trovati davvero bene, appena abbiamo avuto due giorni disponibili, siamo tornati a trovare gli amici. In palazzetto l'accoglienza è stata meravigliosa. Nell'applauso della gente ho percepito affetto, quell'ovazione prolungata, credetemi, mi ha riempito il cuore».

Affetto che ha ritrovato a Brescia, una società che gli ha aperto le porte di casa consentendogli di allungare la carriera. «Non nego che, ottenuta la promozione, per un attimo ho pensato di smettere. Sarebbe stato un bel modo di finire la mia carriera. Avevo rifiutato qualche offerta dalla Legadue poi è arrivata Brescia. Ho parlato con Peppe Poeta, stava allestendo una squadra rinnovata e voleva avere qualcuno di cui fidarsi per tenere unito il gruppo, indipendentemente dai minuti sul campo». Una scelta vincente, con una squadra che sta facendo benissimo. Seconda in classifica, reduce dallo splendido successo conquistato proprio sulla sirena contro la Virtus Bologna, la Germani arriva a Trieste con le ali spiegate e grande entusiasmo.

«Risultati che partono da due fondamentali aspetti. L'entusiasmo con cui affrontiamo ogni situazione e il duro lavoro in palestra. C'era un po' di comprensibile scetticismo attorno alla squadra, i risultati però ci stanno dando ragione. La spiegazione? Un gruppo di buoni giocatori. Scherzando con Miro Bilan, all'inizio della preparazione, gli ho detto finalmente giochi dalla mia parte. Lo stesso dicasi per Ivanovic o per Della Valle».

Su Trieste, da parte di Ferrero, parole di sincera stima. «Seguo tutto, con i ragazzi con cui ho condiviso la passata stagione sono ancora in contatto. Il legame resta forte, abbiamo ancora attivo il gruppo su whatsapp. Parlando della squadra di quest'anno, Mike (Arcieri ndr) ha alle stito una squadra piena di talento. Colbey Ross e Markel Brown sono due ragazzi a cui voglio davvero bene. Se dovessi andare in guerra, vorrei entrambi al mio fianco. Il match di domenica sarà senza dubbio bellissimo, tra due delle squadre che hanno i migliori attacchi di tutta la serie A. Ci sarà spettacolo in campo, chi tra le due squadre sarà in grado di sfruttare meglio il talento offensivo dei suoi giocatori alla fine riuscirà a portare a casa la partita».

- Sia chiaro, l'Unione domenica a Padova ha fatto solo il primo passettino di quello che dovrà essere un lungo e costante percorso per la salvezza. E, come scrive Antonello Rodio oggi, non si può certo pensare che in casa alabardata tutti i problemi siano già risolti. Però è indubbio che il ritorno di Tesser, oltre che un deciso step sul piano psicologico per tutto l'ambiente, ha portato già effetti molto pratici anche per la squadra. È bastata infatti la prima partita con in panchina il tecnico di Montebelluna, per far interrompere alla Triestina una serie di preoccupanti digiuni.

LA PRIMA VOLTA

Il primo digiuno spezzato, forse quello per certi versi più clamoroso, è che all'Euganeo l'Unione ha segnato il primo gol su azione in trasferta dell'intera stagione. Finora lontano dal Rocco la Triestina aveva segnato solo due reti, entrambe su rigore, una con Vertainen e l'altra con Attys. Per il resto zero virgola zero. Ecco dunque che è bastato il diktat di Tesser di tornare a occupare con più uomini l'area di rigore, che grazie a Braima (e anche a un pizzico di fortuna con la leggera deviazione di schiena di un difensore avversario) è arrivato finalmente il gol su azione che i temerari tifosi alabardati che hanno seguito tutte le trasferte aspettavano da inizio campionato. Una rete ancora più significativa per il fatto di essere stata segnata in casa della squadra con la difesa più forte del girone (il Padova aveva subito appena 6 reti fino a domenica).

A SECCO DA 436 MINUTI

La rete di Braima, inoltre, ha interrotto un altro brutto record negativo: la Triestina infatti era a secco da ben 436 minuti, per quello che è stato il digiuno più lungo in campionato in fatto di segnature. Dopo il pareggio allo scadere di Vertainen contro l'Albinoleffe, nelle successive quattro partite contro Pro Patria, Giana Erminio, Feralpisalò e Renate, l'Unione non aveva mai trovato la via della rete. E visto che il gol del pareggio all'Euganeo è arrivato al 76', ecco spiegato il dato dei 436 minuti. Esclusi i recuperi, che in quattro partite e mezza aggiungono almeno un'altra ventina di minuti giocati senza segnare.

STOP ALLE SCONFITTE

Il pareggio di Padova è stato poi fondamentale per interrompere la sequenza di tre sconfitte consecutive che stava portando la Triestina dentro un oscuro tunnel. La serie di ko più lunghi resta quella devastante di inizio campionato, quando dopo il successo di Arzignano la formazione allenata da Santoni infilò cinque sconfitte di fila. Seguì poi un'altra serie di tre sconfitte di fila divise tra tra Marino e Clotet, quindi l'altro terzetto di ko con il tecnico catalano in panchina, ora interrotto da Tesser.

CENTROCAMPO IN GOL

C'è poi un altro dato in apparenza secondario, ma in realtà importante per sottolineare come la necessità di occupare di più e meglio l'area in fase offensiva riguardi soprattutto i centrocampisti. Forse dunque non è un caso che il gol di Braima segni il ritorno alla rete di un centrocampista dopo il primissimo gol stagionale realizzato da Correia all'Arzignano. Da quella volta sono andati in rete - poche volte purtroppo - attaccanti, trequartisti e difensori, ma il gol dal reparto di centrocampo mancava da oltre tre mesi. Cosa bisogna interrompere adesso? Ovviamente il digiuno di vittorie, che dura dalla prima giornata del lontano 25 agosto.

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