ToroSeduto Inviato 18 Novembre 2011 Segnala Inviato 18 Novembre 2011 "Anch'io tra i molti vi saluto, rosso-alabardati, sputati dalla terra natia, da tutto un popolo armati", così il poeta triestino Umberto Saba, amante del pallone, apostrofava le gesta della squadra di Trieste. La storia della Triestina è quella di una nobile depauperata, che guarda con nostaglia al suo glorioso passato, consepevole dell'antico fascino: 26 stagioni consecutive in Serie A tra il 1929 e il 1956. Gli Alabardati rispecchiavano in pieno lo spirito del calcio autarchico delle società ginnastiche a cavallo tra le due guerre, in opposizione ai quei club (Inter, Milan e Juventus su tutti) che già facevano degli stranieri una loro ragione di vita. Un calcio maschio, rurale, che vide la nascita del mito di Nereo Rocco da rione San Giacomo: il paron fu prima un simbolo in campo, poi protagonista in panchina del miracolo della cenerentola Triestina. "Qui nacque il calcio all'italiana", il "sistema" che si evolveva in catenaccio. Quanti musi lunghi nei primi tempi, il pubblico voleva un gioco d'attacco, voleva divertirsi nei difficili anni del secondo dopoguerra e guardava con disprezzo il gioco di quella Triestina che si esprimeva con tanta cautela, con quel battitore libero che tanto stonava. Nereo Rocco in quel ruolo aveva fatto le sue discrete fortune da calciatore e quando nella stagione 1947-48 arrivò in seconda posizione a braccetto con Milan e Juventus (ma dietro al Grande Torino) la gente lo considerò alla stregua di un Messia. Forse cercare di non prenderle piuttosto che darle non era poi tanto male, ma a quel tempo la Cupola esisteva davvero e il paron fu spedito in esilio in Serie B a Padova. L'Italia le prendeva a destra e a manca in Europa, cosi' si decise di puntare su quel modulo spettacolo repellente. Morale della favola: il catenaccio divenne un must, il Milan pretese Rocco sulla sua panchina, tutti copiavano il paron, persino il Brasile di Pelè. Nacque il calcio all'italiana..a Trieste. Il cammino della Triestina Calcio proseguì tra ombre..ed ombre, tanta gavetta in serie C, fino al ritorno in cadetteria nel nuovo millennio. Di qui nel frattempo è passato qualche campione, da Franco Causio ad Alberto Aquilani, ma anche giocatori comuni diventati idoli come Dino Fava, Pablo Granoche e Denis Godeas. Gli anni Duemila, tempi di metà classifica, di gioie e di dolori, ma anche di speranze di recuperare la gloria perduta. Come quando nel 2002-03, si sfiorarono i playoff per tre miseri punti. Dopo il ripescaggio del 2009, nel giugno scorso la Triestina ha rivissuto l'incubo della retocessione, il ritorno in serie C (ora Lega Pro), la paura di un nuovo infinito purgatorio. Oggi di nobile resta solo Denis Godeas, professione attaccante, che nonostante diverse offerte dalla lega cadetta continua a far sognare i tifosi Alabardati (capocannoniere stagionale con 8 sigilli). C'è Riccardo Allegretti, il capitano, lo specialista delle punizioni, anche lui legato indissolubilmente alla maglia bianco rossa. In questa Triestina in crisi (in zona playout) resta forse solo questo, l'amore per i colori e la passione della gente. Poi il paron, Saba e la nobiltà sfumata nel tempo... da: tuttomercatoweb.com Cita
SandroWeb Inviato 18 Novembre 2011 Segnala Inviato 18 Novembre 2011 Certo che, per quanto ne riguarda, attualmente la stampa ne usa in due modi: per i "De profundis" e per ciorne pel cul (vedi i tifosi de cartapesta). Speremo che 'sto maledetto trend cambi alla svelta, sinceramente ne go le bale piene de legger articoli de questo genere (sacrosanti, eh...) Cita
poli Inviato 18 Novembre 2011 Segnala Inviato 18 Novembre 2011 A livello giornalistico forse saranno un paio d'anni che c'è questo trend, + triste però Sandro è il maledetto trend sportivo che dura da 50 anni ormai, fatto di molta mediocrità con pochi momenti memorabili. Quanti campionati abbiamo vinto sul campo negli ultimi 50 e passa anni dal momento della nostra ultima presenza in serie A? A naso direi 2 di D, uno di C2 e 3 di C1, + un paio di campionati di vertice in serie B... Purtroppo pochino... Ma io ci spero sempre di riuscire un giorno ad andare a San Siro o all'Olimpico... Cita
Mex Inviato 19 Novembre 2011 Segnala Inviato 19 Novembre 2011 Certo che, per quanto ne riguarda, attualmente la stampa ne usa in due modi: per i "De profundis" e per ciorne pel cul (vedi i tifosi de cartapesta). Speremo che 'sto maledetto trend cambi alla svelta, sinceramente ne go le bale piene de legger articoli de questo genere (sacrosanti, eh...) Per la Triestina un coccodrillo in fresco non manca mai... Cita
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