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I suntini sandrini di venerdì 15 gennaio 2021


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VENERDÌ 15 GENNAIO 2021

- Compirà ventotto anni il prossimo 23 marzo, da sei stagioni ha lasciato la sua famiglia ad Augusta, in Georgia, per vivere la sua avventura da professionista della palla a spicchi. Come scrive Lorenzo Gatto oggi sul Piccolo, Un amore - quello tra DeVonte Upson e il basket - arrivato dopo una veloce infatuazione per il football americano. Il giovane DeVonte cresce velocemente, si sviluppa presto e grazie a un buon fisico e a importanti doti atletiche, si avvicina alla pallacanestro.«Ho preso seriamente in considerazione l'idea di poter diventare un giocatore "pro" attorno ai quattordici anni - racconta - ho completato gli studi poi, quando si è aperta la strada per venire a giocare in Europa, ho colto l'occasione al volo. Devo ringraziare mia madre che, soprattutto nei primi anni, mi ha supportato economicamente per consentirmi di fare ciò che amavo. Vivere lontano da casa non è semplice, ti mancano le cose di tutti i giorni e devi adattarti a uno stile di vita differente. Ma sono qui per giocare a basket e adoro quello che sto facendo».Svizzera, Finlandia, Estonia, Polonia e Francia le tappe che hanno preceduto l'arrivo di Upson in Italia, una scelta fortemente voluta da un giocatore che ha lasciato Strasburgo per indossare la maglia dell'Allianz. «Mi piace viaggiare - continua Upson - in questi anni, grazie alla pallacanestro, ho avuto la possibilità di conoscere molti posti nuovi. A Trieste mi trovo bene, forse c'è un pochino troppo vento per i miei gusti ma la città è bella, l'atmosfera è amichevole e mi piace tanto il fatto che quando cammino per le vie della città i tifosi mi riconoscono e vengono a salutarmi».Giocatore di carattere, ha superato un periodo difficile nel postCovid quando, con l'arrivo di Delia, si è ritrovato ai margini della squadra. Qualche partita vissuta a supportare i compagni dalla panchina poi, a suon di prestazioni, si è ripreso il suo posto in squadra convincendo la società a puntare su di lui. La partenza di Udanoh, guarda caso finito proprio allo Strasburgo, gli ha regalato quella tranquillità che gli ha permesso di esprimere le sue doti ed essere un fattore negli ultimi successi contro Reggio Emilia e a Bologna. «Sono tranquillo - sottolinea - non dando troppo peso a ciò che è successo nelle ultime settimane. La mia unica preoccupazione è cercare di portare sul parquet tutta l'energia di cui dispongo. So di avere molto da offrire alla squadra, e credo di non aver ancora espresso il mio massimo».La crescita di Upson, unitamente a quella di tutto il gruppo, ha prodotto risultati. Trieste si è scrollata di dosso lo scomodo ruolo di fanalino di coda del campionato risalendo la classifica e centrando un inattesa qualificazione alle final eight di Coppa Italia. Traguardo che rappresenta un positivo auspicio in vista del girone di ritorno. «Sono fiducioso e credo possiamo andare lontano - conclude Upson - La nostra filosofia è vivere ogni allenamento dando il massimo cercando di concentrarci su una partita alla volta. Quello che mi colpisce in positivo è la chimica che si è creata nel gruppo: questa è una stagione particolare, caratterizzata da momenti difficili ma sono convinto che continuando a lavorare così possiamo vivere una stagione ricca di soddisfazioni». 

- Per sua stessa ammissione, ci vorrà ancora un po' per vederlo davvero al top, ma intanto dopo un mese e mezzo di assenza Guido Gomez è di nuovo a disposizione di Pillon, pronto a entrare in campo.L'attaccante della Triestina (intervistato da Antonello Rodio), dopo due infortuni, ora sta bene e sta crescendo di condizione, pronto a essere un'arma importante da qui a fine campionato. Gomez, domenica scorsa ha finalmente ritrovato almeno la panchina: come sta? "Sto decisamente meglio, ma fisicamente non ho ancora la forma migliore. Sono a disposizione dell'allenatore per cercare di dare una mano, ma i 90 minuti ancora non li ho nelle gambe. La squadra ha lavorato molto nella pausa e sta bene fisicamente, ci vuole un po' di tempo per mettermi al passo". Com'era iniziato questo periodo da incubo? "Proprio alla fine del riscaldamento di Gubbio ho sentito una fitta all'adduttore, un punto decisamente delicato: tutto è iniziato lì con uno stiramento". E poi? "Poi c'è stata troppa voglia di rientrare presto e di dimostrare che stavo bene, così mi sono fatto male al polpaccio: non era ancora il periodo giusto, anche se con l'adduttore stavo bene, il resto del fisico non era ancora pronto a rientrare. Peccato, perché al momento del primo stop stavo davvero bene". Che Triestina ha visto da fuori in questo periodo? "Ultimamente ho visto un'ottima Triestina, a parte ovviamente la sconfitta con il Fano: l'intenzione era ripartire alla grande come si era finito il 2020, purtroppo abbiamo iniziato con una sconfitta in casa. Peccato, perché stavamo bene anche a livello di gruppo, consapevoli della nostra forza". E allora cosa è successo con il Fano? "Purtroppo la sosta è sempre pericolosa, soprattutto quando stai andando bene: ti fa staccare anche mentalmente e la ripresa dopo le feste può riservare brutte sorprese". Cosa manca a questa Triestina per il salto di qualità? "Solamente la continuità. Continuità che stavamo anche trovando, ma che come detto proprio la sosta ha interrotto. Ora bisogna cancellare la sconfitta e ripartire subito. È stato solo un incidente di percorso, mancano ancora tante partite e bisogna riprendere a fare punti". Le punte hanno sempre fornito buone prove ma i numeri dell'attacco in questa stagione non sono molto positivi: come mai? "Non credo ci sia una spiegazione precisa, anche chi sta giocando ora sta facendo benissimo, ma l'attaccante si sa che va a periodi, magari fai una partita bruttissima e segni, altre volte è il contrario e altre ancora appena la tocchi fai rete. L'unica cosa da fare è quella di non mollare mai, pensare sempre positivo anche se non si fa gol. Io sarei più preoccupato se non ci fossero occasioni, invece creiamo molto e sono sicuro che da qui in avanti le cose andranno a migliorare". Si può ancora puntare al primo posto?"Noi abbiamo le qualità per arrivare primi e sappiamo di essere forti. Ma ora non dobbiamo pensare a darci obiettivi, questo anzi può toglierci un po' di forze. Dobbiamo pensare una partita alla volta, a partire da Mantova, dove troveremo una squadra in fiducia che fa tanti gol: dobbiamo fare una partita perfetta, nella quale sbagliare poco e niente". 

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