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I suntini sandrini di martedì 1° novembre 2022


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MARTEDÌ 1° NOVEMBRE 2022

- «Finalmente un po' di ossigeno». Marco Legovich, coach della Pallacanestro Trieste intervistato oggi da Roberto Degrassi su "Il Piccolo", assapora il primo dopogara sereno. Il successo all'overtime a Napoli ha eliminato quello sconfortante zero in classifica, ha permesso di riagganciare ma soprattutto ha portato uno spicchio di luce dopo quattro giornate di buio pesto.«Sono contento per il gruppo dopo che nel corso dell'ultima settimana abbiamo fatto di tutto per dare una svolta. Abbiamo lavorato duro e ringrazio lo staff tecnico e i preparatori, anche la società si è fatta sentire, abbiamo esaminato video di squadra e individuali, abbiamo parlato singolarmente con i giocatori. Uno sforzo che ha prodotto un risultato ma se adesso ci cullassimo sull'impresa al PalaBarbuto commetteremmo un errore colossale. Questo deve essere un punto di partenza. Abbiamo fatto qualcosa di buono? Bene, non buttiamolo e vediamo di fare ancora meglio».Però, ammettiamolo, il primo quarto ha fatto tenere la riproposizione delle ultime sconfitte. I primi cinque minuti di difesa non brillante..." Prego?" Di non difesa. "Appunto. C'era difficoltà a collegare gli sforzi in una logica comune, c'erano invece azioni dove ad esempio tre coprivano e due giravano a vuoto". Con la zona mista le cose hanno cominciato a girare. "Era necessario trovare continuità difensiva. Il ricorso alla zona era nel piano partita ma, attenzione, io non sono uno di quelli che pensano che sia una sorta di ciambella di salvataggio quando non si riesce a fare altro. Per fare una zona decente servono intesa, coesione, capacità di leggere gli attacchi avversari. Volevamo rallentare un po' il ritmo della Gevi. I giocatori hanno risposto bene e la crescita della tenuta difensiva ci ha dato quella fiducia di cui avevamo bisogno per migliorare di conseguenza anche in attacco. Si è rivisto il contropiede e soprattutto abbiamo perso solo sette palloni in 45 minuti".
Abbiamo visto Bartley portare palla e meno anarchico tatticamente rispetto ad altre volte. "È in grado di aiutare il play, è un tipo di giocatore che rende meglio con la palla in mano. Quando Davis viene pressato a tutto campo, Frank può rappresentare un valido aiuto. Ma è utile in tante cose. Difende con intensità, ad esempio, e aiuta a rimbalzo". Deangeli decisivo per dare la scossa nel secondo quarto. "Venivamo da una settimana difficile. Eravamo 0-4 in classifica, avevamo perso due gare di fila in casa. Un giocatore straniero può considerarli incidenti di percorso, un triestino invece vive questi giorni come li ho trascorsi io: soffrendo. Lodo con rabbia e orgoglio ha reagito da vero capitano, conquistando 7 rimbalzi in un solo quarto. Deve prendere fiducia da queste note positive".
Un pieno di fiducia che serve un po' a tutti, in realtà. "Pacher finalmente ha tentato il tiro 11 volte. Riflettevamo insieme che cinque tentativi, come aveva fatto contro Tortona, erano troppo pochi in 30 minuti sul parquet. Ha creduto nella sua capacità dai 6,75. Le tre bombe confermano che può aiutarci ad alleggerire la pressione difensiva sugli esterni dall'arco". Spencer, al confronto, ha una gelida manina... "Nella prima parte della gara non ha giocato bene ma si è riscattato con tre giocate risultate decisive: un alley-oop, una schiacciata e soprattutto ill rimbalzo offensivo sul libero fallito da Bartley che ci ha regalato un possesso d'oro. Non sarà mai una macchina da punti, d'accordo, ma ci sono margini su cui lavorare".
Domenica ricevete il Banco di Sardegna, poi il campionato si fermerà per gli impegni della Nazionale per poi riprendere con la trasferta a Milano. In sintesi, dopo la gara di domenica ci sarebbe la finestra di tempo ideale per pensare a qualche intervento o correzione nel roster.Io penso alla partita di domenica che non sarà semplice perchè Sassari possiamo considerarla per valore appena dietro le grandi. Mi occupo di lavorare in palestra e lo faccio con questo gruppo. Qualsiasi altra considerazione compete alla società. 

- Quell'urlo liberatorio di Massimo Pavanel al triplice fischio la dice lunga sull'importanza della vittoria della Triestina contro il Mantova. Come scrive Ciro Esposito,  l'esultanza del tecnico dimostra soprattutto quanto sia importante per lui la difficile sfida accettata anche per risollevare i destini di quei colori che si sente cuciti addosso. Il suo attaccamento è quel plus acquisito dal club che nessun altro allenatore in questo momento poteva dare. Il primo step sarà la capacità di trasferire ai suoi giocatori quella carica speciale che caratterizza il lavoro del mister non solo durante i match ma anche nelle sedute di allenamento settimanali. Qualcosa si è già visto in questo senso ma c'è tanto lavoro ancora da fare. La squadra ha saputo stringere i denti e soffrire nonostante il suo classico sbandamento una volta subito il gol per un rigore decisamente generoso per usare un eufemismo. Ma il calcio non è determinato soltanto di carattere e forza mentale ma è anche fondamentale il piano tecnico-tattico: In questo sensi la gara con il Mantova ha segnato un cambio di rotta. Pavanel ha deciso di virare decisamente verso uno schieramento più offensivo con tre punte mobili davanti e a centrocampo un incursore come Paganini. Certo l'atteggiamento è stato favorito dai virgiliani schierati con la stessa idea da Corrent e anche dal fatto che gli ospiti non si sono chiusi in un bunker come succede spesso a chi arriva al Rocco. L'assetto più coraggioso dell'Unione ha avuto l'effetto di irretire da subito l'avversario, non tanto sul piano delle occasioni costruite, ma relativamente al gioco sviluppato. E' un atteggiamento che purtroppo non si è visto troppe volte nelle ultime stagioni dell'Unione e che invece dovrebbe diventare una costante. Gran parte delle squadre che arrivano al Rocco in questa serie hanno dalla loro la tranquillità di avere poco da perdere. Giocano in scioltezza e aspettano di trovare il pertugio giusto. Se la Triestina riesce a mettere loro pressione nella prima mezz'ora e magari passare in vantaggio lo sviluppo della partita cambia radicalmente. Se poi, come è successo domenica pomeriggio, per fortuna e bravura, di gol ne arrivano due, i giochi sono praticamente fatti nonostante una performance nel secondo tempo decisamente meno brillante che va comunque migliorata. C'è poi da rimarcare come Pavanel ieri sia riuscito a impiegare tra i titolari (ad eccezione di Furlan entrato dopo) tutti gli uomini migliori o comunque più affidabili che in questo momento ha a disposizione. Questo è un principio che sta alla base di ogni partita ma quando si deve gestire una squadra presa in corsa, e quindi con uomini da adattare a certi ruoli, non è semplice e servono coraggio e idee. Alla gioia del fine partita è seguita una saggia prudenza nel dopo gara da parte di Pavanel. Perché l'equilibrio di questa Triestina è ancora instabile, la situazione è complicata, c'è la necessità di trovare una continuità di risultati e rendimento per uscire dalla zona retrocessione ma senza essere avvinghiati dall'ossessione della classifica deficitaria. Nelle ultime tre partite, anche nelle due sconfitte, si è visto un costante miglioramento nelle prestazioni. Questo è quello che conta di più. Alla prima vittoria sulla Virtus è seguito il periodo più nero per gli alabardati. Dopo il successo con il Mantova non deve succedere. O meglio tutti devono lavorare perché non succeda.

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