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MARTEDÌ 12 NOVEMBRE 2024

- L'incendio mediatico sull'episodio Clotet-Krollis va spegnendosi. E la Triestina non lo riaccende. O almeno questi sono i segnali che arrivano dal club (in assenza di comunicazioni ufficiali). Come scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo", forse è la scelta meno rigorosa ma più opportuna viste le tante perturbazioni che hanno investito la squadra negli ultimi mesi. Nonostante l'eco internazionale, nonostante il comunicato diffuso sabato a stigmatizzare in primo luogo il comportamento del tecnico e le sue parole nel dopo gara, il club sceglie la linea soft o debole con una lettura maliziosa. Al momento nessuna azione eclatante nei confronti dei due tesserati, men che meno un divorzio dal tecnico Pep Clotet. Era una possibilità più che concreta, anche uno smarcamento da parte del tecnico, visti i dubbi espressi sulla società davanti a tutti. Invece ieri mattina c'è stato un faccia a faccia tra tutti i protagonisti in sede, poi tutti al lavoro per preparare la mission impossible di Salò.

Al Grezar i volti non sono proprio rilassati ma i protagonisti ci sono tutti. Oltre a Clotet e allo staff, il club manager Domestici che ammira l'erba del campo degna di questo nome, e c'è anche il Dg Alex Menta, l'uomo nel mirino di critica e pubblico. «Abbiamo fiducia nel mister e pensiamo di uscire insieme da questa situazione» dice l'americano scrutando le evoluzioni in campo dei giocatori da lui scelti e che finora non sono stati all'altezza. «Con i ragazzi è tutto a posto - sottolinea Clotet - dobbiamo lavorare duro sul campo».

Tutto risolto dunque? Sul fattaccio di venerdì sera sembra di sì anche se le scorie potrebbero comunque essere solo nascoste. Tutto dipenderà dalle soluzioni concrete che saranno adottate per risolvere il vero problema che è quello di una squadra depressa in fondo alla classifica con il rischio più che concreto di finire nell'inferno della D.

E anche con il problema. che è quello principale, di riorganizzare uno staff dirigenziale in grado di supportare il gruppo-squadra, di ridefinire gli obiettivi, di attuare le correzioni necessarie per essere almeno competitivi.

Quello che può tentare di fare Clotet con questa squadra lo si è visto: cercare di non sbracare, raggranellare qualche punticino, forse una vittoria, nelle ultime sei tappe che separano il Calvario annuale dal mese nel quale si può mettere benzina a un'auto in panne.

Menta invece può già muoversi, insieme al mister e soprattutto assieme o affiancato da qualcuno che conosca meglio di lui quel che può offrire il mercato italiano. Anzi, il responsabile dell'area sportiva deve darsi da fare, perchè non sarà facilissimo portare a Trieste quel che serve. Se la dirigenza alabardata avrà a disposizione un buon budget tanto meglio, ma non è poi così scontato convincere i giocatori a venire. La piazza e la città hanno ancora un loro appeal, ma senza una moral suasion da parte del tecnico (e della dirigenza) e soprattutto senza un qualche avanzamento nella classifica e nel rendimento in questa fase, non ci sarà il codazzo di aspiranti che possano dare una mano alla causa. Pecunia non olet (ammess o che ci sia) ma non basta.

E poi ci sono anche i competitor alla ricerca di tasselli per puntellare le squadre più ballerine in classifica. Non sarà irrilevante inoltre l'impegno per scaricare alcuni giocatori perchè serviranno spazi in rosa e magari qualche incasso da reinvestire almeno in parte.

Insomma o si hanno le idee chiare da subito o non si quaglia. E anche operando con senno, il traguardo finale è tutt'altro che assicurato. Il count-down è lungo ma ogni gara senza risultato è una chance in meno. E la possibilità di un recupero ancora fattibile si assottiglia sempre più.

- Da spettatore e tifoso della Pallacanestro Trieste, è salito a Trento per assistere allo scontro al vertice tra la formazione di Jamion Christian e la Dolomiti Energia. Con la curiosità di rivedere dal vivo, dopo aver gioito nella gara d'esordio al PalaTrieste contro l'Armani Milano, una squadra che si sta ritagliando un ruolo di primo piano in questo campionato.

«Ne ho approfittato per salutare l'attuale prefetto di Trento, Giuseppe Petronzi, che ho conosciuto questore a Trieste – racconta Ghiacci, intervistato da Lorenzo Gatto – ma è stata l'occasione anche per rivedere alcuni dei tanti amici che ho lasciato in città. Una sconfitta non è mai la benvenuta ma bisogna vedere sempre il contesto nella quale arriva. Vista la partita giocata, Trieste non esce ridimensionata da questo scontro al vertice. Ha lottato, sofferto, messo paura alla capolista sul suo campo. Poteva finire diversamente ma se da questo big match ci si aspettavano conferme sulla forza della squadra, direi che sono arrivate».

Un Ghiacci omaggiato dai tifosi presenti alla Il T quotidiano Arena con un ricordo speciale che ha lasciato il segno.

«Ogni volta che vedo quei ragazzi mi emoziono – racconta Mario –. Li ho conosciuti bambini, con Andrea e Samantha il rapporto è stato speciale sin dal primo giorno. La targa, per me, ha un significato particolare ed è un riconoscimento a cui tengo davvero tanto. Chiude un cerchio e lascia aperta la porta a tanti ricordi».

Archiviato il capitolo delle emozioni, si torna a ragionare sulle logiche di un campionato che continua a regalare sorprese.

«Quello di quest'anno è il campionato delle opportunità – sottolinea l'ex presidente biancorosso – perché quando affronti Milano e Bologna al termine di una settimana che ha proposto a Olimpia e Virtus il doppio confronto di Eurolega può succedere di tutto. La dimostrazione l'abbiamo avuta domenica con Venezia che ha sbagliato il tiro della vittoria andando a un passo dal successo al Forum e Varese che ha sconfitto la Virtus. Tornando a Trieste è una squadra giustamente legata al rendimento dei suoi giocatori di maggior talento. Sabato ha pagato la serata negativa di Ross che ha sofferto la difesa molto fisica preparata su di lui da coach Galbiati. Tutto il resto, poi, è andato di conseguenza. Peccato per la sconfitta ma le sensazioni restano buone».

Gli unici aspetti negativi riguardano la differenza canestri, che potrebbe pesare in ottica classifica finale e la situazione di Reyes.

«Su Reyes – conclude Ghiacci – mi limito a un'osservazione da spettatore. Per parlarne bisognerebbe essere nella stanza dei bottoni, non so come stia e quali possano essere i suoi tempi di recupero. È chiaro però che la sua assenza si sta facendo sentire. È un giocatore importante, la sua capacità di coprire più ruoli darebbe a Christian un'alternativa di peso nel corso del match. Per quanto riguarda la differenza canestri è un vero peccato il meno otto finale nella gara di sabato. C'è il rischio, a fine campionato, di un arrivo a pari punti tra più squadre: Trieste avrebbe meritato un passivo inferiore, pensare di do ver vincere di nove nella gara di ritorno è impresa tutt'altro che semplice» . 

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