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    • Io sono felicissimo della stagione, e felicissimo che un presidente parli di scudetto. Poi certo bisogna stare attenti, perché non abbiamo la bacchetta magica e se spendiamo tot, non possiamo pensare di sederci al tavolo nei famosi ristoranti da 100 euro, e spero davvero che ci siano sponsor munifici in entrata
    • Un'altra cosa sulla Juve: speriamo rimanga Tudor, perché se difendono così ci regalerá grandi soddisfazioni. 
    • CITYSPORT.NEWS DI LUNEDÌ 26 MAGGIO 2025 https://www.citysport.news/download/CS-26maggio2025.pdf
    • E poi va detto che ha giocato una signora partita, con tanto di incrocio dei pali su azione di angolo.  Fossi nell'Inter andrei a prenderlo prima di subito. 
    • LUNEDÌ 26 MAGGIO 2025 - Ha fatto gioire con i propri ragazzi le curve di Novara, Cremona, Pordenone, Modena per altrettante promozioni. Ci è riuscito anche a Trieste ma per una salvezza conquistata alla fine di un playout di sofferenza. Lo scrive oggi Ciro Esposito su "Il Piccolo": l'immagine di Attilio Tesser abbracciato e acclamato dalla Furlan è il simbolo di un'impresa dal sapore diverso anche per un uomo che del calcio ha visto e vissuto tutto, prima da giocatore e poi da allenatore. Quegli osanna che non aveva raccolto dopo il 6-0 sul Novara racchiudono una gratitudine e un rispetto per quello che Attilio è, prima ancora che per risultato raggiunto. La stagione, iniziata malissimo senza Attilio, è finita bene ma non si sa ancora se ne comincerà un'altra. La C conquistata sul campo dalla Triestina resterà comunque nella storia e quel che più importa le emozioni provate non abbandoneranno per molto tempo il cuore del popolo alabardato. Che sta aspettando con ansia una fumata dagli States. Un'attesa che non lascia indifferente nemmeno il tecnico di Montebelluna. Lui che è stato l'unico nella gestione americana a saper dare un'anima all'Unione. Ha messo in salvo la Triestina ma la Trestina non è ancora salva. Come vive questa situazione Attilio Tesser? «Spero che il mantenimento della C contribuisca a dare alla Triestina, alla città e ai tifosi alabardati un futuro solido e ambizioso. Negli ultimi anni è mancata quella continuità nella gestione societaria e nella costruzione tecnica che ho trovato in realtà come Cremona o Modena e che ha caratterizzato in questi anni Padova e Vicenza, Sudtirol e Feralpi. E non si tratta solo di una q uestione di budget ». Lei sin da quando è tornato a Trieste nel luglio del 2023 ha specificato l'importanza nel calcio del sentimento di appartenenza della squadra a una comunità. Quanto conta questo aspetto nelle sue scelte? «Per me è stato, è e sarà sempre determinante. Il senso di appartenenza, il valore della maglia che rappresenti è un sentimento vero da trasmettere ai giocatori. Se chi va in campo lo sente, al di là della professionalità, delle qualità e del denaro, ha un'energia positiva che si vede ed è decisiva per trasformare i momenti difficili in episodi vincenti». E questa è stata motivazione anche per dire sì al ritorno a Trieste nonostante non sia stato trattato certo con rispetto l'anno scorso? «Si, è stata una leva determinante perché è vero che avevo un contratto ma i contratti si risolvono. A Trieste sono sempre stato rispettato perché ho sempre portato rispetto per tutti. Son fatto così». Quell'esonero non è stato rispettoso quantomeno nei modi. Ci è mai tornato sopra? «Quando ho accettato a fine novembre ho seppellito quell'episodio. Ho subito degli esoneri ma mai senza avere un confronto prima della decisione. Qui non è successo ma è acqua passata». Quando ha capito che questa rimonta straordinaria poteva essere nelle corde della sua squadra? «Dopo le prime tre partite. Era fondamentale fare punti per una squadra che ne aveva 6 dopo 16 gare. Girare a 13 punti è stato fondamentale e ancor di più essere riusciti a vincere gli scontri diretti di inizio ritorno: Clodiense, Caldiero, Pro Patria e Pro Vercelli tutte vittorie che hanno dato credibilità al nostro lavoro e anche fiducia al gruppo». E forse avete pensato anche a qualcosa di più «Sono un uomo con i piedi per terra ma confesso che avevo fatto un pensierino a raggiungere un traguardo più ambizioso della salvezza. Non so se fossero raggiungibili i playoff ma certamente un finale di stagione più tranquillo. Avevamo fatto in quella fase più punti di tutti. Poi ci sono stati tanti infortuni lunghi e le rincorse stancano anche mentalmente». Ma soprattutto è arrivata la penalizzazione. Lei ha sempre minimizzato ma è evidente che è stata una mazzata. «I quattro punti in meno hanno avuto un peso psicologico che io e Delli Carri abbiamo dovuto affrontare. Abbiamo minimizzato l'impatto per togliere di dosso una negatività che si avvertiva nel gruppo. Non credo abbia inciso sulle prestazioni ma certamente ha tolto un po' di serenità nel lavoro quotidiano». La sensazione è stata che la società vi abbia lasciato lavorare senza ingerenze. «È stato così ma devo dire che nemmeno nella stagione precedente ci sono stati questi problemi. Eravamo partiti in ritardo per il passaggio di proprietà, alcuni giocatori come Finotto, Vallocchia, D'Urso erano arrivati nell'ultimo giorno di mercato eppure il rendimento era stato ottimo. Nessuno mi aveva chiesto di vincere il campionato ma si poteva costruire qualcosa di buono». Èstata fondamentale la presenza di Delli Carri? «Daniele è stato un punto di riferimento fondamentale per tutti. Ci siamo confrontati, abbiamo discusso e dialogato: solo così si costruisce una squadra e un gruppo. Non conoscevo Delli Carri, l'ho incontrato per la prima volta quando mi voleva a Pescara, poi l'ho risentito a novembre e mi ha riportato a Trieste. Entrambi abbiamo un approccio positivo al nostro lavoro». Il momento più bello e quello più brutto? «Il triplice fischio al 95' al Rocco con il Caldiero. Il più brutto quando mi hanno comunicato la penalizzazione». I giocatori d'esperienza hanno trainato il gruppo? «Tutti hanno dato il massimo e parlare dei singoli farebbe un torto agli altri. E' evidente che l'esperienza di Silvestri e Ionita ha avuto un peso, ma anche la generosità di Olivieri e la disponibilità sempre dimostrata da tutti». E Correia? «Come qualità non si discute. E' cresciuto tantissimo come uomo, non ha voluto andare via nonostante le richieste, con la fascia di capitano è cresciuto il suo senso di responsabilità. Racconto solo un episodio: quando Germano è entrato per uno scampolo di partita prima dell'infortunio definitivo, spontaneamente Omar si è tolto la fascia per darla al compagno unico da tre stagioni a Trieste. Un gesto di attenzione anche umana che mi ha colpito molto». Il contratto con l'Unione finisce, ci può essere un futuro di Tesser a Trieste? «Ho spiegato che sono venuto qui e ritornato anche per una questione di cuore. Se qualcuno mi chiama e il progetto è quello di costruire un percorso serio io ci sono». Anche con un -6 in classifica? «Ho preso la Triestina con 6 punti dopo oltre tre mesi di gara. Vista poi la penalizzazione è come se fossimo partiti da 2 punti. Cominciare da subito con un handicap non mi fa certo paura» - «Quello che è successo al PalaRubini non dovrà più accadere. Faremo tutte le valutazioni del caso ma, sin d'ora, mi impegno in prima persona per risolvere una volta per tutte il problema». L'assessore allo sport, Elisa Lodi, torna sull'incredibile finale di gara-4 che sabato sera a Valmaura ha visto Trieste sfidare Brescia. Come scrive Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", sono stati minuti infiniti quelli vissuti da giocatori e tifosi: il black-out all'impianto di illuminazione, che per due volte ha costretto gli arbitri a sospendere la partita, ha rischiato di far concludere anzitempo il match con una sconfitta a tavolino e conseguente eliminazione della formazione di Jamion Christian che avrebbe avuto del clamoroso. Primo blackout gestito, sul secondo la terna ha deciso che non c'erano le condizioni per continuare. Rientrando negli spogliatoi con Attard, primo arbitro, che aveva fatto il segno di partita finita. Mentre ci si interrogava sulle conseguenze della decisione, con Brescia pronta a rientrare negli spogliatoi, improvvisamente il ritorno delle luci. Decisivo l'intervento dei due allenatori che hanno spinto per giocare, la partita è ripresa e si è conclusa ai supplementari con la vittoria di Brescia. Archiviata la sfida, è tempo di riflessioni. Sulle problematiche emerse in un impianto obsoleto che, inaugurato nel 1999, ha ormai i suoi anni e necessita di importanti interventi in tempi brevi per essere affidabile già con la ripresa della nuova stagione. «L'impianto non è dei più moderni e ha certamente bisogno di cambiamenti – spiega l'assessore Lodi –. Già ieri mattina, con il tecnico incaricato sia dal Comune che dalla Pallacanestro Trieste, la società ha fatto un sopralluogo per cercare di trovare le cause di quello che è successo. C'è stato un guasto tecnico alla cabina di media tensione, qualche tempo fa già attenzionata per problemi alla ventilazione. Nel corso della settimana erano stati fatti dei controlli che non avevano evidenziato problematiche, oggi mi incontrerò con la società e faremo le prime valutazioni». Si parla di interventi di straordinaria manutenzione che sono a carico del comune. «Siamo in un periodo positivo nel quale affronteremo le variazioni di bilancio in conto capitale – conclude Lodi –. Dovesse essercene bisogno ci sarebbe la possibilità di intervenire» .
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