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I suntini sandrini di giovedì 17 dicembre 2020


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GIOVEDÌ 17 DICEMBRE 2020

- Stati d'animo opposti nel dopo partita, con Cantù che festeggia un successo che le consente di abbandonare l'ultimo posto e l'Allianz che non riesce a ripartire dopo il passo falso contro la Virtus. Breve commento di circostanza, quello espresso da Eugenio Dalmasson, più che un' analisi del match e degli errori che, soprattutto nel finale, sono costati la partita, il coach biancorosso si sofferma sulle condizioni fisiche della squadra. «Complimenti a Cantù - sottolinea il tecnico mestrino - che ha dimostrato di avere il piglio giusto per portare a casa la partita riuscendo a sopperire ai momenti di difficoltà. Noi in questo momento facciamo molta fatica a stare in campo e a reggere da un punto di vista agonistico. In questo senso loro sono stati bravi a metterci in difficoltà. Torniamo in palestra, non ci resta che continuare a lavorare per migliorare la condizione fisica e prepararci alle prossime partite».Sicuramente più rilassato Cesare Pancotto, grande ex premiato prima dell'inizio della partita con una targa che ha celebrato le mille panchine in serie A raggiunte un paio di settimane fa dal tecnico di Porto San Giorgio. «Il primo pensiero e un ringraziamento di cuore alla società - le parole di Pancotto - per un riconoscimento che, non lo nego, mi ha emozionato. Poi un ringraziamento ai miei giocatori e i complimenti per la partita che hanno giocato. Siamo una squadra giovane che ha bisogno di fiducia, le vittorie in questo senso, ci aiutano».Tornando sulla partita, Pancotto sottolinea le cose positive fatte vedere dalla sua squadra nell'arco dei quaranta minuti. «Siamo stati bravi- sottolinea- a lavorare in difesa per abbassare le percentuali di tiro di una squadra che ha ottimi tiratori, in attacco siamo stati meno brillanti ma abbiamo avuto comunque la capacità di girare bene la palla sul perimetro e costruire buoni tiri».

- La buona prova di Padova ispira fiducia per il futuro della Triestina e infonde un certo ottimismo sulle prospettive della squadra di Bepi Pillon, nonostante l'Unione sia ora scesa al decimo posto in classifica, al limite della zona play-off. Ma restando ai freddi numeri, va anche detto che nelle due partite con il tecnico veneto in panchina, vuoi per l'impossibile piscina del Rocco contro la Samb, vuoi per la forza dell'avversario a Padova (e per il rigore negato), l'Unione è rimasta ancora all'asciutto di reti. E non è una novità, ma purtroppo solo la continuazione di un trend che vede l'attacco alabardato decisamente con le polveri bagnate in questa prima parte di campionato. Le giustificazioni sono numerose: è proprio il reparto offensivo quello che è stato più penalizzato fra infortuni e covid. Si è iniziato con il piede di Procaccio che non ha ancora visto campo, poi con Mensah nelle prime giornate fuori dopo un'operazione estiva, quindi con il covid di Sarno, Granoche e Litteri, poi con gli acciacchi di Petrella e infine con l'infortunio di Gomez. E basti pensare che proprio i due bomber principali della Triestina, ovvero Gomez e Litteri, sono entrambi ancora out per vari motivi. E che a Padova mancava anche il terzo in termini di gol, ovvero Petrella. Insomma quello alabardato è stato davvero un percorso ad handicap. Fatto sta che la squadra alabardata, con i suoi appena 16 gol realizzati in 15 partite giocate (la media è di 1,06 reti a incontro), è quella che ha segnato di meno fra le prime dodici della classifica. Anzi, tra le prime 14 squadre, solo il Gubbio ha fatto peggio. Ed è un dato che pesa terribilmente sul nono posto (in coabitazione con il Matelica) in classifica della Triestina, nonostante il comportamento in fase difensiva sia decisamente migliore (con 15 reti subite, quella alabardata è la settima difesa del girone). In queste due partite, nelle quali per motivazioni diverse era oggettivamente difficile riuscire già a dare una svolta, la Triestina ha fatto anche solamente un punto, continuando il trend in discesa dell'ultimo mese. Già, perché è proprio nell'ultimo scorcio di campionato che si è scavato il solco con le squadre di vetta e la situazione è un po' precipitata. Basti pensare che nelle ultime sei partite giocate (contro Feralpisalò, Fermana, Gubbio, Carpi, Sambenedettese e Padova), la Triestina ha guadagnato appena 5 punti, cioè meno di un punto a partita, un dato da play-out, non certo da zona promozione. La classifica dell'ultimo mese dice che l'Unione è malinconicamente al sestultimo posto: hanno fatto peggio solamente Carpi, Arezzo, Legnago, Ravenna e Imolese. È in questo periodo che la Triestina ha perso 8 punti dal Sudtirol, 5 da Padova e Perugia, ma addirittura 9 dal Cesena. Ma è in forte handicap anche il divario con altre squadre che in questo mese hanno superato gli alabardati, che hanno perso 6 punti anche da Samb e Modena e 5 da Virtus Verona e Gubbio. Un trend che va invertito al più presto, anche se le prossime avversarie si chiamano Perugia e Sudtirol

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