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LUNEDÌ 6 DICEMBRE 2021

- Il mantello da Superman lo ha lasciato nello spogliatoio dopo il canestro che ha deciso la partita. Come scrive Lorenzo Gatto, Andrejs Grazulis si presenta in sala stampa in versione Clark Kent, con un paio di occhiali che ricordano quelli del miliardario americano. Sta diventando l'incubo di coach Molin: ieri il buzzer beater che ha spento i sogni di gloria di Trento, qualche mese fa in Supercoppa la stoppata che aveva vanificato il tiro della possibile vittoria di Flaccadori.«L'ultimo tiro? Non ci ho pensato molto, ho ricevuto la palla e ci ho provato - racconta il lungo lettone - Lo schema ha funzionato e dunque i complimenti devono andare anche al coach e a tutti i miei compagni di squadra che mi hanno permesso di sferrare quell'ultima conclusione. Sto molto bene in questo periodo sia quando gioco con Trieste sia quando indosso la maglia della mia nazionale, questi due punti finali sono un'ulteriore conferma di quanto sto esprimendo ultimamente. È un successo molto importante in un campionato così equilibrato dove sarà decisivo vincere il maggior numero di gare possibili in casa. Ora si volta pagina e si pensa alla prossime sfida in casa della Fortitudo».Soddisfatto per il risultato e per la prova della squadra Marco Legovich, il vice di Franco Ciani che sottolinea la qualità del match disputato dall'Allianz. «É stata una battaglia, a tratti non spettacolare ma non dobbiamo andare per il sottile. Sentivamo particolarmente l'importanza di questa sfida dopo due settimane difficili sotto molti punti di vista. Era ancora più importante dare una risposta sul campo, in primis a noi stessi. Bisogna fare un grande applauso a tutti i ragazzi per come sono stati capaci di rimanere sempre nel match, fin dall'inizio, spendendosi al massimo, trovando sempre risposte e un protagonista diverso in ogni momento. Una vittoria di squadra dove ognuno ha messo il suo mattone. La difesa è stata la chiave del successo, tenere una squadra ricca di talento e fisicità come Trento a 69 punti non è facile. Difensivamente siamo stati molto bravi a rimanere nel piano partita soprattutto sul loro post basso degli esterni che poteva metterci in difficoltà».

- Ha dovuto sovvertire il centrocampo per necessità e convinzione al tempo stesso. Da un lato, una emergenza continua e un elenco infortuni che costringe settimanalmente a rivisitare l'undici titolare, dall'altro la prosecuzione di una metamorfosi tattica, soprattutto nel modo di interpretare la mediana, che comincia a dare i suoi frutti. Intanto Bucchi, il tecnico alabardato al sesto risultato utile di fila, si prende la terza vittoria consecutiva in trasferta. In un campionato professionistico, non capitava da ben 21 anni, nell'allora C-2 Costantini condusse i suoi a 4 colpi esterni in serie. Il tecnico esprime la soddisfazione per il colpaccio al "Piola". «Sono contento perché poteva essere una gara molto insidiosa, su un campo difficilissimo anche per i rimbalzi particolari. La scorsa settimana non avevamo fatto una buona partita, dovevamo rispondere con i fatti. Speravo di vedere questo tipo di partita, vittoria meritata con una buona prestazione. Dobbiamo essere però più bravi e cinici a chiudere le gare, poi magari ti trovi in partite dominate a dover soffrire gli ultimi cinque minuti». C'è un perché a questa vocazione della Triestina in trasferta? «Abbiamo puntato da subito a creare uno spirito di gruppo e una mentalità da serie C che è la cosa più difficile quando ti chiami Triestina e sei costretto a fare la partita, a vedere avversari che ti aspettano. Ci siamo calati bene in questa realtà di battaglie e la squadra lo dimostra, non muore mai. Quello che deve migliorare è la qualità, ma oggi siamo stati bravi, più ordinati e geometrici, abbiamo trovato tante linee di passaggio». Gente nuova titolare, alcune considerazioni? «Abbiamo cambiato gli interpreti, con l'assenza di Galazzi abbiamo messo Giorno in regia e spostato Giorico e Crimi mezzali. Quello che a noi manca rispetto alle squadre che ci precedono è il fatto di non avere ancora la quadratura definitiva, le avversarie hanno tutte le stesse intelaiature da più anni. Dovremo essere bravi a bruciare le tappe con rabbia, fame, emotività». Anche in attacco si sono visti movimenti diversi delle punte. «È fondamentale mettere i giocatori dell'attacco nelle condizioni di poter rendere, noi abbiamo tanti attaccanti particolari, passatemi il termine. Mi piace nel nostro lavoro trovare le soluzioni per loro e la squadra».

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