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DOMENICA 3 MARZO 2024

- D'accordo, la classifica può essere bugiarda e non si può sottovalutare nessuno, nemmeno chi la classifica relega sul fondo. Ma come scrive Roberto Degrassi su "Il Piccolo", se c'è un'occasione che la Pallacanestro Trieste deve cogliere per tornare a vincere in trasferta è quella di questo pomeriggio. Alle 18 a Cisterna di Latina i biancorossi affrontano la Benacquista Assicurazioni, ultima del girone verde.

La squadra di Sacco è quella che tra le 24 della serie A2 ha vinto meno partite, quattro. Anche Chiusi, cenerentola del girone rosso, ha saputo fare di meglio finora. Nel corso della prima fase Latina ha segnato quasi 79 punti a partita tirando da tre con il 32%, 13 palle perse a partita. Era la peggior difesa del girone concedendo agli avversari 88 punti a partita. Nella fase a orologio ha disputato una sola gara perdendo in trasferta con Nardò 70-68.

Nella fase a orologio abbandona Ferentino, campo di casa nella prima fase, e anche collocazione oraria a favore di Cisterna di Latina e dell'omologazione con buona parte delle altre gare, la domenica pomeriggio. Rispetto alla gara con Agrigento la Pallacanestro Trieste dovrebbe riproporre Luca Campogrande, ancora fuori Justin Reyes che rivedremo in campo solo dopo le finali di Coppa Italia. Dopo il successo sulla Moncada i biancorossi possono oggi rinsaldare la quinta posizione, difficile invece cher avvenga l'aggancio con Verona a sua volta sul campo di una pericolante, Casale Monferrato di Tommaso Fantoma.

- Il miglior approccio e il miglior finale, nel mezzo errori di sempre ed errori del momento, per certo, decifrare questa Triestina è sempre più impresa ardua. Come scrive oggi Guido Roberti, il pareggio conquistato contro il Legnago deve però essere il punto di partenza per l'Unione di Bordin. Una scossa in campo si è vista ed ora sarà necessaria la continuità, solo con questa caratteristica la primavera potrà ridare stimoli ad una tifoseria depressa.

Intanto, la squadra ci ha creduto fino alla fine ed è una base, sottolinea il tecnico alabardato. «Ho preferito certamente il nostro primo tempo, la squadra ha giocato più attenta e coperta, creando alcune situazioni interessanti in particolare con El Azrak in cui avremmo potuto fare gol. Nel secondo tempo abbiamo cercato di fare subito il gol del pareggio e lasciato così spazi enormi, poi è arrivato il gol loro, ancora su punizione, con una deviazione. La reazione dei ragazzi è stata però importante, sul 2-0 non era semplice rimontare».

Nella settimana di avvicinamento alla partita quanto si è lavorato sulla testa di questo gruppo? «Abbiamo lavorato non troppo fisicamente, ma è la testa che comanda tutto. Abbiamo perso la lucidità a inizio secondo tempo per poi ritrovarla nel finale. È un buon pareggio per la mole di lavoro fatta soprattutto nel primo tempo. Per come è il calcio avremmo poi potuto anche fare il gol del 3-2. Dobbiamo lavorare ancora tanto perché ci sono dei cali di tensione, dobbiamo risistemare le cose in campo e stavolta ci siamo riusciti in parte».

Chi è subentrato lo ha fatto molto bene, la panchina ha cambiato la gara stavolta. «Vero, vale per Celeghin, per Rizzo, ma anche Redan o Gunduz e Vertainen. Abbiamo messo peso in attacco e cercato di cambiare assetto, ci credevamo però di poterla ribaltare, i ragazzi ci credevano».

Bordin evidenzia il momento in cui la Triestina si è trovata sotto di fatto alla prima occasione creata dal Legnago. Una mazzata che ha rischiato di scoperchiare i già fragili nervi degli undici in campo. «Non era semplice andare a recuperare questa partita, vai sotto 1-0 e pensi che devi ricominciare tutto di nuovo, ripeto abbiamo fatto male la prima parte del secondo tempo, il Legnago inoltre era galvanizzato dal doppio vantaggio comunque abbiamo fatto due gol, che non capitava da un po'. Meglio sarebbe stato farli dall'inizio, ma di testa i ragazzi c'erano, abbiamo raggiunto un pareggio che sembrava impossibile».

Si riparte da qui? «È un po' come una vittoria questo pareggio, un piccolo premio per i ragazzi. È ovvio che non basta, serve più concentrazione ma l'unico modo è lavorare».

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