SandroWeb Posted April 16, 2024 Report Posted April 16, 2024 MARTEDÌ 16 APRILE 2024 - La sconfitta contro l'Urania Milano, ultimo match interno della fase a orologio, accompagna la Pallacanestro Trieste verso un play-off da giocare tutto in salita. Come scrive oggi Lorenzo Gatto su "Il Piccolo", indipendentemente dal piazzamento, la formazione di Jamion Christian sa che dovrà giocare tutta la postseason senza il vantaggio del fattore campo. Le indicazioni giunte dal parquet sono chiare, la partita del PalaTrieste, al netto degli episodi che hanno pesato sul risultato (fallo tecnico a Ruzzier poi uscito per 5 falli per le proteste su un fallo subito in penetrazione e clamorosamente non fischiato) è stata la summa di errori e orrori di un'intera stagione. LA SITUAZIONE: Mancavano Filloy e Vildera in una squadra che da troppo tempo non riesce a giocare al completo? Vero. Ma al netto di quelli che sono i protagonisti in campo, il match ha confermato che quello che manca davvero sono organizzazione e idee di gioco di una squadra che a otto mesi dall'inizio della stagione non ha ancora trovato una sua precisa identità. Difesa che non riesce a incidere, attacco affidato sempre e solo alle iniziative dei singoli. Non è un caso che quando Trieste si è trovata a giocare finali punto a punto, ha quasi sempre dovuto arrendersi all'avversaria di turno. L'ANALISI DEI PROTAGONISTI: Mike Arcieri e Jamion Christian, nel dopo partita, hanno di fatto scaricato le responsabilità sui giocatori, incapaci di fare le cose giuste sul parquet e di non saper incanalare le emozioni di sfide così equilibrate nel modo giusto. Errori da cui imparare per ripartire. Considerazioni ripetute nel tempo che ormai risultano stucchevoli anche perchè se sul campo la squadra non esegue, evidentemente, c'è un problema a monte. A questo punto, quinto, sesto o settimo posto cambia poco. Una squadra che non ha mai trovato continuità di rendimento e in trasferta, nelle partite contro le possibili contenders, non ha mai saputo vincere, difficilmente potrà pensare di portarsi a casa 9 partite in un mese e rovesciare per tre volte il fattore campo. LA PROSSIMA SFIDA Oggi riparte la preparazione in vista dell'ultimo match contro Rieti. Poi ci sarà la sosta di due settimane e il tempo per ritrovare tutti gli effettivi e cominciare a lavorare in vista dei play-off. - La prestazione che ha portato al successo allo stadio di Gorgonzola è una risposta chiara e netta da parte del gruppo alabardato a chi pensava che avesse mollato. Una sensazione affiorata e motivata da quanto visto una settimana prima contro la Virtus a Verona. E invece contro la Giana, squadra che ha dimostrato anche domenica la bontà del suo gioco e della sua freschezza (specie nel primo tempo e domati dalle parate di Agostino), la Triestina è stata capace di tenere botta sul piano mentale, tattico, tecnico e fisico. E quindi sono arrivati dei segnali confortanti in vista dell'ultimissimo scorcio di stagione. Come scrive oggi Ciro Esposito, evidentemente le prestazioni in affanno prima con l'Atalanta e poi soprattutto contro la banda di Gigi Fresco sono state la conseguenza di un tour de force che la squadra ha fatto fatica a digerire. Soprattutto sono mancati in quelle circostanze alcuni uomini che per il gioco di Bordin, e in particolare della fase difensiva, sono decisivi. Non è un caso che nelle due gare citate la penetrabilità della retroguardia sia coincisa con l'assenza di Malomo (unito allo stop di Struna) al centro. La gara di domenica invece ha messo in evidenza come la Triestina sia competitiva quando Bordin ha a disposizione alcuni giocatori chiave (tra questi Correia e anche Lescano) e quando il tecnico ha una lettura tattica efficace della gara. Va dato atto all'allenatore di essere stato abile a cambiare le carte nella ripresa mettendo in crisi la Giana Erminio già boccheggiante. Insomma quella attuale non è la Triestina spettacolo vista in alcuni frangenti con Tesser ma è un collettivo che, se al completo e in buone condizioni fisiche, può ancora dire la sua in questo finale di campionato. Perché la storia di questa stagione, anche travagliata, non è ancora finita o chiusa dalla blindatura di un quarto posto che comunque a febbraio era stato anche in forse. La storia non è finita perché la terza piazza potrebbe essere ancora agguantata anche se dipende dal Vicenza e le probabilità di raggiungerla sono esigue. I punti in classifica poi vanno incrementati quanto più possibile perché c'è in palio (come eventuale migliore quarta nei tre gironi) un posto da testa di serie in caso di accesso al primo turno nazionale dei play-off. La terza motivazione è il ritorno al Rocco dopo tre mesi a singhiozzo su un terreno impossibile e pericolo e quattro di esilio. Il ritorno a casa di sabato contro il Novara può rappresentare una prima tappa del riavvicinamento della squadra a una tifoseria delusa nonostante i risultati dicano che solo nell'anno della promozione sfiorata da Pavanel si è fatto meglio nella regular season. Ma la migrazione forzata a Fontanafredda, la cacciata di un tecnico stimato come Tesser, le cinque sconfitte consecutive di febbraio hanno pesato come un macigno sull'umore del popolo alabardato. La società deve riflettere sugli errori per correggerli, il pubblico e la squadra devono guardare avanti partendo dal presente. Non ci sono le premesse per sognare una serie play-off trionfale, ma c'è da vivere con serenità e determinazione la coda di campionato gara dopo gara. C'è l'occasione per godersi qualche partita al Rocco. E chissà che la voglia di arrivare alla fase finale dei play-off, di nuovo senza il Rocco per i concerti, non diventi uno stimolo in più per tutti. Quote
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