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Notizie e commenti vari sul calcio


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8 minuti fa, Mex ha scritto:

Detto "uccellino" perché saltava facilmente gli avversari o per altre "doti"?  🤔

Borel invece era farfallino.

 

Perché la sua corsa era paragonabile al volo di un uccellino, almeno così dicevano i poetici giornalisti dell'epoca

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1 minuto fa, Mex ha scritto:

Tutt'altro modo di scrivere rispetto ad oggi. forse solo il "nostro" Condò si avvicina al giornalismo della vecchia guardia.

Anche perché le partite le vedevano solo i presenti, quindi potevi raccontare quello che volevi

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7 minuti fa, Guiz ha scritto:

Anche perché le partite le vedevano solo i presenti, quindi potevi raccontare quello che volevi

Intendevo il modo di scrivere, penso a Brera che usava per i calciatori soprannomi eroici (Rombodituono, Puliciclone), un po' meno (Bonimba) o tutt'altro (Abatino) ma anche a seconda delle prestazioni, come il conileone Altafini oppure Oriali che passava da Piper a Gazzosa.

P.S. ricordo nell'anno della promozione che Condò ribattezzò Tolfo "piedi di faggio".

Modificato da Mex
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30 minuti fa, Mex ha scritto:

Tutt'altro modo di scrivere rispetto ad oggi.

Beh, sinceramente aggiungerei meno male.

Leggere Condò è un piacere per gli occhi, mentre Gianni Brera - che per il suo tempo è stato un mito - nel 2024 sarebbe un po' fuori contesto. 

Come Nando Martellini sarà pure romantico, ma non vale un'unghia della generazione d'oro dei Caressa, Piccinini e Marianella che hanno rivoluzionato il modo di raccontare il calcio grazie alla loro competenza.

Piuttosto la piaga del giornalismo sportivo, secondo me, non è tanto il modo di scrivere quanto il fatto che l'analisi, la scrittura e l'approfondimento hanno lasciato il posto allo scoop e alla notizia bomba nell'era del calciomercato aperto 365/365.

Le poche realtà che fanno approfondimento, Contrasti e il redivivo Calcio 2000, ormai sono mosche bianche mentre spopola un Fabrizio Romano... 

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25 minuti fa, LungomareNatisone ha scritto:

Come Nando Martellini sarà pure romantico, ma non vale un'unghia della generazione d'oro dei Caressa, Piccinini e Marianella che hanno rivoluzionato il modo di raccontare il calcio grazie alla loro competenza.

'ccezionale

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6 minuti fa, smaramba ha scritto:

'ccezionale

Spiace che i social abbiano fatto passare piccinini per una macchietta, perché in verità è un piacere sentirlo parlare. 

Consiglio quest'intervista, e in generale tutta la loro serie di interviste ai big (quella di Condò poi è fantastica) 

 

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1 ora fa, LungomareNatisone ha scritto:

Spiace che i social abbiano fatto passare piccinini per una macchietta, perché in verità è un piacere sentirlo parlare. 

Consiglio quest'intervista, e in generale tutta la loro serie di interviste ai big (quella di Condò poi è fantastica) 

 

figurati, era una battuta, per altro avevo già avuto modo di vedere sia questo video che quello di condò, molto ben fatti

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D'accordo su Piccinini, Canessa, Condò. E' tutta gente di qualità. Tra quelli che parlano di calcio, specialmente in diretta, aggiungo Giancarlo Marocchi. Non sarà mai un giornalista, ma a mio parere è il miglior commentatore di partite che ci sia in circolazione. Capisce le cose e non ha timore di dirle.

Della vecchia guardia però lascierei sul piedistallo Gianni Brera che più che giornalista lo ricorderei come un cantore del futbol e della sua dea Eupalla.

Un posto al suo fianco va riservato al suo erede Gianni Mura che alla penna del maestro aggiunse una dose di grande umanità.

Infine l'indimenticabile carisma di Sandro Ciotti che con quella voce poteva dire qualsiasi cosa che gli avremmo creduto. Creatore di acrobazie verbali come "in campo per destinazione" o "il giocatore recupera la posizione verticale". Una goduria. Non era radiocronaca, era epos.

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4 ore fa, Faber ha scritto:

Infine l'indimenticabile carisma di Sandro Ciotti che con quella voce poteva dire "in campo per destinazione" o "il giocatore recupera la posizione verticale". Una goduria. Non era radiocronaca, era epos.

Non che sia importante, ma il "campo per destinazione' si chiama così da sempre, Ciotti non c'entra

È la fascia che separa il terreno di gioco dalla pista di atletica, o in alternativa dalla recinzione.

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47 minuti fa, forest ha scritto:

Non che sia importante, ma il "campo per destinazione' si chiama così da sempre, Ciotti non c'entra

È la fascia che separa il terreno di gioco dalla pista di atletica, o in alternativa dalla recinzione.

Ok grazie per la precisazione.

Diciamo che l'ho attribuita a lui ... "honoris causa"

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  • 1 mese dopo...

@SandroWeb ma in generale a tutti gli utenti, volevo chiedere una cosa extracalcio, quindi mi scuso in anticipo per l'off-topic ma non sapevo dove chiederlo pubblicamente sul forum.

E' comunque un argomento sportivo, quindi ho scelto questo sezione.

Visto il recente successo sportivo e di interesse pubblico della gente che è andata a vedere le final-four della Coppa Italia di pallavolo femminile nelle scorse settimane, cercare di portare anche da noi una squadra sportiva di livello top per la pallavolo, che sia femminile o maschile(indifferente) è una cosa utopistica?

Nella pallavolo spesso è accaduto in passato che si acquisiscono i diritti sportivi comprando un titolo di un altro club per esempio.

Secondo me il seguito ci sarebbe visto l'interesse e non penso siano costi proibitivi, il palazzetto inoltre sarebbe perfetto da alternare con il basket secondo me.

Follia impossibile? O esiste una qualche ipotesi per una pallavolo di livello a Trieste che sia maschile o femminile?

Grazie a tutti in anticipo👍

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4 minuti fa, Manuel90 ha scritto:

@SandroWeb ma in generale a tutti gli utenti, volevo chiedere una cosa extracalcio, quindi mi scuso in anticipo per l'off-topic ma non sapevo dove chiederlo pubblicamente sul forum.

E' comunque un argomento sportivo, quindi ho scelto questo sezione.

Visto il recente successo sportivo e di interesse pubblico della gente che è andata a vedere le final-four della Coppa Italia di pallavolo femminile nelle scorse settimane, cercare di portare anche da noi una squadra sportiva di livello top per la pallavolo, che sia femminile o maschile(indifferente) è una cosa utopistica?

Nella pallavolo spesso è accaduto in passato che si acquisiscono i diritti sportivi comprando un titolo di un altro club per esempio.

Secondo me il seguito ci sarebbe visto l'interesse e non penso siano costi proibitivi, il palazzetto inoltre sarebbe perfetto da alternare con il basket secondo me.

Follia impossibile? O esiste una qualche ipotesi per una pallavolo di livello a Trieste che sia maschile o femminile?

Grazie a tutti in anticipo👍

Manuel, questa città è a stento e con molta fatica in grado di mantenere in serie A la pallamano, non certo la pallacanestro, né tantomeno il calcio (la pallanuoto è un caso a parte perché vive grazie a un imprenditore facoltoso e appassionato) ... dove li trova i soldi per una serie A di pallavolo, maschile o femminile che sia?

Poi, attenzione: una cosa è portare a Trieste un evento, unico e irripetibile, che muove tifosi delle squadre partecipanti; altro è portare ogni 15 giorni spettatori locali che - vedi sopra - possono scegliere anche tra calcio, pallacanestro, pallanuoto, pallamano (e teatro lirico, teatro di prosa, osmizze, ecc-)

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54 minuti fa, gus ha scritto:

Manuel, questa città è a stento e con molta fatica in grado di mantenere in serie A la pallamano, non certo la pallacanestro, né tantomeno il calcio (la pallanuoto è un caso a parte perché vive grazie a un imprenditore facoltoso e appassionato) ... dove li trova i soldi per una serie A di pallavolo, maschile o femminile che sia?

Poi, attenzione: una cosa è portare a Trieste un evento, unico e irripetibile, che muove tifosi delle squadre partecipanti; altro è portare ogni 15 giorni spettatori locali che - vedi sopra - possono scegliere anche tra calcio, pallacanestro, pallanuoto, pallamano (e teatro lirico, teatro di prosa, osmizze, ecc-)

Certo.

Esiste del resto, se non erro, nei primi anni duemila il precedente di una A1 guadagnata sul campo, davanti a 7000 persone (la parola gratis, a Trieste, ha un effetto trainante senza pari :) )

Morale: retrocessione annunciata e avvenuta con larghissimo anticipo, 200 persone al palazzo.

Se ricordo male, correggetemi pure....

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On 3/9/2024 at 4:57 PM, forest said:

Certo.

Esiste del resto, se non erro, nei primi anni duemila il precedente di una A1 guadagnata sul campo, davanti a 7000 persone (la parola gratis, a Trieste, ha un effetto trainante senza pari :) )

Morale: retrocessione annunciata e avvenuta con larghissimo anticipo, 200 persone al palazzo.

Se ricordo male, correggetemi pure....

Già, l'Adriavolley....tra l'altro ho trovato un sunto della breve storia societaria...della serie come nascere e sparire in 6 anni.

Nasce nel 1998 raggruppando alcune realtà locali iscritte al campionato di B1.

Nel 2001 retrocede, ma partecipa al campionato 2001/02 di A2 grazie al titolo della neopromossa VRB pallavolo Verona appena fusasi con Isola della Scala e arriva 13a retrocedendo nuovamente.

Nella stagione 2002/03 acquista il titolo sportivo dalla Gabeca Brescia arrivando 2a con annessa promozione in A1.

Nella stagione 2003/04 partecipa al campionato di A1 arrivando 14a e ultima.

Al termine della stagione 2004/05 cede i diritti di A2 alla Porto Ravenna Volley.

Modificato da Genzo
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4 ore fa, Euskal Herria ha scritto:

l'Adria Volley xe stado un perfetto esempio de come NON se gestisi una squadra de pallavolo

posto che la pallavolo in generale fa fatica, salvo alcuni rari esempi (alcuni drogai, tipo Trentino Volley)

Me ricordo el 2003.-04.

Una vittoria su 26 partide e, ricontrollando, altri 2 punti scavadi alla fine. Morale? 5 punti finali. Spettacolo.

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53 minuti fa, Manuel90 ha scritto:

Grazie a tutti per le risposte:)

Che dire, è un peccato non ci sia un interesse per una squadra cittadina di livello perchè secondo me è un gran bel sport e divertente da vedere.

 

Come ha scritto correttamente Gus, non è questione di interesse ma economica.

A stento teniamo in piedi una squadra di pallamano, che lotta per salvarsi.

E una di pallanuoto, che costa un quarto di quel che costerebbe una squadra di A1 di volley competitiva, grazie a un munifico imprenditore.

Basket e calcio sono in mano agli americani, che ovviamente contestiamo in quanto consapevoli che portano via il posto e le idee ai numerosi imprenditori locali che spenderebbero tranquillamente 17 milioni per il calcio e 4 per il basket, se solo gli fosse data la possibilità di farlo....

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8 ore fa, Manuel90 ha scritto:

Grazie a tutti per le risposte:)

Che dire, è un peccato non ci sia un interesse per una squadra cittadina di livello perchè secondo me è un gran bel sport e divertente da vedere.

 

Personalmente, l'ambiente del palazzetto durante le partite di pallavolo è stata una delle esperienze più imbarazzanti a cui abbia assistito. Me ne faccio una ragione :)

Modificato da Contea di Trieste
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7 ore fa, morodesede ha scritto:

ma mi me ricordo i Vigili del Fuoco con Walter e Claudio Veliak che me par iera in A1 o me sbaglio?

Certo.

Quella che poi fu sponsorizzata Arc Linea, ma parliamo di anni '70....

Giocavano in palestra della Valle e poi a Monte Cengio.

Papà spesso mi ci portava, il sabato pomeriggio, perché conoscevamo Giorgio Dragan, Adriano Pavlica e un po' di giocatori.

Era serie A, ma niente di paragonabile neanche lontanamente ad oggi.

Non passava in TV, c'erano poche centinaia di spettatori.

Il boom mediatico arrivò parecchio dopo, e iniziò quando la nazionale iniziò a fare risultati a partire da un argento ai mondiali di Roma.

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7 ore fa, morodesede ha scritto:

ma mi me ricordo i Vigili del Fuoco con Walter e Claudio Veliak che me par iera in A1 o me sbaglio?

i Veljak, i Pellarini, Manzin, Grilanc, Sgomba

una squadra domaca rinforzata da uno straniero, VVFF poi sponsorizzata Arc Linea che negli anni ‘70 giocava ad ottimo livello in A

ricordo come fosse ieri i sabato pomeriggio con la corsa a casa da via Rossetti a Roiano, pranzo veloce poi al Minicar in via San Francesco per le sfide a biliardino e infine in via Monte Cengio per tifare Arc Linea, almeno 1 h prima dell’inizio per trovare un buon posto nella tribunetta della minuscola palestra

che ambiente, che tifo ! 50 anni sono passati, una vita…

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Manzin è arrivato dopo, lui era la bandiera del Cus Trieste, approdò sull'altra sponda quando già si chiamava Altura, se non ricordo male.  veliak, pellarini, Sgomba, Sardi, Grilanc Giacca e qualcun altro di cui adesso mi scappa il nome. Comunque bella squadra. 

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